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SINTESI SULLA RIVOLUZIONE RUSSA

- Fallimento
dell'abolizione del servaggio (1861, voluta dopo la perduta guerra
di Crimea del 1854-6). Gli 83 milioni di contadini ora sono
giuridicamente liberi, ma restano senza terra, poiché per
averla in proprietà non sono in grado di pagarne il riscatto
ai latifondisti (non solo, ma quest'ultimi s'impadroniscono di 1/5 delle
terre comuni, su cui i contadini potevano esercitare liberamente le loro
attività). Il governo, per evitare sollevazioni, concede in
prestito fino all'80% delle somme da pagare, con l'obbligo di
restituirle con gli interessi all'erario in 49 anni. (1) Ma con la
rivoluzione del 1905 è costretto a cancellarle. La riforma di Stolypin (1906, dopo la perduta guerra col Giappone, 1904-5 e dopo
la rivoluzione del 1905) favorisce soltanto la nascita dei kulaki
(contadini ricchi), che avevano potuto comprare terre appartenenti
alla proprietà collettiva della comune agricola (mir), con
esclusione delle proprietà della corona e della chiesa. La
stragrande maggioranza della terra coltivabile apparteneva a
un’infima minoranza.
- Lo sviluppo
capitalistico era sorto in Russia negli anni ‘30-‘40 del XIX sec. e fu portato a compimento, nelle sue linee essenziali,
intorno agli anni ‘80, al punto che, anche se ancora molto
debole sul piano quantitativo (pil), fra il 1885 e il 1898 la
produzione industriale era cresciuta del 400% (a Mosca il tessile, a
Pietroburgo il metallurgico, a Baku il petrolifero) e nel periodo
1893-99, per i ritmi e il grado di concentrazione della produzione,
la Russia poteva dirsi un paese avanzato: il 3,3% delle maggiori
imprese occupava il 51% della forza-lavoro. Il paese era al quinto
posto nella produzione industriale mondiale, con un peso specifico
del 2,6%. I monopoli dominavano più di 80 tipi di produzione
delle merci più importanti. Nel settore finanziario sette
banche monopolizzavano il 55% del capitale commerciale.
- Le prime leghe operaie
in Russia s’erano formate negli anni Settanta del XIX sec. Nel
1898 nasce il Partito socialdemocratico russo (Posdr), che nel 1903 si scinde in
menscevichi (Martov:
partito federato, di opinione, aperto alla borghesia, riforme
progressive, democrazia elettiva-rappresentativa) e bolscevichi
(Lenin: partito centralizzato di professionisti, rivoluzionario, alleanza tra
contadini e operai, democrazia diretta).
- Il fallimento della
riforma agraria e della guerra contro il Giappone (1904-5)
determinano la rivoluzione spontanea del 1905-7 con la Domenica di
sangue: 140.000 persone sfilano a Pietroburgo (un migliaio di morti,
2000 feriti). Il soviet (operaio) di Pietroburgo insorge (decisivo
il ruolo di Trotsky). Lenin torna in patria nel 1905 ma di nuovo
emigra nel 1907. E’ la prima rivoluzione popolare nell'epoca
dell'imperialismo. La sfiducia nei confronti dello zar è
netta anche tra i contadini, che cominciano ad avvertire la
necessità di un’alleanza con gli operai. La rivoluzione
fallisce proprio per il suo carattere poco organizzato.
- L'autocrazia concede un
parlamento fittizio con una camera elettiva (Duma): governo
responsabile davanti allo zar, non davanti alla Duma. Concede anche
il Manifesto
delle libertà civili (inviolabilità della persona, libertà di coscienza, di
riunione, di organizzazione ecc.), ma resta una dura repressione
contro i rivoltosi (15.000 giustiziati, 80.000 deportati), almeno
fino alla I guerra mondiale.
- I partiti sono ormai
chiaramente distinguibili: quello liberale dei democratici
costituzionalisti (cadetti) (2) è appoggiato dagli industriali,
dalla finanza, dalla burocrazia e da molti intellettuali, vuole una
configurazione statale simile a quella inglese (previo indennizzo,
chiedeva l’esproprio obbligatorio della terra solo nei
confronti di chi non la lavorava per nulla); i
socialisti-rivoluzionari, nati nel 1901, dopo aver ereditato le idee
del populismo, vogliono passare progressivamente dal feudalesimo a
una sorta di socialismo agrario cristiano, nella convinzione che il
capitalismo non avrebbe avuto la forza di penetrare nelle sconfinate
terre russe (favorevoli all’esproprio, previo rimborso, delle
terre dei latifondisti); i menscevichi, nati nel 1903, socialisti
piccolo-borghesi, vicini alla socialdemocrazia tedesca, vogliono
passare dal feudalesimo al capitalismo per realizzare le condizioni
materiali necessarie per una transizione a un socialismo industriale
e a uno Stato laico (hanno un ruolo fondamentale nella rivoluzione
del 1905); i bolscevichi di Lenin vogliono passare, attraverso una
rivoluzione politica, dal feudalesimo al socialismo, saltando la
fase del capitalismo, e facendo in modo che la direzione del paese
venga presa dal movimento operaio in collaborazione con quello
contadino. Questo era possibile perché la Russia era l’anello
debole del capitalismo europeo e anche una nazione agraria
debolissima nei confronti delle altre nazioni capitalistiche
europee, tutte molto industrializzate. Per Lenin in Russia doveva
esserci uno sviluppo economico industriale, gestito politicamente
dal socialismo operaio-contadino.
