L'ARMENIA E IL SUO GENOCIDIO |
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ORIGINI STORICHE DELL'ARMENIA
L'Armenia è una regione montuosa di origine vulcanica, a sud del Caucaso, nell'alta valle del Tigri, tra i laghi di Sevan e di Urmia. Tracce di vita neolitica nella regione anatolica sono testimoniate da documenti storici già verso il 3000 a.C. Gli armeni sono gli abitanti autoctoni dell'Armenia: derivano da un incrocio di elementi indoeuropei (gli "armenoi" che Erodoto ed Eudossio collegavano ai Frigi) e di ceppi asiatici o anatolici (quegli abitanti dell'Anatolia orientale che non fanno capo né ai semiti né agli indoeuropei). Fino all'inizio del ventesimo secolo essi hanno abitato un vasto territorio che, estendendosi ben oltre i confini dell'attuale Repubblica Armena ex-sovietica, ingloba il lembo nord-occidentale dell'Iran, tutta la parte orientale della Turchia, le regioni occidentali dell' Azerbaigian ed una parte nel sud della Georgia. L'Armenia è sempre stata di fondamentale importanza per il controllo delle vie di comunicazione tra Oriente ed Occidente ed il suo possesso fu a lungo conteso dalle maggiori potenze militari. Regno indipendente (sec. X-VII a. C.) con una civiltà indigena autoctona, chiamato Urartù o Ararat, l'Armenia si fuse con la popolazione hurrita discendente degli antichi regni, poi subì le invasioni di cimmeri, sciti, medi, assiri.... I chaldi si stabilirono nella regione verso il 1000 a.C. e la dominarono sino all'arrivo dei persiani di Dario I, nel 520 a.C., che piegò la prima dinastia, quella degli Ervandunì e spartì il territorio in due satrapia, e vi rimasero sino 330 a.C., sostituiti dai macedoni di Alessandro Magno e dai parti. Verso il 190 a.C. - complici i romani che avevano sconfitto a Magnesia Antioco III - venne fondata la dinastia degli Artassidi e sotto la guida di Artashes I l'armeno divenne lingua comune a tutto il paese. Quando i romani, combattendo contro Mitridate, giunsero in Armenia, poterono costatare ch'essa era un territorio indipendente sotto il sovrano Tigrane. Fu Pompeo ad occupare tutta l'Armenia lasciandovi sul trono lo stesso Tigrane, che si era sottomesso. Gli armeni conobbero l'annessione diretta di Traiano nel 114 d.C. La conversione dell'Armenia al cristianesimo avviene all'inizio del IV sec., sotto il regno di Tiridate III, per opera di San Gregorio Illuminatore, un principe parto al servizio del sovrano. L'alfabeto armeno viene elaborato nel 405 da parte di Mesrop Mashtots. Nel 642 l'Armenia viene invasa dagli arabi, che vi resteranno fino al IX sec., sostituiti dalla dinastia armena dei Bagratidi. Nel corso del Medioevo la presenza armena è documentata in molti paesi europei: Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Islanda, ma esiste una forte comunità anche a Gerusalemme. In Italia la prima attendibile presenza è registrata nell'esarcato di Ravenna, con Narsete l'Eunuco nel VI sec. e Isaccio in quello successivo, poi anche a Roma e a Venezia. Numerose casate armene s'insediano in Italia meridionale: Gaeta, Bari, Napoli, Taranto, Matera... Nel 1080 il principe Ruben si ribella alla condizione di vassallaggio imposta dal governo bizantino e fonda il regno di Cilicia o "Piccola Armenia": nascono buoni rapporti commerciali con l'occidente, soprattutto con Venezia. Il re Levon il Magnifico aiuta addirittura i crociati nelle campagne militari di Cipro e S. Giovanni d'Acri Nell'undicesimo secolo l'invasione dei turchi selgiuchidi mette in ginocchio il paese ("Grande Armenia") e costringe parte della popolazione alla fuga in Cilicia; nel 1375 finisce anche il regno di Cilicia, occupato dai Mameluchi d'Egitto. Seguiranno però tre secoli di relativa pace, rotta, all'inizio del XVI secolo, dall'invasione ottomana che occupa la parte occidentale dell'Armenia mentre quella orientale resta sotto il dominio persiano. L'Impero Ottomano non attua una politica marcatamente repressiva nei confronti delle minoranze interne ma impone comunque, su tutto il suo territorio, la sharia, la legge coranica, quale unica fonte di diritto, ed il popolo armeno, in quanto cristiano, dovette subire pesanti discriminazioni. |