atto 2 di Manon Lescaut

ATTO 2°

Nel secondo atto, che con l'ultimo racchiude il meglio dell'opera, si alternano due toni sentimentali, sfumanti l'uno nell'altro con sottili e squisite gradazioni di sensualità, di grazia, di furbizia, in cui è tutta l'anima della protagonista: quello della civetteria di Manon, una civetteria incomparabile, e quello del suo rimpianto per le perdute gioie d'amore che s'effonde nella celebre romanza: "In quelle trine morbide".

Cesira Ferrani, prima interprete di Manon al teatro regio di Torino (1893), in Tutti i libretti di Puccini, ed. Garzanti.

Sinuosa nei movimenti e ammaliante anche per i singoli passaggi timbrici, dalle note acute alle gravi, dai legni agli archi nel sottolineare la tristezza di Manon nonostante il lusso che la circonda nello splendido palazzo di Geronte.

Dal momento che tutto l'atto è dominato dalla seduzione di Manon nel suo avvicendarsi di volubilità e di appassionamento, di furbesche reticenze e di sincero abbandono, nel duetto di Manon e Des Grieux (1° parte) di "Oh, sarò la più bella", Puccini sottolinea straordinariamente questi trapassi di sentimenti nel momento in cui Manon chiede perdono a Des Grieux e lo riconquista.

"Vedi, ai tuoi piedi io sono..." (atto secondo), Sylvia Sass e Placido Domingo, teatro della Scala (stagione 1977-78), in Tutti i libretti di Puccini, ed. Garzanti.

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