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WEIMAR E GLI SVILUPPI DEL NAZISMO
I - II -
III

- La fine della prima guerra mondiale determinò la fine dell'impero
tedesco nato nel 1871. La nuova repubblica nasce nel novembre 1918, grazie a
un'alleanza tra la socialdemocrazia (SPD), che va al potere, e lo stato
maggiore dell'esercito, il cui obiettivo fondamentale era d'impedire in
Germania una rivoluzione bolscevica. Tuttavia, mentre i socialdemocratici
volevano democratizzare il paese attraverso lo strumento del Parlamento, i
militari (capeggiati dai generali Hindenburg e Ludendorff) volevano tenere
in vita i loro privilegi di casta e quelli dei latifondisti (junkers).
- Nel gennaio 1919 i comunisti della Lega di Spartaco, guidati da Rosa
Luxemburg e Karl Liebknecht, tentano a Berlino un'insurrezione nazionale, ma
vengono sconfitti e uccisi dai socialdemocratici e dai militari. I due
dirigenti avevano riposto eccessiva fiducia nell'azione spontanea delle
masse proletarie organizzate nei consigli operai, rinunciando così a una
direzione centralizzata del partito, che avesse anche capacità militari.
- La repressione tuttavia risulta così grave che i socialdemocratici di P.
Scheidemann ne approfittano per chiedere maggiore democrazia. Due giorni
dopo infatti viene eletta a suffragio universale un'Assemblea Nazionale a
Weimar, che presenta una nuova Costituzione, assai moderna e avanzata in
senso democratico. Essa infatti prevedeva:
- la forma federale dello Stato, con ampie autonomie ai singoli lander (17
Stati regionali);
- l'elezione a suffragio universale del presidente della repubblica per un
mandato settennale;
- l'elezione a suffragio universale del Parlamento, col sistema
proporzionale e durata quadriennale;
- il capo del governo (cancelliere) e i ministri erano responsabili davanti
al presidente della repubblica e al Parlamento;
- sancita la libertà d'opinione e di parola.
Tuttavia la socialdemocrazia non fa alcuna vera riforma sul piano sociale,
se non quella per la giornata lavorativa di otto ore e poco altro, sicché
tutto il potere reale resta in mano ai militari e agli junkers.
- Nel giugno 1919 viene firmata la pace di Versailles e nell'aprile 1921
viene reso noto l'ammontare delle riparazioni tedesche (132 miliardi di
marchi-oro). Era prevalsa la posizione della Francia che, ottenendo che la
Germania venisse ritenuta l'unica responsabile della guerra, ne voleva
praticamente l'annientamento economico.
I socialdemocratici al governo, per aver accettato le condizioni di
Versailles, vengono considerati, da buona parte dei tedeschi, dei
"criminali". Nel 1920 nasce il partito nazional-socialista di Hitler.
- Nel 1921 la Germania paga la prima rata dei debiti di guerra, ma l'anno
dopo il ministro degli esteri, Walther Rathenau, viene assassinato
dall'estrema destra, perché ebreo, perché troppo rinunciatario nei confronti
dei francesi e per aver firmato il trattato di Rapallo (1922), con cui
s'erano avviati scambi commerciali con l'Urss.
Alla fine del 1922 la Germania sospende i pagamenti, chiedendo una
dilazione.
- Per tutta risposta la Francia e il Belgio occupano, nel gennaio 1923, il
bacino carbonifero della Ruhr. Il governo tedesco ordina che gli operai
abbandonino le fabbriche, ma gli industriali preferiscono accordarsi con gli
occupanti.
Mentre l'esercito francese risponde alla "resistenza passiva" e ai sabotaggi
con arresti e fucilazioni, l'inflazione e la svalutazione della moneta
tedesca (dovuta all'emissione massiccia di carta-moneta, cui non potevano
far riscontro le riserve auree, impiegate per pagare i debiti) porta a un
disastroso crollo del marco (un chilo di pane = 400 miliardi di marchi). Si
avvantaggiano di questa situazione i proprietari di immobili, gli indebitati
e gli speculatori. Chi esportava si faceva pagare in valuta straniera.
