IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO: MASCHERAMENTO

LA TRAGEDIA DELLE BACCANTI
OVVERO LA COSCIENZA INQUIETA DI EURIPIDE

Quando un uomo è abile nel parlare, su qualunque argomento può sostenere una lotta di parole

Euripide


IDENTITA' DI DIONISO: SECONDO IL MITO
MASCHERAMENTO
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Dioniso è presente in feste molto antiche non solo come dio del vino nuovo e dei morti, ma anche come arbitro dei giochi, di cui quello che più l'appassiona è il "gioco della straniero". Egli infatti ha sempre una maschera che cela l'identità della sua persona e ne favorisce l'errare vagabondo di città in città.

E' il dio che viene e che va, capace di assumere molteplici forme con cui dare sfoggio della propria superiorità (anche intellettuale). Ad Atene il suo culto faceva resuscitare dèi ed eroi semplicemente facendo parlare e muovere le maschere, simboli prediletti di questo dio delle apparenze e delle apparizioni, in grado di ispirare il brivido del sacro orrore e il delirio della risata liberatoria.

Dioniso ha più maschere: quella del bambino impaurito, abbandonato, che rischia di essere ucciso, e quella del vendicatore, "martellatore di uomini". La maschera serve soprattutto per ammaliare le sue prede, soprattutto di notte. Egli infatti non viene raffigurato per essere contemplato. E' lui che guarda fisso negli occhi la vittima designata.

I luoghi privilegiati dell'epifania dionisiaca sono lontani dalla sfera sociale comune, dai principali luoghi pubblici: sono cioè gli anfratti, le cavità scavate nella roccia, i coni d'ombra, luoghi sacri per le celebrazioni autonome, clandestine, alternative alle cerimonie religiose.

A differenza degli dèi dell'Olimpo, Dioniso non ha mai una sede fissa. E' soltanto uno straniero, che viene di lontano (Lidia, Tracia).


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25/04/2015