NOTE

[1] I cronisti cesenati parlano di una cattedrale ancora precedente, che sorgeva presso l'attuale cimitero e che sarebbe stata distrutta da Totila nel 554.

[2] Oggi la denominazione di "Monte Sterlino" viene comunemente inclusa in quella di "Monte Garampo", che però, in origine, comprendeva un'area geografica molto più vasta.

[3] Nel 1204 la città fu quasi completamente incendiata dai Ghibellini.

Nel 1294 il podestà di Cesena distrusse, fra le altre cose, parte della cattedrale, che allora era nel Castro (l'anno dopo un fulmine colpì il campanile).

Quando Francesco degli Ordelaffi, capitano della città, passò a difendere Forlì, di cui era Signore, contro il card. Albornoz, affidando Cesena a sua moglie, Cia degli Ubaldini, quest'ultima, non trovando sufficienti appoggi popolari contro l'Albornoz, decise di bruciare il campanile, il vescovado e varie abitazioni della parte bassa della città (1357).

[4] Nel 1376 papa Gregorio XI, che risiedeva ad Avignone, avendo saputo che in Romagna gli apparati bellici di alcune repubbliche e di compagnie di ventura si apprestavano a requisirgli le terre, diede l'incarico a un cardinale, il francese Roberto da Ginevra, di assoldare mercenari franco-inglesi (circa 6.000), al comando di Giovanni Hawkwook (detto "l'Acuto"). Disgraziatamente il papa lo raccomandò alla benevolenza dei Comuni.

A Cesena i mercenari militari ebbero buona accoglienza, ma solo in un primo momento, poiché le maniere rozze dei mercenari portarono ben presto ad aspri conflitti.

Il cardinale Roberto, che risiedeva a Cesena, fece venire l'Hawkwood con le sue milizie da Faenza. Risultato: alcune migliaia di cittadini vennero trucidati.

Quando il papa vide che i soldati si erano chiusi nel Castro, decisi a restarvi, mandò con adeguate forze Galeotto Malatesta a liberare Cesena.

[5] L'emblema in sasso della "Rosa Malatestiana" (qui a cinque foglie) si trova nell'abside in alto, nel punto dove i costoloni della volta confluiscono.

[6] I lavori furono sospesi dopo la morte di papa Urbano VI (1389), cui seguì al soglio pontificio Bonifacio IX (1389-1404), il quale non poteva avere buoni rapporti col vescovo cesenate Saladini, avendo questi parteggiato, durante il periodo dello "scisma d'occidente", per l'antipapa Benedetto XIII. Solo quando se ne pentì, papa Bonifacio IX, nel 1398, deciderà di confermarlo alla sede di Cesena, normalizzando così la situazione episcopale della città.

[7] Il corpo del vescovo di Cesena, S. Mauro, verrà traslato alla vecchia alla nuova Cattedrale nel 1411, e, con esso, la reliquia della mano di S. Gregorio Magno.

[8] Da notare che già nel 1483, a causa di un forte terremoto, i pilastri del nuovo Duomo subirono lesioni di rilievo, che verranno riparate dopo qualche anno.

 

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