TOMMASO D'AQUINO: l’anima non muore con il corpo e lo attende risorto

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TOMMASO D'AQUINO: l’anima non muore con il corpo e lo attende risorto

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Giuseppe Bailone

La teorie aristoteliche 1 dell’anima come forma di un corpo che ha la vita in potenza e dell’intelletto attivo “separato, impassibile e non commisto” creano gravi difficoltà al tentativo di utilizzare l’aristotelismo a servizio della fede. Mettono in dubbio la fede nell’immortalità dell’anima personale.

Le interpretazioni averroistiche accentuano le difficoltà. L’agostinismo medievale ha in queste difficoltà un importante punto di forza nella sua lotta contro l’ingresso di Aristotele nell’università.

Tommaso adatta Aristotele alla fede nell’immortalità dell’anima con due mosse: fa leva sui passi aristotelici in cui, per le funzioni intellettive, l’anima è detta separabile dal corpo e respinge la tesi averroistica che l’intelletto attivo sia separato dall’anima individuale e unico per tutta la specie umana.

Per Tommaso la conoscenza è individuale, in tutte le sue fasi, anche nel momento più alto della conoscenza intellettuale: a conoscere è il singolo uomo particolare (hic homo). Non è pensabile un intelletto attivo universale che intervenga dall’esterno quando l’individuo deve portare a termine il processo conoscitivo con l’astrazione. L’intelletto attivo non è una facoltà prestata all’anima solo quando serve, ma è propria dell’anima individuale.

L’anima è strettamente legata al corpo: l’individuo è “sinolo di anima e corpo”, di forma e materia, come dice Aristotele. Non solo: per Tommaso la materia, non quella generica ma quella propria di ogni individuo, quella segnata dalla quantità (tutti gli uomini hanno muscoli, ossa e nervi, ma ciascuno ha i suoi propri muscoli, ossa e nervi, diversi per determinate caratteristiche e dimensioni) è anche l’elemento d’individuazione. Il legame anima e corpo è stretto come in Aristotele, se non di più: l’anima e il corpo fanno tutt’uno.

Durante la vita del corpo, l’anima razionale svolge anche le funzioni vegetative e sensibili. Non si trova nel corpo come un nocchiero sulla nave. E’ tutt’uno col corpo, ma, non lo segue nella morte. Al momento della morte si separa dal corpo e continua a vivere, immortale.

L’anima razionale viene creata da Dio ed infusa nell’embrione ad un certo punto della sua formazione. 2 Ma essa, da quel momento ingloba anche le funzioni inferiori, sostituendosi all’anima sensitiva sviluppatasi da quella vegetativa, a sua volta sviluppatasi dallo sperma. L’ingresso dell’anima razionale nel corpo s’inserisce nel processo di formazione del corpo molto prima della sua nascita e non si aggiunge alle due anime inferiori come una terza anima. L’anima è una sola ed è la forma sostanziale del corpo. Tuttavia, poiché le sue funzioni superiori non hanno bisogno di organi corporei per attivarsi, l’anima ha una sua autonomia esistenziale e, morto il corpo, continua a vivere. Senza il corpo, ma in attesa di ricongiungersi ad esso con la resurrezione finale dei corpi. Essa, infatti, abbandonato il corpo, mantiene la sua individualità, la stessa che aveva nel legame a quel corpo suo singolare.

L’impronta che il corpo le ha impresso differenziandola da tutte le altre anime le conserva la disposizione a riprendersi il suo corpo risorto e a coinvolgerlo nella sua salvezza o nella sua dannazione eterna. La fede nella resurrezione finale appare così la risposta adeguata ad un problema della ragione posto dalla fede nell’immortalità dell’anima. Aristotele, opportunamente asservito, diventa un solido sostegno sia alla fede nell’immortalità dell’anima che alla fede nella resurrezione della carne.


Note

1 La mia esposizione di queste teorie si trova alle pagine 163 e 164 del Viaggio nella filosofia, LA FILOSOFIA GRECA, pubblicato nei Quaderni della Fondazione Università Popolare di Torino, 2009.

2 Quarantesimo o quarantaseiesimo giorno per i maschi, novantesimo per le femmine.


Fonte: ANNO ACCADEMICO 2010-11 - UNIVERSITA’ POPOLARE DI TORINO

Torino 17 maggio 2010

Giuseppe Bailone ha pubblicato Il Facchiotami, CRT Pistoia 1999.

Nel 2006 ha pubblicato Viaggio nella filosofia europea, ed. Alpina, Torino.

Nel 2009 ha pubblicato, nei Quaderni della Fondazione Università Popolare di Torino, Viaggio nella filosofia, La Filosofia greca.

Due dialoghi. I panni di Dio – Socrate e il filosofo della caverna (pdf)

Plotino (pdf)

L'altare della Vittoria e il crocifisso (pdf)


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Teorici
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Aggiornamento: 26-04-2015