- Nel 1923 va al governo un ricco industriale ebreo del partito popolare,
Gustav Stresemann, della destra liberal-conservatrice, che ottiene le
seguenti cose:
- cessazione della resistenza passiva nelle fabbriche tedesche della Ruhr e
ripresa dei pagamenti dei crediti di guerra;
- repressione, nel 1923, di un'insurrezione comunista ad Amburgo e di un
colpo di stato di Hitler e del maresciallo Ludendorff a Monaco (Hitler è
imprigionato per otto mesi, durante i quali scrive il Mein Kampf);
- sostituzione del vecchio marco col marco di rendita, garantito dal
patrimonio immobiliare, agricolo e industriale dello Stato;
- garanzie da parte degli americani che avrebbero finanziato la
ricostruzione economica della Germania (piano Dawes);
- rinuncia da parte della Francia ad occupare la Ruhr, in cambio
dell'assicurazione tedesca a pagare tutti i debiti di guerra;
- la Germania, nei settori siderurgico, elettrico e chimico, ritorna ai
livelli d'anteguerra.
- Nel 1924 in Francia vanno al potere i socialisti. La Germania vuole
essere riammessa nella Società delle Nazioni. Per ottenerlo è disposta a
firmare il trattato di Locarno (1925) con cui Francia, Belgio e Germania
s'impegnano a non violare le frontiere comuni, nonché il patto
Briand-Kellogg (1928), con cui 15 Stati condannano il ricorso alla guerra
per regolare le controversie internazionali.
Nel 1929 la Germania è riammessa nella Società delle Nazioni e il debito le
viene dilazionato a 59 anni. Tuttavia Stresemann non s'impegna anche per i
confini orientali, in quanto è intenzionato a riprendersi la Prussia
orientale, separata dal corridoio di Danzica, e vuole annettersi anche
l'Alta Slesia e l'Austria.
Nel 1925 diventa presidente della repubblica il maresciallo Hindenburg,
segno che l'elettorato tedesco si stava orientando in senso conservatore.
- L'improvvisa crisi in Germania scoppia dopo il crac borsistico del 1929,
quando vengono meno gli aiuti finanziari americani. I disoccupati salgono
improvvisamente a 5-6 milioni, cioè un terzo della popolazione attiva.
Nelle elezioni del 1930 tornano in auge i comunisti e i nazisti. Nello
stesso anno i francesi iniziano a costruire la "linea Maginot", per
fortificare i confini con la Germania.
- Nel 1932 la produzione industriale tedesca è ai livelli minimi. Nessun
governo è in grado di fronteggiare la crisi. Hitler intanto aveva adottato
il proprio partito di un apparato para-militare (Squadre d'Assalto, SA, e
Squadre di Difesa, SS). E nel Mein Kampf (1925) aveva elaborato il
suo programma di battaglia:
- ricostruire una grande Germania riunificando tutti i tedeschi europei in
un unico Stato, violando quindi i trattati di Versailles e di Saint-Germain;
- espandersi verso oriente, conquistando le terre appartenenti agli slavi,
considerati un popolo inferiore;
- opposizione all'ideologia socialcomunista e bolscevica ma anche a quella
liberista (statalizzazione dei grandi monopoli e confisca, senza indennizzo,
della terra per pubblica utilità): di qui la denominazione
nazional-socialista del partito;
- contrapposizione dei valori della comunità del popolo a quelli della
classe operaia;
- considerare i tedeschi una stirpe eletta, in quanto eredi della razza
ariana, destinata a dominare il mondo, soprattutto contro gli ebrei e gli
slavi;
- imposizione di una dittatura personale, eliminando l'inutile
parlamentarismo;
- considerare gli ebrei come principale nemico interno, perché responsabili
del capitalismo e del bolscevismo.
- Il maresciallo Hindenburg, che era stato rieletto nel 1932, chiama
Hitler, nel gennaio 1933, a formare un governo di coalizione tra nazisti e
conservatori (come già in Italia aveva fatto il re Vittorio Emanuele III con
Mussolini). L'idea era quella di "costituzionalizzare" il partito nazista,
che nelle ultime due elezioni del 1932 era passato dal 3% dei voti (1928) al
38%. Gli iscritti al partito erano passati dai 500 nel 1925 a 1,5 milioni.
