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Questa tesi cercherà di sviluppare i seguenti
argomenti principali:
1. Esiste una natura umana: l’assunzione della sua esistenza
è la base della stessa psicologia dinamica.
2. La natura umana non è costituita solo da impulsi
biologicamente determinati, ma è mutevole nel corso
dell’evoluzione storica.
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3. L’essenza della natura dell’uomo è definita dalla
contraddizione fondamentale intrinseca nella sua stessa
esistenza, cui l’uomo è spinto a cercare una soluzione, e le
soluzioni possibili sono soltanto due: quella progressiva e
quella regressiva.
3.1 Scegliendo la soluzione progressiva, l’uomo sviluppa le
proprie potenzialità umane e diviene vieppiù capace di agire
secondo ragione e autocoscienza; praticando la soluzione
regressiva egli perde le sue facoltà umane e si lascia
trascinare sempre più dalle sue passioni irrazionali.
4. Nella misura in cui l’uomo può ancora scegliere tra le due
alternative, egli è libero: perde questa libertà quando uno dei
due tipi di passioni ha già sopraffatto l’altro.
4.1 Ciò si verifica in una ristretta minoranza di individui:
per i più, invece, esiste, in misura per ognuno diversa, la
libertà di scelta.
4.2 Perdere la libertà nel senso di divenire incapaci di
scelte regressive è, naturalmente, eticamente superiore da un
punto di vista etico ad ognuna delle altre due situazioni.
4.2.1 L’individuo che abbia perso tale libertà è in realtà
l’individuo completamente ‘libero’ (nel senso di attributo del
suo carattere).
5. L’uomo non è dunque né buono né malvagio: egli possiede
entrambe le potenzialità; lo sviluppo dell’una o dell’altra
potenzialità comporta, da un punto di vista etico, una
differenza qualitativa.
6. Il carattere di un individuo esprime il livello da questi
raggiunto nel cammino verso la soluzione progressiva o verso la
regressione. Le differenze di carattere sono dunque differenze
eticamente qualitative.
7. Il carattere sociale è espressione del livello raggiunto
da una società nel processo di individuazione: le differenze tra
il carattere sociale delle varie culture sono quindi anch’esse
eticamente qualitative.
8. Nella misura in cui la struttura socioeconomica di una
società condiziona il nucleo caratteriale comune alla maggior
parte degli individui e quindi limita o favorisce il cammino
dell’uomo verso la sua individuazione e verso soluzioni
progressive, le differenze tra culture e tra le rispettive
strutture socioeconomiche ad esse connesse sono rilevanti da un
punto di vista etico: anch’esse sono differenze qualitative.
9. Vi sono tipi di esperienza la cui consapevolezza non è
consentita nell’ambito di una certa cultura: non potendo passare
attraverso il filtro sociale di tale cultura, tali esperienze
andranno a far parte dell’inconscio sociale.
9.1 La carente visione della realtà, di cui è responsabile la
repressione della consapevolezza, genera il bisogno di appianare
le incongruenze per mezzo dell’accettazione delle ideologie
dominanti, allo scopo di ottenere un quadro coerente, seppur
falso, del mondo.
10. Religioni e sistemi di pensiero si radicano anch’essi
nella struttura del carattere: per tramite di esso esprimono lo
spirito di una società o classe sociale. Nella misura in cui
favoriscono lo svilimento dell’uomo o al contrario lo
ostacolano, sono anch’essi qualitativamente differenti da un
punto di vista etico.
11. Il cammino dell’uomo è dunque quello che va dalla sua
origine animale, arcaica, verso l’indipendenza dai vincoli
primari e la libertà positiva; affinché l’uomo possa procedere
in esso, è obbligato lo sviluppo progressivo delle sue qualità
umane.
12. Nel vecchio testamento si può rintracciare la
rappresentazione metaforica del cammino dell’uomo dalle sue
origini arcaiche verso l’individuazione, dall’idolatria alla
libertà.
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