"Siamo padroni del nostro destino"

Malcolm X

(da una lettera scritta da Malcolm X durante la sua visita in Egitto)

Cairo, Egitto, 29 agosto 1964.

In nome di Allah, il Benefico, il Misericordioso...

Miei cari fratelli e sorelle,

[...] la missione che sono qui per svolgere a nome vostro è quasi completata in questa parte dell'Africa.

Nelle prossime settimane, a meno che non accada qualcosa di drastico che mi costringa ad abbandonare i miei progetti [ci sarà in effetti un tentativo di avvelenamento da parte di ignoti, n.d.r.], visiterò parecchi paesi africani e avrò contatti con diversi leader politici e sociali.

Presenterò il nostro problema [quello della trasformazione della lotta politica dei neri d'America da minoranza razziale a nazione oppressa e quindi la sua internazionalizzazione, n.d.r.] senza riserve in modo che tutti comprendano la necessità di sottoporlo quest'anno alle Nazioni Unite.

Non dubito del loro appoggio, ma ho imparato per esperienza a non dare niente per sicuro per poi disperarsi quando non si realizza.

[...] siamo padroni del nostro destino solo quando facciamo il massimo sforzo per realizzare i nostri obiettivi.

Comprenderete benissimo che quello che sto cercando di fare è molto pericoloso [...].

È una minaccia alla discriminazione in tutte le sue forme su scala internazionale.

[...] credo nei diritti umani per tutti; credo che nessuno di noi possa permettersi di giudicare gli altri e di disporre di tale autorità.

Non abbiamo alcun diritto di costringere nessuno a camminare con noi, né di condannare chi vuole andarsene, chi è impaziente perché non riesce a vedere dei risultati [...].

Non possiamo biasimarli né abbiamo il diritto di arrabbiarci con loro.

(Solo) se raggiungiamo dei risultati la gente appoggerà il nostro programma.

Se i fratelli vogliono costituire un'altra organizzazione, anche questo è un loro diritto.

[...] La nostra lotta non deve mai essere l'un contro l'altro…, (ma) deve essere sempre diretta contro un nemico comune.

Conosco le vostre lamentele, molte delle quali sono giuste, mentre altre nascono dall'incapacità di vedere globalmente il problema.

È più vasto e complicato di quanti molti di noi credano.

[...] non voglio combattere Elijah Muhammad né qualunque altro afro-americano.

[…] Se il nostro programma darà dei risultati parlerà da sé; se non produrrà nulla, non avremo nessun argomento valido.

Che Allah vi benedica.

Salaam-Alaikum

Il vostro fratello e servo El-Haji Malik El-Shabazz

(da: R. Giammanco, Malcolm X, rifiuto, sfida, messaggio, ed. Dedalo).

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 26/04/2015