LA RELIGIONE DELLA VITA
TEORIA E PRATICA DELL'OMICIDIO NELLA CHIESA CATTOLICA


Tommaso. Mutilare si può

Ma nel 1270 ca Tommaso d’Aquino spiega che “come lecitamente uno può essere, dalla pubblica autorità, privato totalmente della vita, per colpe gravissime, così uno può essere mutilato di qualche membro per alcune colpe minori” (185). Ciò apre la strada alla tortura anche se Tommaso parla delle mutilazioni come pena e non come mezzo per estorcere la confessione.

A questo fine, tuttavia, la tortura già esisteva nell’ordinamento statuale e fu  adottata nel 1254, come abbiamo visto più sopra, da Innocenzo IV contro gli eretici, entrando nell’uso ecclesiastico. 

Dal XIV secolo l'uso dei “tormenti” detti anche, con linguaggio ipocrita, “rigoroso esame”, fu codificato in modo quasi pignolo dai più noti manuali inquisitoriali come il Manuale dell'Inquisitore di Nicolau Eymerich del 1376 o il Commentario al manuale di Eymerich, scritto due secoli dopo da Francisco Peña o il Sacro Arsenale di Eliseo Masini del 1665 fino al meno conosciuto Tractatus de officio sanctissimae Inquisitionis  di Cesare Carena del 1669, che disquisisce su quando “il solo possesso di un libro proibito sia motivo sufficiente per torturare il possessore” (186). Nel frattempo, come pure si è già visto più sopra, un decreto del Santo Ufficio del 1557 contemplava la possibilità che il torturato morisse e si premurava di assolvere preventivamente i torturatori.

La tortura, come attesta nel XVI secolo la relazione di un funzionario di Filippo II, era praticata anche nel Nuovo Mondo dai religiosi nel quadro dell'evangelizzazione: i frati raparono e vestirono coi sanbeniti i trenta esponenti maya arrestati, si legge, “collocandoli in alto alla maniera del tormento della carrucola con pietre di due e tre arrobas [50 e 75 libbre] e così appesi dandogli molte frustate fino a che non scorreva a molti di loro sangue per la schiena e per le gambe fino al suolo; e su queste [ferite] le tormentavano con olio bollente come si usava fare con i negri schiavi, e con candele di cera incendiate e fondendo sulle loro carni la cera” (187).


185) T. d’Aquino, Somma teologica, IIa-IIae, q.. 65 a. 1, Salani, Firenze cit.
186) in La libertà al tempo dell’inquisizione, cit., pp.99-102
187) A. Borioni, M. Pieri, Maledetta Isabella maledetto Colombo, Marsilio, Padova 1992, p. 248


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Testi di Walter Peruzzi

Stampato a Siviglia (Spagna – Unione Europea) 2008
Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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