LA RELIGIONE DELLA VITA
TEORIA E PRATICA DELL'OMICIDIO NELLA CHIESA CATTOLICA


Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI: "Viva Colombo!"

Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la XV giornata della pace del gennaio 1982, ripropone la dottrina della guerra “giusta”: “il cristiano, anche quando fortemente si impegna a contrastare ed a prevenire tutte le forme di guerra, non esita a ricordare, in nome di una elementare esigenza di giustizia, che i popoli hanno il diritto ed anche il dovere di proteggere, con l'uso di mezzi proporzionati, la loro esistenza e la loro libertà contro un ingiusto aggressore” (130). La formula è quella della guerra “difensiva”, che tuttavia sappiamo variamente interpretata e interpretabile, anche per il riferimento alla difesa non solo della “esistenza” ma della “libertà”. Negli anni Settanta, per esempio, gran parte del clero cattolico, specie statunitense, interpretava appunto l’invasione USA del Vietnam come guerra in difesa della libertà contro il comunismo... E nel Messaggio all'ONU dell'11 giugno 1982, sempre in nome della "difesa", Giovanni Paolo II afferma che “una ‘deterrenza’ fondata sull'equilibrio, non certo come un fine in se stesso ma come una tappa sulla via di un disarmo progressivo, può ancora essere giudicata moralmente accettabile” (131). Così accoglie la tesi che al Concilio Vaticano II, nella stesura finale della Gaudium et spes, avevano sostenuto, venendo messi in minoranza, i conservatori: “Finché le istituzioni internazionali non fossero state in grado di accordarsi in modo adeguato, il possesso di tali armi [di distruzione di massa] al solo scopo di dissuadere l’avversario, armato delle stesse armi, non poteva essere dichiarato in sé illegittimo” (132).

Contemporaneamente Giovanni Paolo II mise l'accento in due occasioni sul ruolo del servizio militare come espressione di amor di Patria (Ai militari polacchi, 2 giugno 1991) e “veicolo di evangelizzazione” (Sinodo dell'ordinariato militare, 19 novembre 2000), schierandosi sì contro le due guerre all’Iraq, ma a favore dell'ingerenza umanitaria, cioè dei bombardamenti contro la Serbia, a vantaggio della cattolica Croazia.

Un pesante passo indietro rispetto alla condanna assoluta della guerra, almeno nell'età atomica, che aveva fatto Giovanni XXIII nella Pacem in terris, si trova nel Catechismo per gli adulti del 1991, varato da Giovanni Paolo II e in cui è ritenuta solo “molto problematica” l'immoralità di un conflitto nucleare. Anche il Catechismo della Chiesa cattolica del 1992, al capitolo La difesa della pace,  non nega in via di principio la guerra e la delega ai governi di decidere se ricorrono le condizioni per “una legittima difesa” (133).

Di più, con Giovanni Paolo II, la Chiesa tornò ad accreditare la fiaba dei pontefici cinquecenteschi su una “conquista” e un genocidio principalmente finalizzati all'evangelizzazione. Così si espresse  Giovanni Paolo II in occasione del viaggio del 1987 in America latina nella Omelia a Avenida Costanera del 4 aprile in Cile: “La Chiesa è presente nelle radici e nell’attualità del continente.... Il seme della fede cristiana fu portato nel Cile dalla spedizione di Magellano, e più tardi da quella di Almagro; mise radici in questi territori del nuovo mondo grazie all’impegno costante di Pedro de Valdivia e dei missionari che lo accompagnavano. Ringraziamo il Signore per questa eredità di fede, che con la Provvidenza divina, iniziò a dare frutto in queste terre, grazie al grande impulso evangelizzatore dei figli di Spagna.... È emozionante leggere i racconti e le testimonianze di quelle eroiche gesta. In esse - al di là delle umane debolezze e del comprensibile desiderio di conquista - prevalse certamente ed in modo  ammirevole la volontà di trasmettere al Nuovo Mondo la buona novella del messaggio cristiano” (134).

Giovanni Paolo II, nel Discorso a Santo Domingo del 12-13 ottobre 1992, ha anche reso “omaggio al grande Ammiraglio” Colombo: “Siamo riuniti di fronte a questo Faro di Colombo, che con la sua forma a forma di croce vuole simbolizzare la Croce di Cristo piantata su questa terra nel 1492. Con esso si è voluto anche rendere omaggio al grande Ammiraglio che lasciò scritto quale sua volontà: ‘mettete croci in tutte le vie e i sentieri, affinché Dio li benedica’” (135).

Un elogio che il papa non mancò di estendere anche all'altro evangelizzatore, Carlo Magno, nel Convegno per il 1200° del Sacro Romano Impero del dicembre 2000: “La grande figura storica dell'imperatore Carlo Magno rievoca le radici cristiane dell'Europa”, disse, “riportando quanti la studiano ad un'epoca che, nonostante i limiti umani sempre presenti, fu caratterizzata da un'imponente fioritura culturale in quasi tutti i campi dell'esperienza. Alla ricerca della sua identità, l'Europa non può prescindere da un energico sforzo di recupero del patrimonio culturale lasciato da Carlo Magno” (136).

Le medesime posizioni ha espresso Benedetto XVI nel suo Discorso per la V Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi in Brasile il 13 maggio 2007, prima di essere costretto a una precipitosa rettifica dalle proteste del mondo cattolico latino-americano: “La fede in Dio ha animato la vita e la cultura di questi Paesi durante più di cinque secoli. Dall'incontro di quella fede con le etnie originarie è nata la ricca cultura cristiana di questo Continente... l'accettazione della fede cristiana... ha significato anche avere ricevuto... lo Spirito Santo che è venuto a fecondare le loro culture, purificandole” (137).

Più ferme sono soltanto le condanne della guerra santa e della violenza fatte “in nome di Dio”, perché ciò gli serve a guadagnare punti in Occidente polemizzando contro l'integralismo islamico. Così Benedetto XVI ha affermato: “Dio, Creatore e Padre di tutti, chiederà conto ancor più severamente a chi sparge in suo nome il sangue del fratello” (138). Ma non ha spiegato come lo stesso Dio che “chiede conto severamente” del sangue versato, sia anche quello che - come Urbano II, Innocenzo III, Pio V e molti altri papi hanno insegnato – “ricompensa”, in questa vita e nell’altra, chi sparge il sangue in suo nome per “vendicare il Signore”.


130) Giovanni Paolo II, Messaggio per la XV giornata della pace, www.vatican.va, 1982
131) Giovanni Paolo II,Messaggio all’ONU, www.vatican.va, 1982
132) in Chiesa e guerra, Il Mulino, Bologna 2005, p. 595
133) Catechismo della Chiesa cattolica, Città Vaticano 1992
134) Giovanni Paolo II, Omelia in Cile, www.vatican.va, 4 aprile 1987
135) Giovanni Paolo II, Discorso a Santo Domingo 12-13 ottobre 1992, www.vatican.va
136) Enchiridion Vaticanum, EDB, Bologna, 1962-2000
137) Benedetto XVI, Discorso  V Conferenza 'episcopato latinoamericano Brasile, 13/5/2007, www.vatican.va
138) Benedetto XVI, Discorso all’Angelus, “La repubblica”, 27/2/2006


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Stampato a Siviglia (Spagna – Unione Europea) 2008
Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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