• Di fatto è con l'apparizione di Manon che si preannunciano i motivi più intensi di questo primo atto, con l'istantaneo divampare dell'amore che si espande nel primo duetto.

• Lo avvia il colloquio di Des Grieux con l'intonazione "Cortese damigella" affidata ai violini primi. A differenza delle precedenti canzoni, la melodia si divide tra voci e strumenti, diffondendo in tutto il duetto lo stile di conversazione, col quale è presentato anche "Manon Lescaut mi chiamo". Quest'ultimo motivo, sottilmente enigmatico, come simbolo d'amore e presagio di morte accompagnerà la giovane donna.

• Des Grieux, rimasto affascinato, chiede alla donna chi ella sia. Manon dice il suo nome e narra di essere destinata al convento. Des Grieux a sua volta si presenta, ma Lescaut (baritono) chiama la sorella e il cavaliere ottiene un appuntamento. La conclusione del duetto si effonde in un recitativo, non senza che il flauto rievochi il tema introduttivo dell'opera.

• Preceduta dal segnale del flauto che rievoca il motivo iniziale dell'opera, appare "Donna non vidi mai" (è la confessione d'amore del cavaliere rimasto solo). Con questa romanza appassionata si torna alla vocalità spiegata. L'arpa è costantemente presente, il raddoppio della melodia è assegnato alle viole e al corno, i cui coloriti caldi e sommessi sono sostenuti dai violini; gradatamente si passa al rinforzo di tutta l'orchestra mentre la melodia si fa sempre più ripetitiva. È questo uno dei passi tipici di natura intensiva e patetica nello stile pucciniano.

• È una perfetta scena di insieme di gustoso effetto ironico, accentuata dal recitativo di Lescaut che consiglia a Geronte moderazione col sottofondo del piccolo complesso degli studenti condotti da Edmondo che burla il vecchio rievocando il precedente motivo di De Grieux "Tra voi belle".

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