LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


1 - La fase tribale

Galata morente, scultura ellenica, Roma, Museo Capitolino

Nel corso della sua lunga evoluzione, la società umana ha conosciuto differenti stadi di organizzazione, di complessità (almeno tendenzialmente) sempre crescente. Le prime fasi di una tale storia, nelle quali l'uomo poco si distingue dagli altri animali, sono caratterizzate dalla caccia dalla pesca e dalla raccolta di frutti come mezzi di sostentamento della comunità, d'ambito fondamentalmente ancora familiare.

In essa vige ancora una effettiva uguaglianza tra gli individui, dovuta a una pressoché totale assenza di divisione sociale del lavoro: ogni membro della comunità infatti deve provvedere al pari degli altri all'espletamento delle mansioni alla base del mantenimento comune.

Un avanzamento essenziale delle forze produttive - nonché, di conseguenza, una svolta epocale nell'organizzazione sociale, che alle prime è sempre strettamente connessa - fu determinata dalla scoperta dell'agricoltura, della pastorizia e dall'allevamento, in sostituzione agli antichi metodi della caccia e della raccolta dei frutti offerti spontaneamente dalla terra.

All'affermazione - tra certe popolazioni, anche se non in tutte - di questi nuovi metodi produttivi, fece da complemento l'affermazione di rapporti sociali e di produzione più complessi di quelli precedenti, ed anche meno paritari. La fase selvaggia dell'umanità ebbe fine difatti con queste nuove invenzioni, fenomenali mezzi di avanzamento del genere umano, ovvero di crescita della sua popolazione.

A tali scoperte tuttavia, fecero seguito necessariamente anche degli enormi cambiamenti nello stile di vita, legati appunto ad esigenze strutturalmente connesse alle nuove tecniche produttive. Essenzialmente da nomade l'uomo divenne stanziale, mentre le popolazioni rimaste 'attaccate' ai vecchi stili di esistenza e di produzione (inizialmente certo non una minoranza!) vennero gradualmente espropriate e allontanate dai territori più fertili e più ambiti dalle nuove popolazioni, di gran lunga più numerose, che si nutrivano di cereali per mezzo dell'agricoltura.

Anche questa seconda fase - che complessivamente chiamiamo 'barbarica', o pre-civile - conobbe diverse fasi: quella della gens, quella delle fratrie e infine quella propriamente tribale.

In essa si ebbe un avanzamento tanto nelle strutture produttive, quanto nell'organizzazione sociale, quanto infine nell'estensione e nell'articolazione della comunità.

Si può dire che, complessivamente, il dato fondamentale di un tale progresso consista nella nascita di una gerarchia sociale, per la quale vi è distinzione tra coloro che sono preposti a lavori più 'umili' (come ad esempio quello di curare le greggi o sovrintendere alla coltivazione) e coloro che sono invece preposti ad attività di tipo dirigistico. Il primo effetto della complessità del lavoro, cioè la necessità di frazionare quest'ultimo in diverse mansioni - riflesse poi in diversi ruoli e in diverse 'categorie sociali' - ha inizio in questa fase. Appare qui in grande evidenza la correlazione esistente tra le forze produttive (ovvero le risorse, sia tecniche che umane, alla base della produzione sociale) e i rapporti sociali di produzione (le relazioni che esistono fra i distinti gruppi sociali componenti la comunità, intesa come organizzazione finalizzata alla produzione).

Col tempo, la crescita numerica dei componenti della gens (ovvero la prima forma della fase qui analizzata) impone a quest'ultima l'esigenza di frazionarsi in differenti sottogruppi, legati tra loro da rapporti di parentela, detti fratrie o gentes. Queste ultime poi, estendendosi ulteriormente, finiscono per unirsi in gruppi più ampi (gruppi al cui capo si pone solitamente una gens particolare) aventi il vantaggio della collaborazione reciproca, definiti tribù.

Sarà appunto il modo differente di relazionarsi tra loro delle tribù a determinare i due diversi sviluppi successivi: quello asiatico e quello occidentale.

In entrambi i casi sorgerà lo Stato, ovvero una forma di organizzazione superiore a quella gentilizia, in quanto connessa alle trasformazioni avvenute in seno a quest'ultima, trasformazioni legate: o a nuove e superiori esigenze comunitarie (fondamentalmente - specialmente in Oriente - quella di migliorare la produttività agricola e il rendimento delle terre, e di organizzare la difesa dai nemici esterni…) o, altre volte, risultato delle lotte instauratesi tra differenti tribù (e ciò soprattutto in Occidente).

Un'ultima osservazione sulle società gentilizie: mentre gli Stati futuri saranno caratterizzati da una fondamentale (e spesso col tempo sempre più marcata) disparità sociale, le tribù gentilizie (nelle quali pure già iniziano a formarsi le prime distinzioni di carattere sociale: venendo ad esempio le donne solitamente preposte ai mestieri più umili, la categoria dei servi a quelli più pesanti, quella dei capi alle attività decisionali, ecc.) sono ancora fondamentalmente "democratiche", nel senso che vige in esse - soprattutto rispetto alle successive formazioni sociali - una sostanziale parità tra i soggetti che compongono la comunità. Una eguaglianza che, con l'evoluzione del lavoro e con la sua frammentazione in mansioni sempre più specialistiche, finirà per essere fortemente ridimensionata.

Stato asiatico e occidentale


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015