LUIGI PIRANDELLO, La signora Frola ed il signor Ponza, suo genero

LUIGI PIRANDELLO, La signora Frola e il signor Ponza

I - II - III - IV - V - VI - VII - VIII - IX - X

LUIGI PIRANDELLO

Il testo (pdf-zip)


Da questa novella, scritta nel 1915, fu tratta la commedia Così è (se vi pare), rappresentata per la prima volta nel 1917, poi rifatta con ampie varianti nel 1925. Valdana è un paese immaginario, ma si può presumere che l'ambientazione sia in Sicilia.

Con questa novella Pirandello ha voluto far credere ai suoi lettori che possono esistere situazioni in cui è impossibile fare valutazioni obiettive, ponderate, veridiche, per cui in tali casi è meglio sospendere il giudizio (epoché) e lasciare che le cose facciano il loro corso, procedano secondo una propria logica interna, evitando sia di capirle che di modificarle.

Non è da escludere ch'egli, avendo avuto un rapporto molto travagliato con la moglie, volesse difendersi dall'accusa di essere stato, in qualche modo, responsabile della follia della stessa.

Indubbiamente la novella è un invito alla rassegnazione di fronte a talune situazioni che avvengono in maniera apparentemente inspiegabile o che comunque non sono interpretabili secondo i consueti schemi. E' un invito a credere che possono esistere situazioni nei confronti delle quali il buon senso o il senso della gente comune non è sufficiente per capirle.

Il buon senso serve soltanto ad accettarle così come sono, senza intromettersi nella differenza esistente tra ragione e follia, anzi arrivando a considerare ragionevole anche la follia, quella follia che non è soltanto nell'atteggiamento particolare (stravagante) di qualcuno, ma anche nella stessa impossibilità di dare interpretazioni obiettive, oggettive, al cospetto di certi fenomeni o comportamenti. E' follia di massa.

Il lettore (e quindi il pubblico) viene invitato a farsi da parte, perché tanto non sarebbe in grado di capire e qualunque tentativo facesse sarebbe falsato in partenza. In tal senso la novella è tristissima, amarissima, ideale per mettere il lettore nelle condizioni di accettare qualunque evento storico, foss'anche sommamente catastrofico, come in effetti fu, specie per l'Italia, quella della I guerra mondiale.

* * *

Il Ponza fa la parte del meridionale geloso, che usa la propria rivalità con la suocera Frola per tenere la moglie lontana da tutti, segregata. E questa s'adegua al sopruso, a una mentalità personale che in realtà è espressione di una cultura maschilista dominante.

Pirandello sta dicendo che certi comportamenti meridionali sono assurdi, ma siccome non può dirlo esplicitamente, poiché egli stesso è meridionale e per di più siciliano, preferisce farlo capire attraverso la finzione di una vicenda assurda, che suscita al massimo dell'umorismo.

Qui non c'entra niente il classico diverbio tra suocera e genero: sarebbe stato banale. Pirandello vuol mettere alla berlina i matrimoni siciliani. E lo fa cercando addirittura di mostrare che l'atteggiamento morboso, esclusivo del Ponza era dettato da esigenze d'amore, e che la vera egoista era la suocera, che voleva violare il nido d'amore che lui s'era creato.

Delle due versioni dei fatti quella della Frola è troppo elaborata e cervellotica. Lo è così tanto da rendere inverosimile persino quella del genero, secondo cui la suocera era pazza. A ingarbugliare ulteriormente le cose il fatto che l'autore sovrappone le proprie considerazioni alle dichiarazioni dei due principali protagonisti, sicché alla fine non si comprende più chi stia parlando.

Questa novella è riuscita male perché alla fine appare come un semplice gioco intellettuale, in cui l'autore prova a dir tutto e il suo contrario, dando l'impressione di voler soltanto stupire, di far vedere al suo lettore l'effetto speciale, che è poi un effetto fine a se stesso, quello di confondere le acque, senza mai trovare una via d'uscita. Non a caso i dialoghi sono pochissimi, anche se ovviamente non nella riduzione teatrale.

