La
manifattura occupa complessivamente quasi 31.000 dipendenti,
e rappresenta così l'insieme di settori più
rilevante in termini di occupazione dipendente. Rispetto
al 1995, inoltre, ha creato quasi 7.000 posti lavoro
in più, ovvero quasi due dipendenti in più
ogni dieci che già lavoravano.
Al
suo interno il settore più rilevante è
quello meccanico con quasi 12.500 dipendenti,
oltre 2.300 in più rispetto al 1995. Il settore
sembra quindi sufficientemente consolidato e competitivo
da assorbire nuova forza lavoro, anche rispetto agli
altri settori. Questa performance emerge in particolare
dal fatto che le imprese meccaniche sono riuscite ad
incrementare il numero di lavoratori in maniera più
importante del resto della manifattura, con tassi di
crescita rispettivamente del 23,1% e del 20,9%.
Il
secondo settore per rilevanza, ovvero le attività
legate alla lavorazione del legno, è molto
meno rilevante della meccanica occupando "solamente"
4.240 dipendenti. Al suo interno rientrano attività
come la carpenteria navale e legata all'edilizia, settori
che negli ultimi anni sono state spinte dalla crescita
della domanda di natanti e quindi della cantieristica
navale, così come dalla fase di crescita delle
attività edili (anche per effetto delle commesse
per anno giubilare e della legge sulle ristrutturazioni
abitative). Tale dinamica si è riflettuta in
parte anche sul comparto legno che rispetto a cinque
anni prima registra oltre 500 addetti in più.
Le ripercussioni sull'occupazione non sembrano particolarmente
rilevanti: seppure in crescita, i dipendenti del legno
crescono in maniera meno importante della media della
manifattura, aumentando del 12,5% rispetto al 20,9%
complessivo.
Il
terzo settore per rilevanza è quello che comprende
tessile, abbigliamento e tessuti per arredamento,
con 3.724 dipendenti. Anche le imprese di Forlì
e Cesena hanno saputo "agganciare" la crescita
della domanda di prodotti di abbigliamento che si è
registrato a livello nazionale ed internazionale nell'ultimo
anno. Questo ha avuto però scarse ripercussioni
sull'occupazione che cresce solamente del 9,1% (pari
a 311 persone), meno della metà della media degli
altri settori.
Il
quarto settore per dimensione dell'occupazione dipendente
è quello che unisce la lavorazione di prodotti
chimici, della gomma e della plastica, con una rilevanza
quasi identica a quella dell'abbigliamento (3.126 dipendenti).
Quello della chimica-gomma-plastica è anche il
settore che negli ultimi cinque anni ha saputo creare
le maggiori opportunità di occupazione dipendente.
Gli addetti crescono infatti di quasi 1.000 unità,
con tasso di crescita del 31%, il più elevato
tra i settori della manifattura.
Infine,
trova conferma l'importanza della filiera del cuoio,
pelle e calzature, con oltre 3.000 dipendenti. La
presenza sul territorio provinciale di importanti imprese
della calzatura fa del settore un'importante sbocco
occupazionale che, anche in un periodo non favorevole
per il comparto, riesce ad incrementare la sua capacità
occupazionale. L'ammontare del numero di dipendenti
cresce (+402 dipendenti), ma evidenzia una minore dinamicità
rispetto al resto della manifattura, con tassi di variazione,
pari rispettivamente al 13,3% ed al 20,9%.
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