LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI: IL TEATRO GRECO: DIONISO

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IL TEATRO GRECO: DIONISO
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Dioniso e Satiro

Dioniso, divenuto popolare come dio del vino (Bacco), è anche rappresentato come una divinità i cui misteri ispirarono un culto estatico e orgiastico: le sue seguaci, le Menadi, lasciavano le case e vagavano nei boschi celebrando il dio nell'ubriachezza. Secondo la tradizione, Dioniso moriva ogni inverno per rinascere in primavera, simboleggiando la rinascita ciclica e la ricomparsa dei frutti sulla terra. Fu così che i primi riti in onore della resurrezione di Dioniso assunsero la forma dell'arte drammatica greca.

Dioniso era il dio della fertilità e della vegetazione, le cui incarnazioni animali erano il toro e il capro, e i suoi simboli l'edera (per le proprietà psicotrope) e il fallo.

Con il culto di Dioniso, con le sue feste esaltanti, carnascialesche, e quindi col rapporto tra umano e divino, si creò l'ambiente adatto nel quale, a dar vita ad una funzione drammatica, agiscono sensibilità, passioni e fantasia. Infatti, dal ditirambo lirico, caratterizzato dai coreuti (disposti a circolo - cori ciclici - con il corifeo al centro) che esponevano in un canto univoco, con più o meno particolari, un mito o una leggenda concernenti il dio, si passò al ditirambo dialogato, in cui i coreuti e il corifeo, invece, assumevano le parti da interlocutori: l'uno che interrogava, l'altro che rispondeva.

Dioniso, facendo appello più alle passioni che all'intelletto, alla gioia e al terrore piuttosto che alla ragione, poteva essere rappresentato sia nella tragedia che nella commedia.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25/04/2015