LA QUESTIONE DEL NATALE

MITI E LEGGENDE DI QUESTA FESTIVITA'


EPIFANIA

Presepe - Stella cometa - Babbo Natale - Albero - Strenna - Epifania - Vischio

Dodici giorni dopo Natale si festeggia l'epifania, che in greco non vuol dire "befana", ma "manifestazione". Le "manifestazioni" del Cristo venivano celebrate il 6 gennaio, che coincideva con la nascita del Cristo, il suo battesimo ad opera del Precursore e il suo primo miracolo: le nozze di Cana.

La prima celebrazione dell'epifania pare risalga al 120-140 d.C. e fu una festa istituita dagli gnostici basilidiani, che equiparavano la nascita fisica del Cristo al suo battesimo, cioè l'inizio della sua missione pubblica: questa cosa fu poi accettata da tutte le chiese orientali.

Oggi "epifania" vuol dire "befana", una vecchietta gracile e benevola che in groppa a una scopa distribuisce regali e che poi muore o viene bruciata perché la vita nuova possa sorgere. Essa non rappresenta che la Grande Madre, la Natura che conclude il suo ciclo annuale per poi rinascere, esattamente come la luna, altra raffigurazione della dea della vita, che ad ogni ciclo scompare e ricompare.

La tradizione pagana della befana è antichissima: si trovano delle tracce nelle religioni mediterranee e orientali sin dai tempi degli egizi.


L’EPIFANIA E LA BEFANA

L’Epifania, che vuol dire Manifestazione, agli inizi del IV secolo coincideva con la festa per la nascita di Cristo che andava affermandosi il giorno 6 gennaio. Ma a seguito della decisione dell’Imperatore Costantino di anticipare la festa cristiana del 6 gennaio e di farla coincidere con la festa del Natale del Sole pagano del 25 dicembre, si creò una difformità di rituali. La Chiesa Cattolica allora riempì la festa del 6 gennaio con l’arrivo dei Magi, e la chiamò festa dell’Epifania.

Secondo alcuni studiosi la parola Epifania nel corso del tempo, in particolare in Toscana, è stata corretta dalla lingua locale in Befania e poi Befana. A Firenze nel 1400 si usava festeggiare l’Epifania rievocando l’ultima tappa del viaggio dei Magi con cortei-processioni spettacolari, ma con ridotta valenza religiosa. Comparvero i primi cortei mascherati con riferimenti alle sacre rappresentazioni medievali ed al viaggio dei Magi a Betlemme. E mimi che rappresentavano i significati religiosi dell’ Epifania.

Pian piano l’aspetto profano della festa prese il sopravvento su quello religioso, prese piede la libertà nel mascherarsi ai cortei, successivamente comparvero i carri che raggiunsero il massimo splendore nel 1700. Sui carri, spesso decorati da artisti, c’erano figure femminili chiamate Befane e che rappresentavano la festa.

All’Epifania o Befania del 1766 il carro più ammirato fu quello del “Trionfo di Bacco”. Si passò anche dallo splendore delle vesti dei primi cortei alla cura del grottesco.

Intorno alle Befane c’erano numerosi Befani, o Befanotti, col volto spesso dipinto di nero, vestiti in modo sgargiante e col volto tinto di nero, che in qualche modo richiamavano i re Magi.

I Befani chiedevano soldi per sé e per pubblica beneficenza oppure vino, ed in cambio recitavano canzoni, religiose o profane, dette Befanate. I partecipanti ai cortei portavano fantocci fatti di stracci e issati su pertiche (“Befane”), venivano caricati su carri illuminati da fumose torce.

I carri erano attorniati da giovani che soffiavano in stridule e lunghe trombe di vetro. Giunti i carri ed i partecipanti nella piazza principale, veniva dato fuoco ai fantocci-befane: questa usanza a Firenze è durata fino a fine 1800.

L’Epifania si caratterizzò così come anticamera, festa di apertura del periodo carnevalesco. In seguito, e dappertutto, l’Epifania si è caratterizzata come festa per bambini, con il recupero della tradizione dei doni dei Magi.

LUIGI AMBROSI


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