IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO: SPIRITO VENDICATIVO

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO
SPIRITO VENDICATIVO
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Dioniso

Già adolescente, egli si propone di far pagare agli uomini quanto ha sofferto da bambino, e pretenderà soprattutto che gli riconoscano la sua natura divina e il suo culto orgiastico, connesso all'uso smodato del vino e delle droghe in genere.

Le "tragedie", con la crescita di questo dio, iniziano subito. Dopo aver regalato il vino a Icario, in Attica, gli consiglia di dividerlo con alcuni pastori, i quali però, appena assaggiatolo, ne bevono oltre misura, fino a ubriacarsi.

A un certo punto si credono avvelenati e, per vendicarsi, uccidono Icario, la cui figlia Erigone, quando scopre il cadavere, sconvolta s'impicca.

Dioniso non può tollerare la morte dei propri discepoli (anche il re di Tracia, Licurgo, inseguiva e uccideva le sue Baccanti), sicché fa diventare folli le fanciulle dell'Attica, anch'esse destinate al suicidio.

Il dio placa la sua collera solo dopo aver ottenuto dagli ateniesi la punizione dei pastori.

In un altro episodio alcuni pirati rapiscono Dioniso, contro il parere del pilota, che riconosce la sua natura divina. Dioniso elimina il capitano della nave e trasforma gli altri in delfini. Solo il pilota si salva. Un episodio significativo, poiché qui i protagonisti conducevano una vita come quella di Dioniso, ai margini della società, e forse anzi con qualche motivazione in più, eppure il dissenso nei confronti di questi individui borderline è netto da parte del dio, che vuole sentirsi un riscattato a tutti i costi e non ama frequentare gente di basso rango.

Nella tragedia delle Baccanti egli torna a Tebe per rendere giustizia alla tragica morte della madre e soprattutto per vendicarsi dei soprusi patiti da giovane. Più volte dirà che persino le zie (le sorelle di Semele) gli negavano la paternità divina, cioè in sostanza sostenevano ch'egli fosse un "bastardo", un "figlio di nessuno", e per questa ragione verranno punite.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25/04/2015