LE MONARCHIE NAZIONALI


IL CROLLO DELLA SPAGNA DI FILIPPO II
E L'ASCESA DI FRANCIA, OLANDA E INGHILTERRA

I - II - III - IV

FILIPPO II di SPAGNA

  1. Filippo II (1556-98) eredita dal padre Carlo V d'Asburgo la Spagna, i Paesi Bassi, il Mezzogiorno, le colonie americane, e nel 1580, come parente più prossimo del re del Portogallo, si annette anche questo Stato e tutte le sue colonie (che resteranno alla Spagna sino al 1640), creando un impero ancora più vasto di quello del padre (benché non avesse avuto la corona imperiale degli Asburgo e i possedimenti annessi).
  2. Tutte le risorse dell'impero sono destinate a proteggere l'aristocrazia laica ed ecclesiastica, a eliminare o subordinare la borghesia presente nell’impero e qualunque forma di dissenso anti-cattolico (ivi inclusi gli ebrei e i mori, anche se già convertiti alla fede cristiana), in netta controtendenza rispetto alle altre nazioni europee. L'unica cosa somigliante è il potenziamento della burocrazia (che però nel suo impero è abnorme) e delle forze militari e navali. Filippo II accentua l'assolutismo monarchico e burocratico, circoscrivendo le pretese politiche della grande nobiltà, a cui contrappone quella piccola, che, per averla fedele, la fa accedere ai ranghi di funzionari di stato. Tra i ceti urbani preferisce i laureati in diritto, da impiegare per gli interessi dello Stato.
  3. La Controriforma, nata col Concilio di Trento, trova in lui il più acceso sostenitore. Filippo II usa la religione come strumento di potere, riducendo al massimo anche le ingerenze della curia romana, persino nella scelta dei vescovi. Col pretesto della Controriforma elimina i conversos (cioè gli ebrei della cui forzata conversione al cristianesimo, avvenuta durante l'unificazione nazionale, diceva di non fidarsi) e i moriscos (cioè i musulmani, non solo per lo stesso motivo, ma anche perché li sospettava d'essere collusi coi turchi, che la Spagna stava combattendo nel Mediterraneo). Queste persecuzioni serviranno a ridurre il peso dei ceti artigiani e mercantili, espropriandoli delle loro risorse.
  4. La sua vittoria più grande la ottiene, con l'aiuto di Venezia, nella battaglia di Lepanto (1571) contro i turchi. Tuttavia siccome gli interessi della Spagna e di Venezia erano coincidenti per quanto riguardava il Mediterraneo, la rivalità commerciale impedisce loro di approfittare della vittoria, tant'è che due anni dopo quella famosa battaglia navale, Venezia farà una pace separata coi turchi, cedendo loro definitivamente l'isola di Cipro, già occupata due anni prima, pur di salvaguardare le agevolazioni commerciali di cui godeva in Medioriente. Quanto ai turchi, essi, dopo aver conquistato la Tunisia, riusciranno ad avvalersi per molto tempo dei pirati barbareschi (di Tunisia, Libia, Algeria e Marocco) per assalire tutte le navi cristiane del Mediterraneo.
  5. Le tre più grandi sconfitte di Filippo II sono state contro le Fiandre, l'Inghilterra e la Francia.
  6. La politica economica del suo governo è del tutto fallimentare:
  • esosa fiscalmente, per mantenere un imponente apparato burocratico, il lusso della corte e le continue guerre;
  • favorevole ai grandi latifondi, usati prevalentemente come pascoli per gli ovini, e nettamente sfavorevole ai ceti produttivi, eliminati anche in seguito a persecuzioni di tipo ideologico;
  • utilizza i metalli pregiati provenienti dall'America soltanto per pagare i debiti esteri e il proprio esercito, per acquistare grano e prodotti di lusso all'estero, per ottenere interessi finanziari dai depositi presso le banche straniere;
  • non può impedire le frequenti bancarotte dello Stato, che utilizzava anche per non restituire i crediti ricevuti dalle banche straniere (soprattutto genovesi). Durante tutto il periodo di Filippo II il debito statale quadruplica e il costo degli interessi sui prestiti ottenuti decurtava della metà le entrate.

