www.resistenze.org - materiali resistenti in linea - dizionario enciclopedico marxista - - n. 222

a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare di Torino

Dizionario enciclopedico marxista


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U

Umanesimo, Utopia

Umanesimo

Questo termine indica tanto la nota corrente di pensiero che nel Rinascimento cambiò radicalmente l'ideologia medievale della persona umana, quanto, per estensione, ogni filosofia che consideri direttamente l'uomo come oggetto centrale della propria ricerca (Antropologia). Da qui l'interpretazione del marxismo come forma contemporanea di umanesimo sviluppata da non pochi marxisti. A parte le differenze specifiche riscontrabili al suo interno questa interpretazione si può riassumere nei due punti seguenti:

– il marxismo è in sostanza una nuova concezione della persona umana che si basa su premesse scientifiche e materialistiche; la critica dell'economia politica mette in luce i modi di dipendenza dell'uomo dalla formazione economico-sociale di cui è pane e che pure egli stesso ha creato e continua a far vivere; nel contempo svela i meccanismi attraverso i quali le formazioni cambiano e si dissolvono;

– il comunismo è la realizzazione più compiuta dell'umanesimo: perciò questo comprende come momento essenziale la lotta, la pratica necessaria alla sua affermazione; è, per usare le parole del filosofo polacco Adam Schaff, «umanesimo militante».

Da quanto detto si comprende che l'umanesimo marxista non intende certo porsi come generica filosofia dell'uomo né come forma di interesse per l'uomo in astratto: qui il lamento sulla sua condizione si arresta sempre prima di arrivare alle cause. Né d'altra parte può essere confuso con quelle tendenze vaghe, quando non apertamente ostili a ogni ipotesi di potere reale da parte del proletariato, che possono essere assimilate alla formula del «socialismo dal volto umano».

Detto questo, e riconosciuto all'umanesimo marxista il merito di aver denunciato certe forme di marxismo troppo inclini a chiudersi in un rigore scientifico separato dalla considerazione delle condizioni umane, è tuttavia necessario chiedersi se e quale senso reale abbia parlare di umanesimo marxista oltre i limiti di una certa genericità. Che Marx e Engels non abbiano mai avuto in mente di elaborare una teoria scientifica per il puro e semplice amore della scienza è un dato di fatto che emerge da tutte e da ciascuna delle loro opere (Etica); da qui a registrare come specifico umanesimo questa caratteristica del marxismo vi è una notevole differenza che molti marxisti trovano, in sostanza, riduttiva.

Utopia

Questo termine, che letteralmente vuol dire «che non è in nessun luogo», viene usato nel marxismo in due modi diversi, uno negativo e l'altro positivo.

Il primo è legato al rifiuto di una corrente di pensiero che riprendeva, più o meno consapevolmente, un tema illustrato da Tommaso Moro in una celebre opera dal titolo significativo Della migliore costituzione di uno Stato e della nuova isola di Utopia (1516); essa può essere considerata il prototipo di tutte le opere successive in cui si descrivevano, talvolta fin nel dettaglio, Stati o società ideali. Con la differenza che nella prima metà del secolo XVI la «nuova isola» era la manifestazione di un grande pensiero critico nei confronti della realtà di quel tempo; tre secoli dopo, quando vivevano ancora Fourier e Saint-Simon, era una nobile moda letteraria i cui seguaci si sarebbero ben presto appellati «alla filantropia dei cuori e dei portafogli borghesi». A questo «socialismo e comunismo critico-utopistici», senza mai disconoscerne i meriti, viene opposto il socialismo scientifico che non comporrà «romanzi» su una futura società ideale ma studierà il «movimento reale» che porta alla trasformazione della società. L'utopia come «ricetta per le cucine dell'avvenire» viene bandita da Marx e da Engels. Il secondo modo di intendere l'utopia si fonda su questa considerazione: pur non contenendo specifiche anticipazioni sulla futura società il marxismo implica più di un generico riferimento alla fine delle classi, dello sfruttamento, dello Stato; quest'epoca nuova dell'umanità è lo scopo del marxismo stesso. A meno di non catalogarlo come un'analisi della società presente senza altri fini che la sua corretta descrizione, senza alcuna richiesta, di un qualsiasi impegno personale; in tal caso né il «partito» né l'azione avrebbero un senso. Da qui l'affermazione che l'utopia, intesa come risultato lontano ma non immaginario, come obiettivo storico generale indicato dalla conoscenza scientifica dello sviluppo della società, ha nel marxismo una funzione di stimolo all'attività rivoluzionaria. Ernst Bloch, per esempio, ha chiamato «utopia concreta» la forza latente ma operante «di una realtà ultima che influisce concretamente su quella attuale».