MARX e l'accumulazione originaria 6

MARX-ENGELS
per un socialismo democratico


L'ACCUMULAZIONE ORIGINARIA

(K. Marx, L'accumulazione originaria, Ed. Riuniti, Roma 1991)

5. Ripercussioni della rivoluzione agricola sull'industria. Creazione del mercato interno per il capitale industriale

Il paragrafo 5 è un condensato della genialità con cui Marx riusciva a capire i processi economici dal punto di vista fenomenologico. Le sue descrizioni sembrano essere fatte di getto, dopo lunghi e faticosi e sistematici studi: dovrebbero, come tali, appartenere ai manuali scolastici di storia dell'economia.

La cosa stupefacente è che Marx sa individuare in maniera cristallina il momento di trasformazione materiale dei processi economici, in cui le stesse identiche cose (p.es. la materia prima) assumono significati del tutto opposti.

Egli aveva capito perfettamente che se il capitalismo nasce con l'espropriazione dei contadini dai loro mezzi produttivi, e si sviluppa con l'allestimento delle manifatture e quindi col "processo di separazione di manifattura e agricoltura"(p. 41), si afferma però definitivamente solo grazie alla grande industria, che "con le macchine... porterà a compimento il distacco tra agricoltura e industria domestica rurale strappando le radici di quest'ultima... la filatura e la tessitura"(p. 42).

L'Italia, p.es., poté tornare alla "piccola coltura" -come detto nella nota 1- non tanto perché al primato del Mediterraneo subentrò quello dell'Atlantico, quanto perché in Italia non si verificò il passaggio dalla manifattura alla grande industria, se non nel XIX sec.

Perché questo passaggio non si verificò neppure in Olanda? Marx è convinto che la storia dell'accumulazione originaria ha solo in Inghilterra una "forma classica"(p. 8). Se fosse vissuto in Olanda avrebbe detto la stessa cosa? Probabilmente sì, perché pur essendo il maggior paese capitalistico dell'Europa per tutto il XVII secolo, l'Olanda di fatto si limitò al capitale commerciale, finanziario e usuraio e non arrivò a fare del capitale industriale il perno fondamentale del proprio sviluppo: per quale ragione? Quelle economiche le conosciamo: mentre Inghilterra e Francia attuavano una politica protezionistica nei confronti dell'industria nazionale, la borghesia olandese, pur di ricavare i maggiori profitti dal commercio estero, aveva inondato il mercato interno di prodotti stranieri a basso prezzo, soffocando così l'industria nazionale. Perché questo atteggiamento? La Borsa di Amsterdam era una delle più potenti del mondo, eppure già alla fine del XVII secolo l'Olanda aveva perduto la supremazia industriale sugli altri paesi europei. Una spiegazione di questo non può essere data pensando alle interminabili guerre che, già a partire dal 1652, essa dovette sostenere sia con Francia che con Inghilterra, perché in tal modo si finirebbe in un circolo vizioso.

Forse bisognerebbe anche pensare al fatto che all'inizio del 1600, quando fu sanzionata la spartizione delle antiche Fiandre in due stati confessionali: i protestanti al Nord (Olanda) e i cattolici al Sud (Belgio), la Controriforma e la cultura spagnola ebbero un influsso profondo e duraturo in Belgio, e ciò non poté non avere un influsso anche sulla vicina Olanda.

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26/04/2015