TEORICI
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AGOSTINO D'IPPONA (354-430): verità interiore, Scritture e Chiesa I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X - XI - XII
L’esperienza del dubbio e la polemica contro gli scettici hanno convinto Agostino della natura interiore della verità e della necessità di andare in cerca della verità nella propria interiorità, ripiegandosi su se stesso. “Non uscire da te, ritorna in te stesso; la verità abita all’interno dell’uomo”. Viene subito da pensare a Socrate e a Platone, alla maieutica del primo e alla teoria della conoscenza come ricordo del secondo. Ma in Agostino la verità non è parto dell’anima né ricordo. E’ insegnamento interiore divino. Infatti, Agostino alla tesi appena citata aggiunge: “E se troverai la tua natura mutevole, trascendi anche te stesso. Ma ricorda, quando trascendi te stesso, tu trascendi l’anima razionale. Tendi pertanto là dove s’accende il lume stesso della ragione”.1 Torna in te stesso, ma non fermarti a te stesso. La natura umana, infatti, anche nel suo versante interiore, è mutevole e inaffidabile: non solo i sensi ma anche la coscienza e la ragione possono sbagliare. La verità che è all’interno dell’uomo non è l’uomo, ma ciò che di divino c’è nell’uomo. Viene da pensare a Plotino, la cui filosofia Agostino utilizza ampiamente, ma Plotino è l’ultimo dei greci mentre Agostino è cristiano. Per il filosofo cristiano ciò che di divino c’è nell’interiorità umana non è solo la forza divina dell’uomo che lo mette in condizioni di avvicinarsi agli dei, ma è la presenza del magistero divino. Non è solo ciò che nell’uomo lo rende simile agli dei, è la presenza stessa di Dio nell’uomo. Agisce qui la profonda differenza metafisica tra Plotino e Agostino, determinata dall’idea biblica e cristiana della creazione, molto diversa dall’idea plotiniana di emanazione. L’emanazione garantisce continuità ontologica nel procedere delle cose dall’Uno. La creazione dal nulla introduce un salto ontologico tra il creatore e le creature: tra il primo e le cose c’è l’abisso del nulla. L’uomo di Plotino, ancorato ontologicamente all’Uno da cui deriva, ha in sé la forza per arrivare alla verità e per tornare all’Uno. Può contare su di sé. L’uomo di Agostino, se conta su di sé, precipita nel nulla che lo separa dal suo creatore. Il fondamento ontologico plotiniano dell’autonomia umana in Agostino non c’è più. Non solo: c’è stato anche il peccato originale che ha compromesso gravemente la primitiva natura umana. Senza l’aiuto divino l’uomo non arriva alla verità e si perde in se stesso. Agostino parla di illuminazione divina, di divino maestro interiore. La verità è, per Agostino, frutto di rivelazione divina interiore, che si aggiunge alla rivelazione divina fissata nelle sacre scritture. L’assistenza divina di cui l’uomo, in cerca della verità e della salvezza, ha bisogno è duplice: c’è il libro delle verità rivelate, ma c’è anche l’illuminazione che guida ogni uomo che si ripieghi su se stesso. Ragione e fede sono, pertanto in profondo accordo: hanno la stessa fonte nella doppia rivelazione divina, interiore e nelle scritture. La vera filosofia e la vera religione coincidono. Crede ut intelligas e intellige ut credas. Credi per capire e comprendi per credere. La doppia formula esprime efficacemente il sostegno reciproco che fede e ragione si prestano, il loro equilibrio e il bisogno di integrazione reciproca. La vera fede si offre alla comprensione razionale. Senza o contro la ragione non si ha vera fede. La ragione retta apre alla fede e la comprende. Senza o contro la fede la ragione si perde. Dio ha rivelato le verità della fede delle sacre scritture e parla all’interno di ogni uomo. Non solo: ha fondato la sua chiesa. La ricerca interiore ha nelle sacre scritture e nella comunità ecclesiale ciò che la salva dal rischio del solipsismo individualistico. Coesistono in Agostino la fede nell’illuminazione divina della ragione, la fede nelle verità rivelate delle Scritture e la fede nella Chiesa. La sua è, nello stesso tempo, religione razionale, fondata sulla coscienza individuale, religione del libro e religione ecclesiastica. La coscienza individuale porta l’individuo alla fede nelle sacre scritture, di cui la Chiesa, istituzione divina, è la sola interprete. In tutte le polemiche, che accompagnano la sua attività pastorale, Agostino cerca sempre di tenere insieme questi tre aspetti, accentuando ora l’uno ora l’altro, sotto l’urgenza del momento. E il succedersi di esigenze diverse porta ad un pensiero che sembra caratterizzarsi per svolte profonde e che si presta ad utilizzazioni diverse, anche opposte. Ad Agostino, infatti, ricorrono sia quelli che propongono il primato della coscienza individuale e del libero esame delle sacre scritture, sia i clericali più convinti. Protestanti e Cattolici, in età moderna, trovano in lui un padre autorevole. E tutti hanno in lui elementi di appiglio, scelti dal suo tormentato lavoro, teso a tenere insieme coscienza individuale, Scritture e Chiesa. Agostino usa ampiamente il pensiero di Plotino, ma l’idea di creazione divina dal nulla cambia radicalmente il quadro metafisico e le possibilità umane di approdo alla verità e alla salvezza. All’autonomia razionale individuale dell’uomo di Plotino subentra la radicale insufficienza dell’uomo agostiniano. Senza illuminazione divina interiore, senza la verità rivelata delle sacre scritture e al di fuori della Chiesa l’uomo si perde. Del logos della filosofia greca resta solo il nome. Note 1 De vera religione, XXXIX, 72. Fonte: ANNO ACCADEMICO 2009-10 - UNIVERSITA’ POPOLARE DI TORINO Torino 6 febbraio 2010 Giuseppe Bailone ha pubblicato Il Facchiotami, CRT Pistoia 1999. Nel 2006 ha pubblicato Viaggio nella filosofia europea, ed. Alpina, Torino. Nel 2009 ha pubblicato, nei Quaderni della Fondazione Università Popolare di Torino, Viaggio nella filosofia, La Filosofia greca. Due dialoghi. I panni di Dio – Socrate e il filosofo della caverna (pdf) Plotino (pdf) L'altare della Vittoria e il crocifisso (pdf) Testi
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