MANIFESTO DEIMUSICISTI FUTURISTI
.......Io, che ripudio il titolo di maestro quale stigma di mediocrità ed ignoranza, qui sottoscrivo e confermo la mia adesione piena al Futurismo, offrendo ai giovani, agli arditi ed agli sconsiderati impavidi queste mie irrevocabili conclusioni:
- Convincere i giovani compositori ad abbandonare le scuole, i conservatori e le accademie e considerare il solo studio libero come l'unico mezzo per la rigenerazione.
- Combattere i critici superficiali con altrettanto assiduo disprezzo, liberando così il pubblico dall'effetto pernicioso dei loro scritti e fondare su questa linea decisiva una rivista musicale che sia indipendente e risolutamente contraria ai criteri giudicanti dei professori di conservatorio e a quelli del pubblico.
- Astenersi dal partecipare a concorsi musicali con le loro prassi di buste sigillate e quote di iscrizione, denunciando pubblicamente ogni mistificazione e mettendo a nudo l'incompetenza delle giurie, generalmente composte da stupidi e da impotenti.
- Tenersi a debita distanza dai circoli accademici e dalle forme di commercio. Disprezzandole a favore di una vita modesta, non ornata da piogge di denari guadagnati con il mercimonio dell'arte.
- Liberazione della sensibilità musicale individuale da tutte le imitazioni o influenza del passato, liberando sensazioni e canti di uno spirito aperto al futuro, traendo ispirazione e pregnanza estetica dalla natura, attraverso tutti i fenomeni umani ed extraumani in essa presenti. Esaltando il simbolo uomo perennemente rinnovato dai vari aspetti della vita moderna e l'infinitezza della sua intima relazione con la natura.
- Distruggere il pregiudizio della "musica ben fatta" (retorica ed impotenza) per proclamare il concetto unico della musica Futurista come assolutamente e radicalmente diverso dalla musica di oggi e così formare in Italia un gusto musicale Futurista, che distrugga i valori dottrinari, accademici e soporiferi con la loro adesione al motto: "ritorniamo ai vecchi maestri", motto odioso, stupido e vile.
- Proclamare che il regno del cantore deve finire e che l'importanza del cantore in rapporto ad un'opera d'arte equivale all'importanza che uno strumento ha in un'orchestra.
- Trasformare il valore ed il titolo del libretto nel titolo e nel valore di una poesia drammatica e tragica per la musica, sostituendo i versi liberi con le strutture metriche.
Ogni scrittore d'opera deve assolutamente e necessariamente essere l'autore della propria poesia.
- Combattere categoricamente tutte le ricostruzioni storiche e sipari scenici tradizionali e dichiarare la stupidità del disprezzo sentito per i costumi contemporanei.
- Combattere il tipo di ballata preferita a Tosti e Costa, nauseabonde canzoni napoletane e la musica sacra che - non avendo più alcuna ragione di esistere - a causa della resa della fede, è diventata esclusivo monopolio di direttori di conservatorio impotenti e pochi mezzi preti.
- Provocare nel pubblico un'emergente ostilità verso la riesumazione di vecchie opere che impediscono la comparsa degli innovatori, incoraggiare l'esaltazione di tutto ciò che nella musica è originale e rivoluzionario, e considerare un onore l'insulto ed il sarcasmo dei moribondi e degli opportunisti.
Ed ora le reazioni dei tradizionalisti si abbatteranno sulla mia testa in tutto il loro furore, ma io me ne rido allegramente e me ne infischio. Mi sono arrampicato al di là del passato e a gran voce convoco giovani musicisti sotto la bandiera del Futurismo che, lanciato dal poeta Marinetti nel Figaro a Parigi, in poco tempo conquistò la maggior parte dei centri intellettuali del mondo.