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Il narratore e il personaggio
Appunti sulla narrativa di Alberto Moravia
Da Gli indifferenti a La vita interiore


Introduzione - 1. Struttura de La vita interiore - 2. Genesi e contesto storico-culturale de La vita interiore - 3. Il personaggio e la situazione narrativa - 4. Il personaggio e l'azione

Se ne va il Novecento: questo è il titolo del ricordo di Moravia apparso su "Il Mattino" il 28 settembre 1990, due giorni dopo la morte dello scrittore (1). E molto si è scritto - non solo in occasione della morte - sul ruolo centrale di Moravia nel panorama culturale italiano di questo secolo, sulle peculiarità della sua figura di scrittore e di intellettuale. Merita, a tale proposito, di essere riportata un'osservazione del giornalista Nello Ajello:

Carlo Levi, Ritratto di Alberto Moravia, 1932, Fondazione Levi, Roma (part.)

Se lui interveniva - e interveniva spesso - nelle cose del mondo, lo faceva in quanto cittadino, non in quanto scrittore. Il cittadino Moravia era sempre pronto, prodigo di risposte, fecondo di formule, ricco di intuizioni abili o geniali, dispensate per telefono o scritte con rapidità di cronisti per il "Corriere" o "L'Espresso". Dal canto suo, lo scrittore Moravia viveva rispetto al primo una vita parallela: perso dietro sogni, immagini, personaggi. (2)

La bella immagine di Ajello - che accosta la `presenza' del cittadino all'attività dello scrittore e ripropone la netta distinzione da Moravia più volte sostenuta fra intellettuale ed artista (3) - mi sembra quanto mai opportuna.

Giacché se è vero che il parallelismo di intellettuale e artista è la caratteristica più appariscente di Moravia, è vero anche che proprio la sua `presenza' nei dibattiti culturali e la sua statura di intellettuale hanno in qualche modo influenzato gli interventi critici sulla sua produzione artistica.

Una doppia tendenza, infatti, sembra caratterizzare la letteratura critica su questo autore: da una parte si è spesso discusso con e di Moravia come `ideologo', sostenitore dell'ideologia del `borghese onesto' (4) o di altra ideologia (5), e si sono spesso utilizzate, usate (piuttosto che interpretate) (6) le sue opere per contestare o meno tale ideologia (7), sottovalutando o ignorando - a parte alcune eccezioni, anche brillanti - il Moravia `artista', costruttore ed emittente del messaggio estetico (8); dall'altra parte si è trascurata la produzione di Moravia dopo La noia (1960) (9).

I due aspetti sono collegati, giacché, per lo più, si è ritenuto che a partire da questo romanzo l'intellettuale/ideologo, il presenzialista, sensibile alle mode culturali, abbia preso il sopravvento sull'artista (10).

Si tratta di un'impostazione critica non molto convincente: il vero punto sta nell'individuare il continuum (11) artistico-ideologico dello scrittore, nell'individuare le isotopie (12) tecnico-narrative e tematiche che attraversano tutta la sua opera.

È qui che potrebbero trovare risposta la questione della continuità/rottura nella produzione di Moravia, la questione del rapporto fra prodotto letterario e contesto storico-sociale per un autore così `impegnato', ed è qui soprattutto che emerge il sottile dialogo fra l'intellettuale e l'artista.

Da questo punto di vista, la lettura o rilettura delle opere di Moravia secondo metodi testuali più rigorosi è condizione imprescindibile di una risistemazione critica dell'autore. Come del resto la migliore studiosa del nostro scrittore, Franca Schettino, già nel 1974 aveva vigorosamente sottolineato (13).

Le pagine che seguono prendono in considerazione sostanzialmente tre opere: Gli indifferenti (1929), La mascherata (1941), La vita interiore (1978). Non si tratta tuttavia di un'analisi puntuale di questi tre testi, quanto piuttosto del tentativo di seguire - prendendo le mosse proprio dall'ultimo dei tre romanzi - uno specifico sviluppo del continuum dello scrittore, una particolare isotopia tecnico-narrativa e tematica (centralità del personaggio e motivi della sua azione). Il presente articolo naturalmente non vuole e non può essere esaustivo: si inserisce in una ricerca sull'opera di Moravia che da tempo chi scrive sta portando avanti (14), e sarà ripreso e approfondito in altra sede.


