IL TEATRO GRECO: LE MASCHERE
1-2-3-4-5-6-7-8-10-11-12
 
All'inizio gli attori non usavano maschere ma trucchi a base di biacca. Fu
Tespi, il creatore della tragedia, a introdurre l'uso della maschera di lino, a
volte di sughero o di legno. Non se ne è conservata nessuna, tranne qualche
copia di marmo o di terracotta.
Fu indotto a questa soluzione per motivi di forza maggiore: nel teatro una
distanza di almeno 18 metri separava gli attori dal pubblico, che sedeva nella
prima fila, al di là dell'orchestra, e circa 90 metri li dividevano dalle ultime
file. Era quasi impossibile percepire i mutamenti del volto, così essenziali
nelle rappresentazioni teatrali.
In effetti, ciò che più importava al pubblico greco, che non disponeva della
guida di un programma, era di individuare subito il personaggio (un attore
poteva cambiare maschera nel corso della stessa rappresentazione). Conoscendo
approssimativamente la trama, il pubblico era in grado di individuare
immediatamente dalla maschera il personaggio in scena.
La maschera finì col coprire tutta la testa, per cui non si usavano parrucche
separate. La faccia veniva dipinta di bianco-grigio per rappresentare le donne,
e con colori più scuri per rappresentare gli uomini. Mostrava lineamenti
naturali ben marcati. Polluce enumera ventotto maschere di repertorio per i
personaggi della tragedia.
Anche il coro portava maschere.
|