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Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers Carlo tornava dalla guerra, lo accoglie la sua terra cingendolo d'allor. Il sangue del Principe e del Moro arrossano il cimiero d'identico color, Se ansia di gloria, sete d'onore spegne la guerra al vincitore Chi poi impone alla sposa soave di castità la cintura, ahimè, Così si lamenta il Re cristiano, s'inchina intorno il grano, gli son corona i fior. Quand'ecco nell'acqua si compone, mirabile visione, il simbolo d'amor: Mai non fu vista cosa più bella, mai io non colsi siffatta pulzella Deh! Cavaliere non vi accostate, già d'altri è gaudio quel che cercate, Sorpreso da un dire sì deciso, sentendosi deriso, Re Carlo s'arrestò. Codesta era l'arma sua segreta, da Carlo spesso usata in gran difficoltà: Se voi non foste il mio Sovrano - Carlo si sfila il pesante spadone - non cederei al
desio di fuggirvi lontano. Cavaliere lui era assai valente ed anche in quel frangente d'onor si ricoprì Veloce lo arpiona la pulzella, repente, una parcella presente al suo Signor: E' mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame Anche sul prezzo c'è poi da ridire, ben mi ricordo che pria di partire, Ciò detto agì da gran cialtrone, con balzo da leone in sella si lanciò. Re Carlo tornava dalla guerra, l'accoglie la sua terra cingendolo d'allor. |