IL MODO DI PRODUZIONE ASIATICO (M.P.A.) L'M.P.A. 'ALL'OCCIDENTALE' Abbiamo qui sopra avvicinato in qualche modo l'M.P.A. all'M.P.O., mostrando come anche nel primo si sviluppino - seppure in forme e in misura diversa che nel secondo - delle forme di appropriazione privata dei beni, in conseguenza della diffusione delle attività di scambio (e di quelle ad esse legate), e della conseguente invenzione della moneta, espressione di un concetto più volatile e teorico di ricchezza rispetto a quelli che potremmo invece definire i semplici 'beni di consumo diretto'. Ora, al contrario, vogliamo avvicinare l'M.P.O. alla forma asiatica dello Stato, delineando un tipo di sviluppo di esso particolarmente vicino alle società di casta tipicamente orientali. Per fare questo però, dobbiamo tornare al discorso sugli "ordini", già affrontato - anche se per ragioni e in un contesto molto diversi - nel paragrafo sui caratteri peculiari dell'M.P.O. Già in quel contesto, avevamo descritto un tale tipo di categorizzazione sociale come intermedia tra quella delle "caste" (divisioni di carattere funzionale, ovvero interamente legate al tipo di mansione svolta dall'individuo nella catena delle attività pianificate di una data organizzazione sociale, e prescindenti quindi dal concetto stesso di ricchezza personale) e quella opposta delle "classi" (forme di categorizzazione sociale interamente legate - al contrario delle prime - al possesso patrimoniale dei soggetti e prive di qualsiasi implicazione di carattere funzionale - i cittadini occidentali, a differenza dei sudditi asiatici, non sono difatti funzionari che svolgono mansioni affidategli dallo Stato, bensì (almeno teoricamente) liberi artefici della propria vita…). Si spiegava come gli ordini, in quanto appunto logicamente intermedi rispetto alle precedenti forme di categorizzazione sociale, siano caratterizzati da una parte dal possesso di beni a titolo privato (i cittadini più nobili, ad esempio, sono sempre quelli più ricchi), dall'altra dall'ereditarietà delle cariche (il figlio di un nobile sarà sempre nobile…, ecc. - un fattore questo, che abbiamo chiamato d'elezione, e che distingue questa forma dalle precedenti), nonché infine da una divisione di carattere funzionale della popolazione (la catena delle attività sociali è qui infatti, più o meno come nell'M.P.A., abbastanza rigidamente strutturata, ragion per cui ai nobili toccherà più o meno sempre di svolgere alcune attività, ai plebei altre, ecc.). Vediamo ora alcune implicazioni di un tale tipo di organizzazione, nonché i punti che la avvicinano e quelli che la allontanano da quella delle caste, ovvero dall'M.P.A. Ciò che avvicina questo tipo di organizzazione sociale a quella più strettamente asiatica, è essenzialmente il fatto che in essa viga una distribuzione dei compiti sociali già decisa in partenza, caratteristica che rende un tale modo produttivo - come avviene appunto anche per quello asiatico - una realtà tendenzialmente 'chiusa' e statica (tale società infatti inizia a divenire maggiormente dinamica, solo a partire dal superamento della logica degli ordini in senso stretto…). Non si può però parlare per essa di cittadini/funzionari (e ciò soprattutto per ciò che concerne i grandi feudatari), poiché non esiste in essa un potere centrale forte. Certo, può esistere un sovrano che si pone a capo dell'intera comunità gentilizia (la compagine dei nobili ) - ma tra questi egli questi è di solito soltanto un "primus inter pares", e non certo un sovrano di stampo asiatico, che svolga un ruolo di assoluta centralità direttiva. D'altronde, proprio il presupposto principale dell'M.P.A. - quello cioè quello dell'assenza di proprietà privata dei singoli individui, che si traduce poi in una proprietà unica nelle mani del Sovrano, sorta di semi-dio terreno - viene qui a mancare! I grandi feudatari sono qui effettivamente tali, vale a dire non sono gestori delle proprie terre in quanto funzionari statali - bensì proprio in qualità di padroni di esse, e spesso anche (nelle forme più primitive) dei soggetti che vi lavorano. Allo Stato asiatico, si sostituisce qui un altro tipo di Stato che - seppure non ancora democratico - è già