A) Fiandre

Filippo II vuol fare delle Fiandre, ottenuti in eredità da Carlo V, una semplice provincia della Spagna, togliendo loro quelle autonomie giuridiche e commerciali riconosciute già da Carlo V. Le Fiandre erano divise in 17 province: quelle del Sud corrispondevano, all'incirca, al Belgio attuale; quelle del Nord all'Olanda attuale. Le prime erano di origine francese e di religione cattolica; le seconde di origine germanica e di religione protestante.

Filippo II:

  • mette tasse esorbitanti ai ceti borghesi,
  • revoca ogni privilegio o immunità commerciale,
  • istituisce il tribunale dell'inquisizione contro i protestanti,
  • riempie quei territori di militari spagnoli.

Le prime province a ribellarsi sono quelle del Nord (1567) e la lotta va avanti fino al 1609, quando sette province assumono il titolo di Paesi Bassi (poi Olanda, la provincia più importante). Erano state aiutate da Inghilterra (che voleva entrare nel Mare del Nord per commerciare liberamente) e Francia (il cui re, Enrico di Borbone, era capo del partito ugonotto-calvinista francese).

Siccome Filippo II, per ritorsione, impedisce all'Olanda di commerciare col porto di Lisbona, gli olandesi allestiscono una potente flotta navale con cui iniziano il loro colonialismo oltreoceano, togliendo a spagnoli e portoghesi alcune delle loro colonie (Malesia, Capo di Buona Speranza ecc.). In poco tempo fanno diventare Amsterdam il più grande porto commerciale di spezie al mondo.

Il Belgio invece rimarrà cattolico.

B) Inghilterra

Filippo II voleva unire la corona di Spagna a quella inglese, sposando Maria la cattolica (1553-58), figlia di Enrico VIII e Caterina d'Aragona. Maria, detta anche "la sanguinaria", voleva a tutti i costi far tornare l'Inghilterra al cattolicesimo. La sua breve guerra fatta contro la Francia le fa perdere l'ultimo avamposto inglese nella Francia: il porto di Calais.

Quando Maria muore, senza aver avuto figli da Filippo, gli inglesi la sostituiscono con Elisabetta (1558-1603), una figlia che Enrico VIII aveva avuto da Anna Bolena. Quando Elisabetta non solo rifiuta di sposare Filippo II, ma ripristina anche l'anglicanesimo, perseguitando i cattolici, Filippo II favorisce il diritto alla successione al trono inglese da parte della cattolica Maria Stuart o Stuarda (1542-87), già regina di Scozia, ma cacciata dai calvinisti. Non riuscendovi, perché quest'ultima viene prima imprigionata, poi giustiziata da Elisabetta, decide di dichiarare guerra agli inglesi, sulla base di tre motivazioni:

  • Elisabetta era stata scomunicata dal papa, il quale chiedeva di compiere una crociata contro di lei;
  • i pirati inglesi, autorizzati dalla corona, attaccavano le navi spagnole provenienti dall'America, sequestrando il loro carico di metalli pregiati;
  • l'Inghilterra aiutava i ribelli dei Paesi Bassi a separarsi dalla Spagna.

Elisabetta allestisce una potente flotta con cui sconfigge la cosiddetta "Invincibile Armada" di Filippo (1588), segnando così la fine della potenza navale spagnola e l'inizio di quella inglese, che sino alla II guerra mondiale resterà la più potente flotta del mondo. E' appunto con questa flotta che Elisabetta fa nascere il colonialismo inglese, che vede impegnata non solo la borghesia ma anche buona parte dell'aristocrazia. In politica interna la regina favorisce da un lato la trasformazione dei "campi aperti" (gestiti dai villaggi) in "campi chiusi" (gestiti da privati), e, dall'altro, l'allevamento degli ovini e la produzione tessile, al fine di rendere il paese del tutto indipendente dall'Olanda e anzi esportatore di prodotti finiti e non più solo di lana grezza.

