ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


IL COSIDDETTO "TONDO DONI" DI MICHELANGELO
(1503-1504) - Firenze, Uffizi

Michelangelo, Tondo Doni, Galleria degli Uffizi, Firenze

Premessa - Biografia - La volta della Sistina - Il Giudizio Universale - Lettura psicanalitica del Giudizio - L'omosessualità di Michelangelo - I papi della Sistina - Tondo Doni

Il cosiddetto "Tondo Doni" rappresenta la Sacra Famiglia con san Giovannino, realizzato per le nozze di Angelo Doni con Maddalena Strozzi o per la nascita della loro primogenita.

Michelangelo organizza la composizione, soprattutto i volumi e i contorni, come se dovesse avere il risalto di un'opera scultorea. Inevitabilmente quindi le forme si distaccano dalla compostezza e dall'equilibrio del classicismo. Notevole è anche, e molto artificiosa, la presenza del cangiantismo nelle vesti.

Il linguaggio iconografico è inedito poiché non vi è nulla di religioso. La Madonna non ha il velo, le sue braccia sono nude e muscolose, è avvitata su se stessa, a spirale, come se il bambino le venisse dato da dietro, quasi a sua insaputa: infatti è costretta a girarsi, per cui è impossibile spiegarsi il motivo della sua presenza in quel luogo. D'altra parte a Michelangelo non interessa lo storicismo (il contesto spazio-temporale) del tema che vuole raffigurare.

Lo schema di questa triade era già in voga nella Firenze del Quattrocento (vedi p.es. la Sacra famiglia del Signorelli), ma qui sono assolutamente originali il movimento serpentinato delle figure, la tipologia idealizzata e anti-tradizionalistica della Vergine e la cromia smaltata e anti-naturalistica.

Il bambino non sembra figlio di quei genitori: non vi è in lui trasporto filiale. La sua testa è discostata, poggia le mani sulla testa della madre come per volersene allontanare, il suo sguardo s'incrocia a malapena con quello della madre.

I nudi sono prototipi degli Ignudi della Sistina e dei Prigioni per la Tomba di Giulio II. La loro presenza sullo sfondo, del tutto fuori luogo rispetto al tema in oggetto, permette forse una lettura psicologica del dipinto.

La madre ha la mano sul pube del figlio, come se volesse iniziarlo alla sessualità, ponendoselo in grembo, e lui la guarda perplesso, senza particolare trasporto, anche perché viene osservato con sguardo indagatore da un padre serio e molto più anziano della madre, che però non è in grado di proteggerlo. Sullo sfondo si profila il destino di un bambino avviato troppo presto alla sessualità: quello appunto dell'omosessualità.

Il bambino dunque è intenzionato a diventare adulto per conto proprio e a raggiungere i giovanetti che gli sono alle spalle: non vuole farsi manipolare dagli adulti. Si sente prigioniero della "sacra famiglia", invidia la libertà che ha un suo amichetto (san Giovannino), meno costretto in un ruolo istituzionale ed ecclesiastico.

Fonti

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019