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LE DONNE
Alle donne Picasso non vuol dare tanto una carica erotica, quanto piuttosto una forza aggressiva, di contestazione. Non può semplicemente dipingere donne normali che con facce scolpite abbiano sembianze primitive. Ha bisogno di utilizzare le prostitute, perché esse rappresentano, simbolicamente, le contraddizioni del suo tempo. Il quadro è stato dipinto in maniera nervosa, esagitata, in tempi diversi. Peraltro appariva come incompiuto, come mancante di unità, e questo nonostante un lavoro frenetico realizzato su 16 schizzi, tra l'autunno 1906 al luglio 1907. Le donne al centro guardano verso l'osservatore, in un atteggiamento poco comprensibile: non si capisce infatti se, in maniera naturale, realistica, si debba pensare a una messa in mostra della propria "merce", o se invece in questa ostentazione di sé non vi sia un atteggiamento di sfida, di provocazione. Gli sguardi non sono ammiccanti, sensuali, ma seri, fissi, velatamente tristi, espressivi di un malessere esistenziale, come se i protagonisti fossero lì per forza.
Picasso è l'uomo-artista che nell'atteggiamento delle donne non accetta la propria alienazione ma se ne serve per aggredire il mondo, per uscire dall'anonimato insignificante. Il bordello è il rifiuto del mondo borghese, standardizzato, formale, legato a valori fittizi: è il luogo della ricerca di una diversa umanità, un luogo al negativo, come può essere un qualunque luogo in cui in definitiva prevalgono rapporti mercantili.
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Homolaicus - Ultima modifica: 05 agosto 2013 - Sez. Arte |