(1) La maggior parte degli interventi che hanno ricordato Moravia sono raccolti in Per Moravia. Press book della sua morte, a cura di Jader Jacobelli, Salerno Editrice, Roma 1990. L'articolo, di Paolo Giuntella, cui qui si fa riferimento, è alle pagine 83-85. (torna su)
(2) N. Ajello, Un impegno contro voglia, in "la Repubblica", 27 settembre 1990; ora in Per Moravia, cit, pp. 13-16; il passo citato è a p. 14. (torna su)
(3) Cfr., per es., A. Moravia, Intervista sullo scrittore scomodo, a cura di N. Ajello, Laterza, Roma-Bari 1978, cap. 5, Che cos'è un intellettuale, pp. 69-77. (torna su)
(4) Cfr. Edoardo Sanguineti, Alberto Moravia, Mursia, Milano 1962. (torna su)
(5) Da parte cattolica, per es., è stato contestato a Moravia l'essere "seguace della psicanalisi freudiana" e di aver ridotto "tutta la vita alla dimensione sessuale" (Ferdinando Castelli, Non ci accodiamo, "La Civiltà Cattolica", 3 novembre 1990; ora in Per Moravia, cit., pp. 45-50). (torna su)
(6) Sulle categorie di uso e interpretazione del testo narrativo, cfr. Umberto Eco, Lector in fabula, Bompiani, Milano 1979, e Umberto Eco, in La semiotica letteraria in Italia, interviste a cura di Marin Mincu, Feltrinelli, Milano 1982. (torna su)
(7) Esemplare di tale uso dell'opera di Moravia, uso tendente a mettere in luce le contraddizioni di uno scrittore ribelle e anticonformista, ma sostanzialmente innocuo perché la sua ideologia rimarrebbe pur sempre all'interno dell'orizzonte borghese, è la monografia di Roberto Tessari, Alberto Moravia. Introduzione e guida allo studio dell'opera moraviana. Storia e antologia della critica, Le Monnier, Firenze 1975. (torna su)
(8) Sottovalutare la costruzione del messaggio estetico è ancora più inspiegabile se si pensa che Moravia in varie occasioni ha sottolineato l'importanza, il primato che per lui hanno sempre avuto gli schemi letterari; egli ha affermato di essere partito spesso più che da un'idea contenutistica, da una suggestione formale, da un'impostazione di voce (cfr., per es., Enzo Siciliano, Alberto Moravia. Vita, parole e idee di un romanziere, Bompiani, Milano 1982, p. 69); o comunque sempre da un fatto `esistenziale' ("È una partenza esistenziale. Parto dall'esistenza, poi, senza volerlo, approfondendo la favola, arrivo al significato.
In termini più dimessi diciamo che racconto un caso della vita e poi rappresentandolo arrivo alla cultura", Alberto Moravia - Alain Elkann, Vita di Moravia, Bompiani, Milano 1990, p. 192).
Tra le eccezioni cui ho accennato, segnalo qui, per quanto riguarda la letteratura critica in lingua italiana, solamente alcuni lavori di Franca Schettino: Polivalenza e funzione critica dell'aggettivo ne "Gli indifferenti", in "Forum Italicum", III, 3 settembre 1969, pp. 355-374; Oggettività e presenza del narratore ne "Gli indifferenti" di Moravia, in "Revue des Etudes Italiennes", 3-4, luglio-dicembre 1974, p. 301, n. 4; Ambiguità estetica e dinamismo referenziale ne "Le ambizioni sbagliate" di Moravia, in "Le ragioni critiche", X (1982), 37-38, pp. 137-186.
