LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


I METECI E LA CITTA'

LA CONDIZIONE DEGLI STRANIERI RESIDENTI NELL'ATENE DEL PERIODO CLASSICO
(VI - IV SECOLO)

Motivi d'interesse - Il ruolo economico dei meteci nell'Atene del periodo classico (VI - IV secolo) - Il "meteco ideale" - Due atteggiamenti verso i meteci

La presenza in tutte le città-stato greche dei meteci ["metoikoi" in greco: cioè coloro che abitano (oikeo), stabilmente o comunque per un lungo periodo, accanto o tra (metà) i veri cittadini], fu un fatto assolutamente cruciale per il loro sviluppo complessivo, in particolare nel periodo di passaggio tra la fase arcaica e quella propriamente classica della loro storia. Tuttavia, e in contrapposizione a un tale dato di fatto inoppugnabile, bisogna notare come gli 'stranieri residenti', se si escludono rarissime eccezioni, non godessero mai - in qualità appunto di 'ospiti' e quindi di non-cittadini - di diritti eguali a quelli dei cittadini a pieno titolo: in particolare, e principalmente, del diritto alla proprietà fondiaria (che non a caso era indissolubilmente legato, nella cultura politica greca, allo status di cittadino) e di quello (comune invece, quantomeno negli stati a regime democratico, all'intero corpo dei cittadini, senza rilevanti distinzioni di censo e di rango) alla partecipazione alle attività politiche e decisionali della città ospitante.

Del resto, proprio in conseguenza della loro peculiare condizione giuridica, i meteci si dedicavano praticamente sempre ad attività il cui carattere era - a volte più, a volte meno direttamente - legato ai commerci, in contrapposizione a buona parte della popolazione libera ed autoctona, le cui attività economiche rimanevano al contrario di solito - tanto per ragioni patrimoniali (l'essere cioè proprietaria delle terre), quanto per ragioni culturali o 'di prestigio' - vincolate alla terra.

Ciò che cercheremo di approfondire in questo articolo, sarà soprattutto la condizione dei meteci nell'Atene classica (ovvero tra VI e IV secolo). E ciò per due ordini di ragioni: 1) perché Atene è, tra tutte le città-stato greche, quella la cui vita sociale ci è dato di conoscere maggiormente, 2) perché in Atene - anche grazie ad un'evoluzione anomala, in quanto decisamente ritardata rispetto alla maggior parte delle altre città-stato elleniche - i meteci assolsero un ruolo davvero cruciale, quantitativamente (se non qualitativamente) molto diverso da quello svolto all'interno degli altri stati greci, anche peraltro in quelli a carattere più spiccatamente mercantile.

D'altronde, se qui di seguito ci interesseremo ai meteci, non sarà tanto per ragioni intrinsecamente legate alla loro condizione, bensì piuttosto alla luce di una visione più ampia e - diremmo - d'insieme, della vita della città-stato ateniese. Tenteremo difatti di rispondere alle seguenti domande: 1) che apporto diedero i meteci - tanto sul piano economico e produttivo, quanto su tutti gli altri piani… - alla vita sociale ateniese?; 2) come, dal canto loro, i cittadini ateniesi ne recepirono la presenza?; 3) e come infine - in conseguenza di ciò - essi scelsero di rapportarsi ad un simile 'corpo estraneo'?

Il discorso che seguirà si snoderà quindi su tre piani complementari: a) il ruolo economico e sociale svolto dai meteci nell'Atene classica; b) una breve analisi di quella che, con ogni probabilità, fu un'idea - astratta e idealizzata - di meteco, ampiamente condivisa dalla cittadinanza ateniese, soprattutto nel periodo classico della sua storia; c) i diversi comportamenti e atteggiamenti (nonché le loro rispettive origini e ragioni d'esistenza) assunti da quest'ultima nei confronti di tale presenza.


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015