ABACO

STORIA DEL CALCOLO AUTOMATICO
E DELLE SUE APPLICAZIONI PRATICHE


L'ABACO

  • Nell'antichità solitamente i calcoli venivano fatti con bastoncini, pietruzze, aste con tacche, cordicelle con nodi... Pochissimo conosciuti sono sempre stati i numeri frazionari: non arrivavano mai oltre 1/2.
  • I Sumeri, che vivevano in Babilonia, furono i primi a creare un modo di scrivere i numeri in cui il valore della cifra era determinato anche dalla sua posizione. Ancora oggi questo metodo viene usato negli orologi, per contare il tempo. Tuttavia, mentre il nostro sistema di calcolo e misurazione è a base 10, per i Sumeri era a base 60 (di qui peraltro la nostra divisione delle ore in 60 minuti e dei minuti in 60 secondi).
  • Viceversa, i romani usavano cifre poco adatte per eseguire calcoli oppure operazioni scritte rapidamente. È vero che Beda il Venerabile (672-735) parla di romana computatio, riferendosi al calcolo sulle dita delle due mani, appoggiate a questa o quella parte del corpo, per indicare i numeri sino a un milione, ma questa abilità oggi ci è totalmente sconosciuta. Di certo noi sappiamo che i romani eseguivano i loro calcoli con l'abaco.


Sistema posizionale a base tre (simboli: 0, 1, 2).

  • L'abaco è il progenitore del più moderno pallottoliere. La parola viene dal semitico abq, che significa "polvere", "sabbia". Non si sa quale popolo abbia inventato questa potente macchina calcolatrice, forse i babilonesi: gli esemplari a nostra disposizione (e che appartennero ai Maya, Egiziani, Cinesi, Romani...) hanno più di 2000 anni. (Alcuni storici sostengono che l'abaco abbia più di 5000 anni).
  • In latino i "calculi" stavano appunto a significare i "sassolini" che si ponevano in una tavoletta con apposite scanalature. In Occidente è stato importato verso il Mille ed è rimasto in uso fino al XVI sec, benché già nel 1215, in una gara di calcolo voluta dall'imperatore Federico II di Svevia, si era appurato che il calcolo coi numeri indo-arabi era più veloce di quello coll'abaco. Lo "zero" non ebbe mai una rappresentazione grafica o simbolica.

Abaco romano: a sinistra i pallini in posizione di calcolo; a destra raffigurano il n. 641.792. Le palline superiori valevano cinque unità ciascuna; quelle inferiori una unità. Ogni fila verticale rappresenta valori numerici crescenti: partendo dall'ultima, unità, decine, centinaia ecc.

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  • Nelle scuole elementari giapponesi si chiama soroban e lo si usa ancora oggi. E' composto di 25 file verticali di cinque palline divise in quattro, più una da un'asta orizzontale. Ogni pallina sotto l'asta corrisponde a un'unità e ogni pallina sopra l'asta a una cinquina. Muovendo le palline con riporti di tipo semidecimale si possono eseguire tutte le operazioni di aritmetica, calcolando fino a diversi milioni, ma anche molte operazioni di algebra, con velocità pari a quelle consentite dal calcolatore tascabile, tanto che viene usato da molti negozianti, impiegati postali e bancari (specie per il cambio di valuta).
  • Il pallottoliere sopravvive anche in Cina e in Russia. Se dotato di 15 bacchette ha una capacità numerica di centomila miliardi meno uno. Per fare operazioni con questo strumento basta conoscere la tabella di addizione e la tavola pitagorica da uno a nove.

  • La difficoltà maggiore sta nell'abilità che devono acquisire le dita. Basta un piccolissimo sbaglio e bisogna ricominciare tutto da capo, perché un pallottoliere non può registrare i risultati intermedi. (Scarica questo software e fai qualche esercizio. Se ti mancano nella system queste due librerie: MSVBVM60.DLL e OLEAUT32.DLL cliccaci sopra).

it.wikipedia.org/wiki/Abaco


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Scienza -  - Stampa pagina
Aggiornamento: 23/04/2015