comunque oligarchico, in quanto si basa sul dominio di pochi - anziché su quello di un unico individuo! D'altronde, l'ereditarietà delle cariche e del censo si giustifica - in un simile contesto, basato appunto su una divisione funzionale dei ruoli sociali - proprio in ragione del fatto che soltanto attraverso un tale espediente (ovvero la trasmissione ereditaria sia dei possedimenti fondiari, che delle mansioni sociali) si può evitare che la società scivoli in uno stato costante di disordine … in una guerra permanente tra i suoi componenti al fine di accaparrarsi i 'bocconi migliori'. Questa dunque la natura - fondamentalmente intermedia tra quella dell'M.P.A. e quella dell'M.P.O. (almeno, per ciò che concerne quest'ultimo, nei suoi stadi più avanzati) - della società degli ordini. Né deve stupire il fatto che un tale stadio, che possiamo definire 'gentilizio', o degli ordini, o - con un occhio all'organizzazione produttiva e alla distribuzione della proprietà in esso vigenti - feudale-medievale, si collochi : o a) all'inizio della linea di sviluppo tipicamente occidentale, o b) in momenti di momentaneo regresso e arretramento di essa. Può essere infine interessante, cercare di capire in che modo e per quali ragioni si passi di solito, nell'M.P.O., da una società degli ordini 'pura' ad una di tipo misto, cioè insieme di ordini e di classi, per giungere infine ad una di tipo pienamente classista. Essenziale è il fatto che - in un tipo di organizzazione privatistica, nella quale è di conseguenza possibile l'appropriazione dei beni a titolo privato - vari ordini di fattori possano determinare tanto una perdita di questi ultimi, quanto un loro acquisto o guadagno. In tale situazione, se da una parte l'antica nobiltà tende spesso a decadere, dall'altra lo sviluppo di nuove attività - quali l'artigianato, il commercio, ecc. - porta col tempo sia al superamento della ricchezza puramente agraria (e dell'economia di mera sussistenza) come unica forma possibile, sia all'emergere di nuove forme di ricchezza (ancora una volta, come già nell'M.P.A., legate essenzialmente al possesso monetario). In tal modo, il divario economico tra i due ceti - quello fondiario e nobiliare, e quello dei semplici 'plebei' - tende a smussarsi (è ciò che, ad esempio, accadde in Grecia a partire dal IX sec. circa con la fine del cosiddetto 'Medioevo ellenico', o ciò che porta al collasso del sistema feudale cristiano, così come del resto ciò che determina la fine della fase monarchica - integralmente gentilizia - della società romana…), con il risultato che gli ordini perdono quella natura chiusa e irrevocabile che li caratterizzava in precedenza. Si crea così una società mista, intermedia tra ordini e classi, in cui è possibile, pur con alcune difficoltà, passare da un ordine a un altro (abbiamo già ricordato - a tale proposito - la vicenda del liberto Trimalcione narrata da Petronio, un autore romano che racconta le peripezie affrontate - peraltro inutilmente - da un ex-schiavo per accedere, dopo aver raggiunto una cospicua ricchezza, a un rango di tipo nobiliare!). Da qui allo stadio integralmente classista il passo può non essere temporalmente breve, ma i meccanismi che da cui ciò sarà determinato resteranno all'incirca gli stessi che hanno determinato la fine della società degli ordini 'pura'. Abbiamo dunque delineato qui una forma di organizzazione sociale che, pur di tipo occidentale - in quanto privatistica -, è per molti aspetti ancora estremamente simile a quella asiatica o di casta. Tale forma ha difatti, come si è appena visto, una natura in sostanza ancora 'primitiva'. L'M.P.O. non riesce perciò ancora a esprimervi tutti i caratteri che potenzialmente gli sono propri: ovvero - oltre al libero possesso privato, già presente perché a esso consustanziale - quelli inerenti la capacità dei soggetti di determinarsi autonomamente attraverso una libera gestione delle proprie attività economico-produttive, ormai fondamentalmente emancipate dal controllo delle strutture politiche comunitarie. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - Sintesi di tutto l'ipertesto Adriano Torricelli - Homolaicus - Contatto - Sezione Economia |