STORIA DEL PANE A RAVENNA
"...dacci oggi il nostro pane quotidiano..."


I MOLINI DI RAVENNA

Antica e radicata nel tessuto urbano è la presenza dei molini in Ravenna. Il più noto era il "Molino nuovo" o "Lovatelli", esistente già nel 1237 e rimasto in funzione fino ad alcuni decenni or sono. L'edificio che l'ospitava si vede ancora presso Porta S. Mama; all'esterno appare come una costruzione insignificante, ma all'interno ha un aspetto solenne con le sue grandi arcate ed ambienti ampi e suggestivi.

Interno di un molino ravennate

Anticamente apparteneva ai Polentani e da questi per diritto di conquista passò alla Repubblica di Venezia che nel 1483 lo ricostruì interamente ed in modo talmente solido che in parte è giunto fino a noi. Purtroppo è giacente sotto terra al pari degli arconi sotto cui passava l'acqua che proveniva dal Ronco attraverso il canale Molinetto.

Monet: "Paesaggio con mulini a vento"

Girolamo Donati, il Podestà che rifece il molino, volle porre questa iscrizione su lapide: "Girolamo Donati rifece dalle fondamenta. Mugnaio, abbi cura delle macine e degli altri congegni. Il grano che avrai conservato con necessario riguardo restituiscilo senza frode e senza sottrarre più della coppola. Quello che avrai sottratto con frode dovrai restituirlo in misura tripla e pagherai la pena di 40 denari, avrai il collo e le mani serrate in berlina per un giorno secondo la legge. Ma tu che porti al molino il grano bada! Non ti fidare di queste disposizioni, non sentirti più sicuro: abbi le mani occhiute e sappi che i mugnai sono di tale razza che la legge può punirli ma non correggerli. 1493"

Dopo la signoria dei Veneziani la proprietà del molino passò all'Arcivescovado e nel 1772 il Cardinale Vitalino Borromeo ne ricostruì una parte munendolo di vasti magazzini e portici. Passato poi in proprietà al comune fu ceduto in affitto per 2900 scudi annui alla società Lovatelli Fabbri. Possedeva sei macine che potevano lavorare tutte insieme, producendo 1000q di farina al giorno. Poi subentrarono i molini a vapore e il "Molino nuovo", dopo aver resistito a lungo, chiuse i battenti.

Courbet, Le vagliatrici di grano 1854

Tra gli altri molini di Ravenna si ricorda il "Molino del Mazzello" che era azionato dall'acqua del Ronco e si trovava un poco a sinistra di "Porta Sisi".

Famoso il "Molinaccio" nei pressi di S. Bartolo. Anch'esso traeva l'acqua dal Ronco. Fu edificato da un Zorzi di Venezia.

C'era nei pressi di Porta S. Lorenzo il "Molino dei Monaci di Porto" detto "Aquimolo" eretto nel 1158.

Di rilievo fu la costruzione nel 1585, al tempo della legazione del Cardinale Giulio Canali, del cosiddetto "Molino dei poveri" che aveva il compito di macinare gratuitamente il grano per gli indigenti.

"Molino a mola rotante"

Abbati:"Buoi al carro"

Si legge negli antichi statuti che i mugnai erano responsabili delle binde portate e depositate nei loro molini e dovevano macinarle al prezzo di due soldi per staio.
Erano obbligati a tenere gli animali necessari al lavoro specialmente nei mesi di giugno, luglio e agosto.
Ogni mugnaio doveva giurare di adempiere ai suoi obblighi sanciti dallo statuto, pagare una cauzione di dieci lire ogni molino, nè poteva rifiutarsi di macinare il grano di altri, pena severe sanzioni.

Ora, prima di passare ai Forni, dai un'occhiata a questa pagina, sempre dedicata ai Mulini, ma di carattere più generale.

Testi di Umberto Foschi e Gianluca Missiroli


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia locale
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Aggiornamento: 05/09/2011