SCRITTORI E SCRITTURE 1 2 3 4 5 6 7

Maurizio Maggiani

A un romanziere io chiedo di viaggiare, il viaggio è sempre conoscenza. Io ho vissuto molte cose leggendo, perché ho letto molte cose.
Mio nonno mi leggeva L'Orlando Furioso, sebbene non ci capisse nulla, però la musica del verso, della rima, le illustrazioni…. Nemmeno io capivo niente, eppure ho imparato ad amare la poesia in una casa di disgraziati, perché certe cose rimangono. (Avvenimenti, 16 ott 96)

Angeles Mastretta

Io scrivo perché è l'unica cosa che so fare. Perché non saprei vendere un ombrello nel bel mezzo di un'acquazzone, non so ricamare né suonare il pianoforte, e non sono una cuoca né una paziente donna di casa. Scrivere è quel che io so fare e mi piace, mi appassiona. Mi dà la possibilità di viaggiare, conoscere gente fantastica. Scrivendo io sono molti esseri umani che non potrei essere essendo soltanto me stessa. È stata una cosa che è cresciuta in me.
Pensavo di scrivere per gli altri, ma il più delle volte io ho scritto per me, per decifrare emozioni che non sono stata capace di comprendere quando erano soltanto mie, se non mettendole nella testa dei miei personaggi.
Nella vita è come nella letteratura. Siamo noi per prime che dobbiamo credere in noi stesse. Questo può risultare un vantaggio di fronte alla critica. Io dico sempre che qualsiasi cosa dica la critica del mio lavoro, io me lo sono già detto un milione di volte prima e con molta più furia.
Per le donne contano di più le emozioni, siamo disposte a dedicargli più tempo. Noi donne verbalizziamo molto di più di quel che ci accade; gli uomini sono molto più introversi. Noi stiamo camminando con molta più naturalezza nel campo della letteratura. Gli uomini che scrivono, in certo qual modo sono simili alle donne, perché pensano a ciò che sentono, che desiderano, che soffrono. Flaubert e Stendhal hanno una sensibilità femminile.
Uno scrittore quanto più è bravo, tanto più si espone, tanto più rischia che lo scoprano, che scoprano le sue debolezze. (Avvenimenti, 14 gen 98)

Alda Merini

Il poeta è solo ed emarginato più di chiunque altro in questo tipo di società. Ma lo è anche per libera scelta: ha bisogno dei suoi ritmi, dei suoi silenzi. Ma a nessuno interessa veramente di sapere delle difficoltà della sua vita quotidiana, è più comodo per tutti identificarlo con un personaggio.
La poesia è una grande maleducata: non manda mai il biglietto da visita. Può capitare mentre sto cucinando, annaffiando, o leggendo. Allora mi debbo fermare e scrivere. L'ispirazione va accettata come un dono. Con umiltà. (Avvenimenti, 22 nov 95)

Michele Mari

In genere, più io sono autentico, più parlo di cose urgenti, imbarazzanti, più sento classicisticamente il bisogno di cristallizzarle in una forma alta.
L'impressione di molti è che proprio per questa forma in punta di penna io non ci metta le viscere. Per me, invece, tanto di visceralità, tanto di cristallizzazione.
Mi sembra poi che abbia preso piede in questi ultimi quindici anni un'idea molto giornalistica della letteratura, un'idea dello scrittore come testimone del proprio tempo, anche dal punto di vista linguistico, che io rifiuto. (Avvenimenti, 19 mar 97)

Paolo Maurensig

Sin da piccolo avevo la passione, insieme ad altre, dello scrivere; passione che non ho mai tralasciato del tutto.
Scrivevo cose senza trama, prose molto personali, poi verso i quarant'anni ho deciso che più che scrittore m'interessava essere narratore, ma prima ancora c'era una passione come lettore per uno scrittore, Joseph Roth.
Allo stesso tempo mi sono reso conto che continuando con le mie cose non avrei mai pubblicato e così mi sono chiesto se sarei mai riuscito a scrivere qualcosa che incontrasse i gusti dei lettori, restando al contempo un po' me stesso. (Avvenimenti 5 mar 97)

Lea Melandri

Le prime scritture pubbliche nascono per raccontare e riflettere su un'esperienza fatta nella scuola. Un'autobiografia ripensata sulla base critica di ogni composizione dualistica: corpo-mente, privato-pubblico.
Poi ho scoperto che la scrittura era qualcosa di più che lo strumento per narrare o narrarsi, era anche luogo di ricerca dell'origine del rapporto tra i sessi, delle tracce della preistoria della civiltà. La parola scritta, in qualsiasi campo del sapere, sembra avere la capacità di portare a galla materiali di esperienza che non entrano in quella parlata. (Avvenimenti, 6 set 95)

Edoardo Nesi

Cerco di tenere il protagonista sempre al centro dell'azione, totalmente ignaro dei suoi prossimi spostamenti o accadimenti. Le cose cerco di farle accadere in diretta, a volte accelerando il ritmo della narrazione, a volte rallentando.
Evito di far dichiarare al personaggio le cose che farà, di far sentire il lettore più avanti o più indietro rispetto alla storia.
Cerco di scrivere libri che, a leggerli, non mi annoierei. Mi piacciono le sorprese alla fine dei libri.
È necessario crearsi, col tempo, una propria mitologia personale. Bisogna invece rifuggire dagli idoli di massa. (Avvenimenti, 2 apr 97)

Enrico Galavotti - Homolaicus.com - Letteratura