LA RELIGIONE DELLA VITA
TEORIA E PRATICA DELL'OMICIDIO NELLA CHIESA CATTOLICA


Difendere la fede con le armi

A Benedetto XIV si deve anche l'ennesima giustificazione della guerra in difesa della fede. Infatti, in risposta agli argomenti pacifisti, scrisse: “il dire poi… che la religione cattolica non si può né si deve difendere coll'armi, ma col solo aiuto delle prediche e delle preghiere, sembra una proposizione più che temeraria” (121).

Il papa respinse nel 1848 anche la richiesta, che gli fu fatta da numerosi vescovi, di mettere fine alla vergogna dei castrati, osservando che adottando tale misura si rischiava di “svuotare le chiese” (122). Sotto il suo pontificato morirono Giannone e Crudeli, cui si rifiutò di concedere la libertà.

Gli succedettero nel periodo rivoluzionario e della restaurazione papi insignificanti o reazionari o tutte le due cose insieme: Pio VI (1775-99), autore di un editto contro gli ebrei che inasprì la loro ghettizzazione e di un'enciclica per piangere l'esecuzione capitale di Luigi XVI, condannare la democrazia ed elogiare l'assolutismo, oltre che di alcune pene capitali; Pio VII (1800-23), che comminò oltre 160 pene capitali, anche esclusi i quattro anni in cui Napoleone lo cacciò dallo stato; Leone XII (1823-29), che ne comminò oltre 35 nel suo breve regno, fra cui i primi carbonari; Pio VIII (1829-30), che in due anni di regno ne comminò una dozzina. Si tratta di pene capitali, talvolta con squarto, non tutte per omicidio, talora anche per reati politici.


121) Lettere, I, in Enciclopedia dei papi, cit., vol. III
122) in U. Ranke-Heinemann, op.cit., p. 247


Web Homolaicus

Testi di Walter Peruzzi

Stampato a Siviglia (Spagna – Unione Europea) 2008
Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
 - Stampa pagina