L'autore ha voluto fare ampie concessioni a periodi lunghi e complessi, carichi di parentesi e subordinate, che esprimono le circonvoluzioni mentali dei protagonisti. La scrittura ha un carattere esagitato: il narratore si rivolge al lettore con continue domande ed esclamazioni; i personaggi si esprimono in maniera molto concitata; l'uso frequente del discorso indiretto libero spinge il lettore a identificarsi coi vari punti di vista degli interlocutori.

Le due versioni avrebbero potuto essere usate come arringhe dell'accusa e della difesa in un processo, o come testimonianze opposte in un racconto giallo o come indovinello di tipo logico, analogo a questo: "Prima di morire puoi fare solo una dichiarazione - disse il generale al soldato semplice: se dirai la verità sarai impiccato; se mentirai sarai fucilato". E quello, pensandoci un po', riuscì naturalmente a salvarsi.

Insomma la novella è pura retorica, mero artificio sofistico, ipotesi speculative che non portano da nessuna parte, proprio perché non si vuol giungere in alcun modo alla verità delle cose. La gente vien fatta passare per ingenua, incompetente, incapace di distinguere verità da finzione.

Quali sono gli aspetti più assurdi?

  1. che la moglie - se avesse ragione la madre di lei - finga di essere la sua seconda moglie;
  2. che la madre di lei finga di dover essere pazza, credendo che la figlia sia ancora viva, quando - stando alla sua versione - questa è davvero sua figlia;
  3. che il genero si porti appresso una suocera che, stando alla sua versione, secondo cui la prima moglie è morta, non può avere lo stesso grado di parentela;
  4. che i parenti della moglie l'abbiano riportata al marito, pur sapendo che questi era impazzito (lei stessa era finita in manicomio per colpa di lui);
  5. che il Ponza guarisca dopo il secondo matrimonio simulato.

Ci si può comunque chiedere sino a che punto possa reggere un matrimonio basato sulla finzione. Pirandello illude il lettore di credere che nella finzione, nella menzogna a fin di bene, detta quotidianamente, si possa tenere in piedi una qualunque relazione umana.

Qui non si comprende se davvero Pirandello stesse criticando il matrimonio meridionale o quello borghese dell'Italia settentrionale. Sarebbe interessante verificare se l'autore volesse mettere sullo stesso piano il matrimonio meridionale (qui con tracce tardo-feudali) con quello settentrionale borghese, mostrando che in fondo non sono che due facce della stessa ipocrita medaglia. O forse ha voluto far capire che, pur nella medesima ipocrisia, al sud si evitava il reciproco tradimento coi rispettivi amanti, come invece avveniva al nord?

In tutta questa vicenda chi ci ha rimesso di più, a parte il valore della verità e dell'onestà, è la moglie di Ponza, che resta comunque isolata dal mondo. Qualunque possa essere la verità, lei non ne trae alcun beneficio, proprio perché sono "altri" che le dicono come deve comportarsi. Nella commedia dirà quella famosa frase: "Io sono colei che mi crede". Questa non è "oggettivazione del dato" o "spersonalizzazione degli eventi", ma, al contrario, è una forma di abdicazione alle ipotesi interpretative più arbitrarie. E il fatto di riuscire comunque a convivere, nella reciproca finzione e sopportazione, non salverà la società dal nichilismo.

E comunque, paradosso per paradosso, il più pazzo dei due, per Pirandello, doveva essere quello che apparentemente meno lo sembrava, e cioè la suocera Frola.

L'esclusa (zip) - Il fu Mattia Pascal (zip) - Una giornata (zip) - Il turno (zip) - La giara (zip) - Sei personaggi in cerca d'autore (zip) - L'uomo dal fiore in bocca (zip)

Lezioni su Pirandello - Scheda su Pirandello - Il treno ha fischiato - Lumìe di Sicilia - Frola e Ponza - Il chiodo

Testi di Pirandello


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
 - Stampa pagina
Aggiornamento: 10-02-2019