- Scatenamento della I
guerra mondiale: per risolvere il fallimento della riforma agraria,
per evitare i rischi di rivoluzione operaia nelle città e
contadina nelle campagne, per allargare i territori dell’impero,
specie nei Balcani (si usa la politica estera al posto della politica
interna per risolvere i problemi). Totale fallimento dell'attività bellica:
1,5 milioni di diserzioni su 15 milioni di uomini mobilitati. Solo
nel 1915 tra morti, feriti e prigionieri si era arrivati a 3,5
milioni. Il governo zarista non aveva forze sufficienti per
rifornire di armi e vettovagliamento le truppe combattenti. La
mobilitazione aveva strappato alle campagne il 50% della forza
lavoro, provocando una crisi agricola senza precedenti e, di
conseguenza, una forte inflazione. Il governo era stato costretto a
chiedere molti crediti a Inghilterra, Francia e Stati Uniti (8
miliardi di rubli da restituire in oro) e a procedere alle
requisizioni di grano e di bestiame, senza avere alcuna intenzione
di uscire dalla guerra.
- Febbraio 1917: i soviet
delle grandi città insorgono dopo imponenti scioperi. Molti
soldati solidarizzano coi rivoltosi. Nicola II abdica e, siccome il
fratello non vuole sostituirlo (anche perché i rivoltosi
vogliono la repubblica democratica), nasce il governo provvisorio,
guidato da menscevichi e socialisti rivoluzionari. Il governo però
vuole continuare la guerra, rinvia la data dell’Assemblea
costituente e impedisce ai contadini di occupare le terre dei
latifondisti, temendo il caos. Aumentano gli scioperi e le proteste,
e le diserzioni sul fronte. Tentativo di colpo di stato di Kornilov a Mosca,
sventato dai bolscevichi.
- Si forma una sorta di
dualismo di potere: il governo provvisorio, che rappresentava la
dittatura della borghesia, era privo di vera forza politica (anche
se era appoggiato da socialisti-rivoluzionari
e menscevichi), mentre i soviet, che esercitavano la dittatura del
proletariato e dei contadini, non avevano un potere ufficiale. Per
acquistare credibilità il governo provvisorio approva
l'amnistia generale, l'abolizione della pena di morte, il rimpatrio
degli emigrati politici, annulla tutte le restrizioni religiose,
linguistiche, etnico-nazionali.
- Lenin, da Zurigo, si
convince che la rivoluzione doveva continuare per arrivare al
socialismo. Nell'aprile 1917 torna in Russia partendo da Berlino con
un treno speciale, che le autorità prussiane gli organizzano
nella convinzione che con una rivoluzione interna la Russia avrebbe
perso la guerra contro la Germania. Tesi di Aprile di Lenin: tutti i
poteri conferiti ai soviet, rinunciando alla repubblica
parlamentare, perché non avrebbe garantito la democrazia
diretta, ma solo quella delegata; chiedere immediatamente una pace
senza annessioni né indennizzi, ponendo fine alla guerra
imperialistica; no a un governo di compromesso con la borghesia; no
al terrorismo e no alla guerra civile; confiscare tutte le grandi
proprietà fondiarie e redistribuirle gratuitamente ai
contadini, associati in comunità e sottoposti al controllo
dei soviet dei deputati dei salariati agricoli; realizzare una
fusione immediata di tutte le banche della Russia in un'unica banca
nazionale controllata dai soviet dei deputati operai; la produzione
e la distribuzione dei prodotti aziendali dovevano essere poste
sotto il controllo dei soviet. Nettamente contrario a questo
programma è il governo di Kerensky,
socialista-rivoluzionario (luglio 1917).
- Quanto più la
Russia subisce sconfitte sul fronte tanto più emerge la forza
del partito bolscevico, che compie la rivoluzione d'ottobre 1917,
nella convinzione che non ci sarebbe mai stato il passaggio della
terra ai contadini senza prima l'insurrezione armata. Il secondo
Congresso panrusso dei soviet si tiene proprio mentre viene preso d'assalto
il Palazzo d'Inverno, l'ultima roccaforte del governo. I
socialisti-rivoluzionari e i menscevichi, quando vedono che sono in minoranza,
abbandonarono la seduta.
- Le elezioni
dell'Assemblea costituente (socialisti-rivoluzionari 58%,
bolscevichi 25%, cadetti 13%, menscevichi 4%: i bolscevichi però
prevalgono nettamente nelle grandi città, sul fronte
occidentale e presso la flotta baltica), portano la maggioranza a
rifiutare completamente la rivoluzione bolscevica e a esigere la
prosecuzione della guerra. Lenin scioglie l'Assemblea
considerandola un passo indietro rispetto alla democrazia dei
soviet. Scoppia la guerra civile.
