Gli
amanti
senza pace
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Le celebri lettere del
XII secolo, testimonianza di un amore la cui fama ha attraversato i
secoli, sarebbero un falso costruito almeno un secolo dopo? Gli storici e i
filologi sono divisi. Fabio
Troncarelli fa il punto sulla situazione degli studi e
dimostra, con un serrato confronto testuale, quali segreti si annidino tra
le pagine di Abelardo ed Eloisa.
La
vicenda di Abelardo ed Eloisa fa ancora scandalo a distanza di secoli, e
questa volta non si tratta più dello scandalo morale dei contemporanei
dei due celebri amanti, ma dello scandalo dei lettori, che non sanno
ancora con certezza se le famose, drammatiche, bellissime lettere
attribuite ai due sono davvero autentiche.
Allo stato attuale le ricerche
sull'autenticità dell'epistolario, che sarebbe stato composto dopo quella
tragica storia d'amore, sono a un'impasse.
Le posizioni degli studiosi
sono infatti nettamente contrapposte e si è costretti ad accettare o a
respingere in blocco le indagini dei singoli, in base allo schieramento di
appartenenza. E questo è tanto più spiacevole quanto più validi sono i
lavori prodotti. Il paradosso è che l'esigenza di un avvicinamento è in
fondo avvertita dagli stessi protagonisti della disputa, poiché in certi
casi gli uni fanno occasionali concessioni alle ragioni dell'altro, ad
argomenti che integrano lacune evidenti nelle rispettive teorie.
Così i
sostenitori dell'autenticità ammettono che « non si escludono brevi
aggiunte posteriori» alle lettere, mentre i seguaci della teoria del
falso concedono che il testo possa essere stato fabbricato con un collage
di frammenti autentici. A me sembra maturo il tempo di una riflessione
globale sul tema, che sappia far tesoro delle acquisizioni comuni e sappia
valorizzare ciò che c'è di positivo in ciascuno. E soprattutto
approfondisca ciò che è stato già sottolineato dallo studioso Peter von
Moos: l'epistolario di Abelardo ed Eloisa deve essere valutato a
prescindere dalla sua paternità, come un testo di importanza fondamentale
nella cultura medievale.
In attesa di una nuova
interpretazione dell'opera e della definitiva edizione critica annunciata
dal Luscombe, un esempio può servire comunque a illuminare sulle sorprese
che un'analisi del testo delle Lettere può riservare. Si tratta
dei collegamenti possibili tra l'epistolario di Abelardo ed Eloisa e il De
amore di Andrea Cappellano. Composto alla fine del XII secolo, il
De amore (o De arte honesta amandi) è un trattato in tre libri
dedicato alle regole del comportamento amoroso e presenta molti punti di
contatto con l'epistolario, non solo dal punto di vista del contenuto,
come qualche studioso ha avuto occasione di notare, ma anche e soprattutto
sul piano lessicale in alcuni brani.
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