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LE DONNE

Alle donne Picasso non vuol dare tanto una carica erotica, quanto piuttosto una
forza aggressiva, di
contestazione.
Non può semplicemente dipingere donne normali che con facce scolpite abbiano sembianze
primitive. Ha bisogno di utilizzare le prostitute, perché esse rappresentano,
simbolicamente, le contraddizioni del suo tempo.
Il quadro è stato dipinto in maniera nervosa, esagitata, in tempi diversi. Peraltro appariva come incompiuto, come mancante di unità, e questo
nonostante un lavoro frenetico realizzato su 16
schizzi, tra l'autunno 1906 al
luglio 1907.
Le donne al centro guardano verso l'osservatore, in un atteggiamento poco
comprensibile: non si capisce infatti se, in maniera naturale, realistica, si
debba pensare a una messa in mostra della propria "merce", o se invece in questa
ostentazione di sé non vi sia un atteggiamento di sfida, di provocazione.
Gli sguardi non sono ammiccanti, sensuali, ma seri, fissi, velatamente
tristi, espressivi di un malessere esistenziale, come se i protagonisti fossero lì per
forza.
Sembra di assistere a un film diviso in tre tempi. La donna di sinistra entra
nella scena pronta a recitare ma non recita, perché rappresenta il passato che
va negato; le due di centro recitano la loro parte senza molta convinzione, con
pose rituali, poco sentite. Le ultime due a destra invece sono la negazione della contraddizione: una
negazione che non porta a una nuova positività, ma porta comunque a risolvere in
qualche modo un problema esistenziale reale.
Hanno una maschera, non vogliono
mostrare i loro sentimenti o i loro stati d'animo. Vogliono apparire diverse da
ciò che sono. Vogliono nascondersi ma restando sulla scena, vogliono assumere
un'identità diversa. Non vogliono lacerarsi tra desiderio e realtà, tra essere e
dover essere, voglio apparire "altro". Sono l'illusione di una diversità reale.
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Perché prostitute? Perché sono più umane delle Bagnanti di
Cézanne, meno anonime, più
vicine all'identità maschile alienata. Nelle Bagnanti l'artista le osserva
come un voyeur, quasi nascosto dietro una siepe. Qui invece le guarda di fronte,
come fosse già entrato nel bordello. |
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Picasso è l'uomo-artista che nell'atteggiamento delle donne non accetta la
propria alienazione ma se ne serve
per aggredire il mondo, per uscire dall'anonimato insignificante. Il bordello è il rifiuto del mondo borghese,
standardizzato, formale, legato a valori fittizi: è il luogo della
ricerca di una diversa umanità, un luogo al negativo, come può essere un
qualunque luogo in cui in definitiva prevalgono rapporti mercantili.
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Nelle loro teste, che ricordano le figure dipinte da Picasso nel 1906 a Gòsol
nei Pirenei, si possono riconoscere le caratteristiche fisionomiche di alcune
sculture in pietra iberiche, preromane: i grandi e neri occhi a mandorla, le
orecchie a spirale che, spinte in alto, assumono dimensioni gigantesche e fanno
da cornice ovale al viso, in cui mascella e mento sono molto evidenti. |
La testa della figura di sinistra, rappresentata di profilo con l'occhio
frontale, deriva da una convenzione pittorica presente nell'arte egizia e nelle
civiltà arcaiche conosciute anche attraverso la mediazione di Gauguin. |
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