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Sempre più flessibili: i nuovi contratti di lavoro

 

Anche nella nostra provincia si osserva una forte componente di flessibilità contrattuale. Nel corso del 2000 infatti degli oltre 60 mila avviamenti il 70% era a tempo determinato (pari a oltre 40.000 posti di lavoro).
L'elevata incidenza occupazionale di settori stagionali, come l'agricoltura ed il turismo, determina nella nostra provincia una presenza del lavoro a tempo determinato molto diffusa, e superiore a quanto indicato dall'Isfol sul territorio nazionale dove pesa per circa il 40% degli ingressi.
Diversa invece la situazione per quanto riguarda il part time. I nuovi ingressi con un contratto a tempo parziale sono infatti solamente l'11% del totale (pari a circa 6.600 posti di lavoro), meno della metà di quanto stimato a livello nazionale (23%). Nella nostra provincia quindi le imprese restano maggiormente interessate a lavoratori disponibili durante tutto l'arco della giornata, sia che si tratti di lavori stagionali che annuali.
Analizzando i lavoratori interessati da questi contratti atipici, si osservano distinzioni di sesso solo nel caso del part time, dove il coinvolgimento delle donne è nettamente superiore a quello degli uomini. Per le prime infatti un contratto part time è appannaggio del 17% dei nuovi ingressi nel lavoro, mentre per gli uomini è diffuso solo tra il 5% dei neoassunti.
Oltre a quelle già delineate, risultano importanti anche quelle forme contrattuali atipiche che prevedono una componente formativa, e che sono indirizzate soprattutto ai lavoratori più giovani. Tra queste in particolare spicca l'apprendistato contratto con cui, nel 2000, sono stati avviati al lavoro oltre 6.500 giovani, pari all'11% del totale; mentre, un'altra importante tipologia contrattuale, i contratti di formazione lavoro, ha dato lavoro a circa 2.000 persone (3,2% del totale).
Da rilevare inoltre come nella nostra provincia si registri una consistente presenza di persone che lavorano in maniera quasi dipendente, ovvero in maniera parasubordinata. I lavoratori con almeno un contratto di collaborazione coordinata e continuativa registrati all'Inps sono infatti 12.400 [1], ovvero quasi il 10% degli occupati della provincia, così come stimati dall'Istat nel 2000.
Infine da un punto di vista territoriale è Cesena che evidenzia un maggiore ricorso a forme di lavoro atipiche, con un differenziale più consistente nel caso dell'apprendistato.

 

[1] Dato rilevato il 16 maggio 2001.
 
 
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