- Governo sovietico:
Decreto
della pace con Germania (Brest-Litovsk, marzo 1918, perdute dalla Russia:
Ucraina, Polonia, Lettonia, Estonia, Lituania, Finlandia,
Bessarabia). Decreto
della terra:
fine della proprietà privata, concessione senza riscatto.
Fabbriche affidate agli operai, con otto ore di lavoro. Banche e
trasporti nazionalizzati. Aboliti i privilegi e titoli nobiliari. La
Dichiarazione
dei diritti dei popoli della Russia riconosce parità, sovranità, autodeterminazione dei
popoli della Russia, diritto alla libera autodecisione, sino alla
formazione di uno Stato indipendente. Costituzione del 1918 (le
successive nel 1924 e 1939). Regime di separazione tra Chiesa e
Stato e tra Chiesa e scuola. Mosca capitale (per timore che i
tedeschi attaccassero Pietroburgo). Fucilazione dei Romanov (luglio
1918). Creata la III Internazionale (1919), perché si pensa sia imminente
una rivoluzione comunista anche in Europa occidentale.
- Controrivoluzione:
guerra civile dei filozaristi e filocapitalisti, sostenuta
dall’interventismo straniero (sbarchi in mar Bianco, mar Nero
e mar Caspio da parte di Inghilterra, Francia, Italia e Usa, mentre
il Giappone entra in estremo oriente): 16 milioni di morti
(1918-21).
- Comunismo di guerra:
requisizioni di grano, razionamento di cibo, tutta l'industria
nazionalizzata, militarizzazione del lavoro. Rivolta dei marinari di
Kronstadt (1921). La carestia del 1921 provoca 5 milioni di morti.
Guerra tra Russia e Polonia (questa, scontenta degli accordi di
Versailles, occupa l’Ucraina), conclusa con la pace di Riga
(1921) a favore della Polonia, che ottiene territori da Ucraina e
Bielorussia.
- Nasce la Nuova Politica Economica (Nep, aprile
1921): liberalizzato commercio prodotti agricoli (solo una parte
consegnata allo Stato), lo Stato controlla solo le aziende con oltre
20 dipendenti, si sviluppano aziende commerciali private. Nel 1926
si torna ai livelli produttivi del 1914.
- Nasce l’Urss
(dicembre 1922). Il Pcus è l'unico partito. Morte di Lenin
nel 1924. Successione tra Trotsky e Stalin: il primo vuole che si
appoggino altre rivoluzioni socialiste in altri paesi con cui poter
commerciare, altrimenti il boicottaggio dei paesi capitalisti
ucciderà la rivoluzione; il secondo vuole il socialismo solo
in Russia, sfruttando le risorse che ha (senza Nep), perché
il proletariato occidentale è politicamente immaturo. Terza
posizione di Bucharin, che appoggia Stalin chiedendo di conservare
la Nep. Stalin vinse nel 1925. Trotsky viene espulso dal partito nel 1927 e lascia il paese nel 1929 e
nel 1940 viene assassinato in Messico.
- Stalinismo:
industrializzazione accelerata (1929-40 la produzione industriale
triplica dal 5% al 18% di quella mondiale: in 10 anni la Russia
diventa la seconda potenza del mondo, dietro gli Usa). Si privilegia
industria pesante e quattro materie prime: petrolio, ferro, carbone,
acciaio. Collettivizzazione forzata della terra: colcos (contadini
in cooperative coltivano la terra dello stato e possono gestire un
piccolo pezzo di terra), sovcos (contadini coltivano solo terra
statale e sono dipendenti statali). 1,8 milioni di contadini ricchi
(kulaki) uccisi o deportati. Scompare il commercio e la piccola
industria, si affermano i piani quinquennali e nel primo (1928-33) la
Russia è già la terza al mondo per l'acciaio e la
seconda per il petrolio. 1932-33 la carestia provoca 5-6 milioni di
morti. Terrore staliniano:
nel periodo 1936-39 circa 4-5 milioni di persone represse per motivi politici di cui
almeno mezzo milione fucilate. 1930-53: internate circa 15 milioni
di persone.
NOTE (1) La somma del riscatto, nel
corso dei 45 anni successivi alla riforma, era salita a quasi 2 miliardi
di rubli, a fronte di un prezzo di mercato delle terre assegnate nel
1861 di circa 1/2 mezzo miliardo di rubli. In quello stesso periodo di
tempo, a causa dell'aumento della popolazione rurale, le dimensioni
medie degli appezzamenti erano scese da 4,8 a 2,6 ettari per famiglia.
Quasi 2/3 di tutti i contadini erano poveri. Solo 1,5 milioni di
famiglie di kulaki (su 10 milioni) erano in grado di vendere le loro
derrate sul mercato. Oltre ai kulaki vi erano 2 milioni di nobili che
gestivano la grande proprietà fondiaria (la famiglia dei Romanov ne
possedeva circa 8 milioni di ettari). (2)
"Cadetto" è la pronuncia dell'acronimo del partito
costituzionale-democratico. Analisi |