Per quanto riguarda la letteratura critica tedesca, segnalo: Edward Reichel, Literarischer Text und politischer Kontext. Faschismuskritik in narrativer Form: Moravias "Gli indifferenti", in "Romanistische Zeitschrift für Literaturgeschichte", 4 (1980), pp. 65-81; Frank-Rutger Hausmann, Alberto Moravias "Gli indifferenti". Ende und Neuebeginn des italienischen Romans im 20. Jarhundert, in "Italienisch", 15 (maggio 1986), pp. 27-47; Heinz Thoma, Themen und Formen der "Racconti romani" von Alberto Moravia, in "Italienische Studien", 11 (1988) pp. 77-92; e i lavori di Peter V. Zima, la cui "textsoziologische Analyse" è di notevole interesse teorico e pratico, in particolare Gleichgültigkeit und Konformismus bei Alberto Moravia. Eine Studie über die Funktion von Ideologie, in "Romanistische Zeitschrift für Literaturgeschichte", 8 (1984), pp. 615-628. (torna su)
(9) La caratteristica di Moravia quale letterato, la cui immagine "è rimasta bloccata al passato", quale scrittore che ha continuato a produrre mentre le ultime storie letterarie "lasciano in bianco i tratti più recenti" della sua opera, è stata ben messa in luce da Cristina Benussi in Il punto su: Moravia, a cura di C. Benussi, Laterza, Roma-Bari 1987, pp. 42-43. (torna su)
(10) Di "prevaricazione dell'ideologo [...] sul narratore", prevaricazione che, insieme con la "puntigliosa utilizzazione di Freud, Marx, Wittgenstein", appannerebbe, a partire da La noia, le qualità di scrittore di Moravia, ha parlato, per es., Lorenzo Mondo, Un classico d'oggi in "La Stampa", 27 settembre 1990, ora in Per Moravia, cit., pp. 114-117.
Per una diversa - pressoché isolata - interpretazione, si veda F. Schettino, Proposta di lettura-guida di Moravia con note di metodologia, in "Belfagor", XXX, 5 (1975), pp. 569-582. (torna su)
(11) Assumo il concetto di continuum nella definizione datane da Maria Corti: "quel processo di espansione della scrittura da un testo all'altro per cui ogni testo è insieme chiuso e aperto, ubbidisce alla propria legge e a quella del macrocosmo artistico dell'autore in cui è immerso" (M. Corti, Beppe Fenoglio. Storia di un "continuum" narrativo, Liviana, Padova 1980, p. 10). Tale impostazione critica mi pare produttiva per un autore `ripetitivo', `monotematico' come Moravia, per il quale le svolte spesso sono espansioni/sviluppi da un testo all'altro ("Nella mia narrativa non ci sono mai state svolte; semmai ho ripreso dei temi che avevo appena accennato senza svilupparli a fondo", A. Moravia - A. Elkann, op. cit., p. 271). (torna su)
(12) Per la categoria di isotopia, quale ripetizione semantica che conferisce coerenza al testo (qui: al macrotesto, all'opera complessiva dello scrittore), testi di riferimento sono le opere di Algirdas J. Greimas, soprattutto Sémantique structurale. Recherche de méthode, Larousse, Paris 1966. Cfr. anche U. Eco, Lector in fabula, cit., pp. 92-101. (torna su)
(13) "Una rassegna dei lavori su Moravia apparsi negli ultimi venti anni rivelerebbe che ben pochi di essi si sono impegnati in una seria rilettura dei testi", F. Schettino, Oggettività e presenza del narratore ne "Gli indifferenti" di Moravia, cit., p. 301, n. 4. (torna su)
(14) Cfr. G. Lanza, L'ambiguo campo semantico. Personaggio e realtà nell'opera del `primo' Moravia, Dissertazione, Wuppertal 1990. (torna su)
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L'autore di questo ipertesto è Giovanni Lanza il cui sito è qui: www.giovanni-lanza.de/alberto moravia.htm
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Ultimo aggiornamento: 17-04-12.