Te deum per la notte di San Bartolomeo
Sulla linea di
Pio V si mosse il successore Gregorio XIII (1572-85), sotto il cui
pontificato numerosi furono gli eretici e gli ebrei mandati al rogo. Egli
partecipò anche alla lega antiturca e teorizzò l'omicidio politico (per ragioni
di fede) facendo scrivere dal suo segretario di stato al nunzio pontificio in
Spagna a proposito della regina d'Inghilterra Elisabetta I: “Chiunque la toglie
dal mondo al debito fine del servizio di Dio, non solo non pecca ma si acquista
merito, soprattutto tenendo conto della sentenza lanciata contro di lei da Pio
V” (104). Nel 1572,
quando 10.000 ugonotti furono trucidati a tradimento in Francia dai cattolici,
il papa - “male informato sulla dinamica dei fatti”, cioè credendo che fosse
stato sventato un attentato ai reali di Francia, secondo apologeti clericali
come Vittorio Messori - fece celebrare un Te Deum di ringraziamento così
narrato perfino sul sito ufficiale del Vaticano da Vittorino Grossi: “Sotto il
pontificato di Gregorio XIII si ebbe la ‘notte di San Bartolomeo’... vale a dire
la strage dei capi anticattolici (gli Ugonotti) a motivo dello sposalizio tra
Enrico di Navarra dei Borboni, già capo degli Ugonotti, e Margherita di Valois,
sorella del re di Francia. Ciò fu motivo in Francia di lotta di supremazia tra
il cattolicesimo e il protestantesimo. La vittoria cattolica si concluse con il
ringraziamento del papa nella chiesa nazionale di san Luigi dei Francesi”(105). Del resto non
sembra che in seguito, pur avendo il tempo di prendere opportune informazioni,
il papa abbia cambiato avviso se è vero che, dopo aver festeggiato “con
luminarie e tridui” lo scampato pericolo per la monarchia francese, “fece
coniare una medaglia commemorativa dell'avvenimento, dando inoltre incarico al
Vasari di affrescare nella sala Regia del Vaticano, insieme alla Battaglia di
Lepanto, anche la notte di S. Bartolomeo” (106) e, inoltre,
temendo una riconciliazione fra cattolici e ugonotti, scrisse una lettera al
nunzio apostolico in Francia cardinal Orsini invitandolo a raccomandare al
re di Francia Carlo IX, responsabile della strage di San Bartolomeo “che
insistesse fortemente perché la cura così bene cominciata co' rimedi bruschi non
guastasse con importuna umanità”(107). A Gregorio
XIII si deve anche un ulteriore inasprimento del giudizio sugli ebrei e della
repressione contro di loro con la bolla De judaeorum del 1581, con la
quale si assimila l'ebraismo a stregonerie, commerci col diavolo, insulti alla
religione cristiana, includendolo nella “perversione eretica” su
cui è competente a indagare l'inquisizione, con l'autorizzazione a procedere
“come nelle cause della fede”, che sappiamo prevedere il rogo anche se qui si
parla solo di pene più lievi quali fustigazioni, galera perpetua ecc.
(108). 104) ibid., p.
659
105) Vittorino
Grossi, Il Giubileo viaggio nella storia 1575,
www.vatican.va
106) C.
Rendina, op. cit., p. 658-60
107) ibid.
108) in
Magnarum Bullarium Romanum, cit.