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IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO
RAPPORTI CON L'ORFISMO
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Anche nel misticismo greco, in certa teogonia e nel mito antropogonico dei
discepoli di Orfeo, Dioniso occupa una posizione centrale. Orfeo, come noto,
insegnò agli uomini le iniziazioni, gli oracoli, le varie forme magiche di
illuminazione, la religione esoterica...
Dal VI sec. a.C. l'uccisione di Dioniso da parte dei Titani offre la
spiegazione della condizione dell'uomo gettato allo sbaraglio nel mondo, vittima
di soprusi troppo grandi per le sue forze.
I Titani, infatti, coperti di gesso, attirano il giovane Dioniso offrendogli
dei giocattoli (bambole snodabili, trottole, specchi...) e, approfittando del
suo stupore, lo fanno a pezzi. Il bambino, proprio mentre fissa la sua immagine
innocente riflessa nello specchio, diventa vittima di adulti carnefici. E' un
violentato.
I Titani si mettono addirittura a mangiare le sue membra e solo il suo cuore
viene salvato da un fulmine di Zeus: le ceneri di questo cuore mescolate alla
terra daranno poi origine alla specie umana. A Delfi, dove una tradizione poneva
la tomba di Dioniso, si verifica anche la sua resurrezione, esattamente come già
era avvenuto con Osiride (e come avverrà per il mito di Cristo).
L'orfismo (al pari del pitagorismo) è una forma di protesta religiosa contro
il sistema politico basato sulla distanza che separa uomini e dèi. Ecco perché
si oppone al sacrificio degli animali e persino all'alimentazione carnea. Vuole
solo un cibo adatto per gli dèi, e in ciò mostra di possedere un atteggiamento
più aristocratico e intellettuale rispetto al dionisismo, che invece vuole
superare la distanza tra uomo e dio facendo dell'uomo un dio.
Attraverso il mito dionisiaco, Orfeo insegna che bisogna sempre evitare
l'assassinio, nei confronti sia degli esseri umani che degli animali, ma il
dionisismo, fuggendo dai rapporti sociali urbani e inselvatichendo nei boschi,
ad un certo punto prevede nel proprio rituale l'omofagia (il mangiare alimenti
crudi, anche di carne, anche di carne umana, quando l'oggetto del sacrificio è
un nemico giurato dei culti bacchici).
Sotto questo aspetto, Orfeo, ch'era poeta, musico, cantore e mago, anche se
si sentiva più un seguace di Dioniso che di Apollo, non arrivò mai a una rottura
esplicita col sistema: il suo antitradizionalismo rimase entro limiti
politicamente accettabili.
Le Menadi (di Tracia e di Macedonia), inviate da Dioniso, uccidono Orfeo
perché erano sempre state escluse dall'iniziazione dei suoi misteri.
Un altro mito penalizza Orfeo nel mentre gli viene concesso di andarsi a
riprendere nell'Ade la moglie Euridice, uccisa da un serpente mentre cercava di
sfuggire alle insidie di un pastore. La condizione impostagli dai dèi era quella
di non guardare Euridice mentre faceva ritorno sulla terra. Orfeo non resistette
e così la perse per sempre.
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