- Il 27 febbraio 1933 i nazisti incendiano di notte il Parlamento (Reichstag),
dandone la colpa i comunisti, che così vengono messi fuori legge. Si andò a
votare nel marzo 1933, dopo aver arrestato 5.000 oppositori politici e
sospese a tempo indeterminato le libertà personali garantite dalla
Costituzione. In un clima di intimidazioni e violenze, Hitler ottenne il 44%
dei suffragi, che, sommati all'8% dei suoi fiancheggiatori nazionalisti, gli
assicuravano la maggioranza assoluta in parlamento. Si cominciarono ad
allestire campi di concentramento per i prigionieri politici: in pochi mesi
ne furono internati quasi un milione. Nel maggio successivo si provvide a
bruciare nelle piazze tutti i libri proscritti dal regime.
- Nel luglio 1933 il regime emanò una legge per la prevenzione della prole
affetta da malattie ereditarie, che imponeva la sterilizzazione forzata di
diverse categorie di disabili fisici e psichici: epilettici, oligofrenici,
schizofrenici, persone affette da cecità, sordità o mutismo congeniti, ma
anche gli alcolisti. Circa 300-400.000 persone furono sterilizzate. La legge
sulla salute del matrimonio, del 1935, imponeva la presentazione di un
certificato di idoneità psico-fisica, in relazione appunto alla casistica
prevista per la sterilizzazione. Nel 1939, con l'operazione T4, si passò
allo sterminio vero e proprio dei disabili (bambini e adulti), tramite
iniezione letale o gas (eutanasia per l'eugenetica). Quando nel 1941 si
levarono le proteste delle gerarchie ecclesiastiche, erano già state
eliminate circa 90.000 persone, e si continuò a farlo anche dopo, seppur
segretamente; anzi, le procedure di gassificazione furono poi utilizzate
anche nei lager di sterminio.
- Contemporaneamente si iniziò anche la persecuzione degli omosessuali e
si vietò l'aborto, considerati entrambi come minaccia alla sopravvivenza
della razza ariana. Fra il 1933 e il 1945 circa 50.000 gay furono condannati
dai tribunali penali a pene detentive e costretti a portare nei campi di
prigionia un triangolo roso sui vestiti.
- Nel 1933 iniziano anche le persecuzioni contro gli ebrei, decisamente
aggravate con le cosiddette "Leggi di Norimberga" del 1935, con cui si
privava gli ebrei della cittadinanza e si vietavano i matrimoni misti. Nel
1925 vivevano in Germania circa 564.000 ebrei, i quali, per l'emigrazione e
la deportazione nei lager, si ridussero a 213.000 nel 1939 e a 14.500 nel
1944 (solo nel pogrom del 9 novembre 1938 ne furono uccisi 90 e arrestati
20.000). Scoppiata la guerra, in tutta Europa ne verranno sterminati circa 6
milioni ("soluzione finale").
- Nel 1933 il nazismo stipulò un Concordato col Vaticano, secondo cui la
chiesa accettava lo scioglimento dei sindacati cattolici e del partito del
Centro, per assicurarsi la libertà di culto. Ma siccome nel 1937 papa Pio XI
prese a criticare, nell'enciclica Mit brennender Sorge (Con viva
ansia), l'operato dei nazisti, iniziò la persecuzione anche dei
sacerdoti cattolici.
- Hitler
chiede i pieni poteri nel 1933, incluso quello legislativo e la facoltà di modificare
la Costituzione. Si oppongono solo i socialdemocratici, ma nel giugno 1933
viene sciolto anche il loro partito e un mese dopo il governo decreta che
può esistere solo il partito nazista. Viene creata la Gestapo (polizia
politica segreta). Nel giro di pochi mesi s'impone la dittatura.
- La casta militare e gli industriali impongono a Hitler di eliminare le
Squadre d'Assalto, capeggiate da Röhm, il quale progettava la
nazionalizzazione delle fabbriche e la sottomissione dell'esercito regolare
alle SA. Il 30 giugno 1934 (la "notte dei lunghi coltelli") le SS di Himmler
e gli uomini di Goering fanno fuori Röhm e il suo stato maggiore, ma anche
un ex-premier e il presidente dell'Azione Cattolica (circa 90 persone).
Nell'agosto del 1934, alla morte di Hindenburg, Hitler aggiunge alla carica
di Cancelliere quella di presidente della repubblica e anche quella di capo
supremo delle forze armate. Questo cumulo di cariche portava alla nascita
del Terzo Reich, dopo quello del sacro romano-germanico impero, fondato da
Ottone I nel 962 e abolito da Napoleone nel 1806, e quello
fondato da Guglielmo I nel 1871 e crollato nel 1918.
La II guerra mondiale |