C) Francia

Filippo II decide d'intervenire in Francia quando si apre il problema della successione al trono, proponendo sua figlia. Infatti Enrico II di Valois (figlio di Francesco I) era morto improvvisamente nel 1559, lasciando dei figli minorenni e la moglie Caterina dei Medici, che i francesi odiavano perché straniera.

Si formano quindi due partiti pretendenti al trono, intenzionati a scalzare i Valois: i Borbone (protestanti), appoggiati dagli inglesi, e i Guisa (cattolici), appoggiati dalla Spagna. Dopo 40 anni di guerra civile si giunge all'Editto di Nantes (1598), che riconosce ai protestanti piena libertà religiosa e pari diritti politici e civili. Sul trono sale Enrico IV di Borbone, che però, per pacificare gli animi, accetta di farsi cattolico. La dinastia dei Valois viene definitivamente sostituita da quella dei Borbone.

Enrico IV di Borbone caccia gli spagnoli dalla Francia e, dopo essersi alleato con tutte le potenze protestanti europee, pensa di fare della Francia il baluardo più importante contro gli Asburgo d'Austria e di Spagna, ma nel 1610 viene assassinato da un monaco cattolico.

Nonostante questo la Francia di Richelieu e di Mazzarino (entrambi cardinali cattolici saliti al potere), costringerà sia gli Asburgo d'Austria alla pace di Westfalia (1648), con cui la Francia può annettersi l'Alsazia, sia gli Asburgo di Spagna alla pace dei Pirenei (1659), con cui può annettersi l'Artois e il Rossiglione, e, attraverso la politica matrimoniale, mettere sul trono di Spagna un ramo Angiò dei Borbone (Trattato di Utrecht del 1713), che, a parte la parentesi repubblicana e franchista del XX secolo, continuerà a regnare in Spagna (attualmente con il re Juan Carlos).

Invece la dinastia degli Asburgo d’Austria si ridurrà al pur vasto e potente Impero austro-ungarico e cesserà di regnare alla fine della I Guerra mondiale (1918).

In sintesi

La Spagna di Filippo II fu l'esempio più lampante non solo dell'inutilità della Controriforma in un contesto europeo intenzionato a sviluppare il capitalismo, ma anche dell'illusione di poter essere una grande potenza semplicemente basandosi sul fiscalismo interno e sul saccheggio delle risorse provenienti dalle colonie, senza preoccuparsi di reinvestirle in attività produttive.

Filippo II non si rese assolutamente conto che per mantenere uno Stato centralistico, burocratico e militarizzato era necessario sviluppare al massimo le proprie forze borghesi, rinunciando altresì alla coercizione ideologica.

L'impero di Federico II fu una riedizione del vecchio feudalesimo medievale, con la differenza che, avendo a che fare con nazioni concorrenti di tipo capitalistico, fu costretto a creare delle parvenze di ricchezza ostentata per dimostrare ch'era possibile vivere nel benessere anche senza essere borghesi e protestanti.

Queste parvenze illusorie (che si espressero, p. es., nel lusso della corte, nell'esibizione di titoli nobiliari, nella spavalderia militare, nello sfoggio dell'arte barocca ecc., messe bene in evidenza da quel capolavoro letterario che fu il Don Chisciotte) furono pagate con la grandissima miseria delle popolazioni contadine, sottomesse ai latifondisti spagnoli, sempre difesi da militari senza scrupoli e da avvocati compiacenti, e con il durissimo sfruttamento delle popolazioni coloniali e delle loro risorse naturali.

La Spagna e lo Stato della chiesa furono gli elementi principali che, insieme agli junkers tedeschi, impedirono a buona parte dell'Europa di avviarsi con decisione verso lo sviluppo capitalistico, ostacolando altresì, in tutti i modi, che, in alternativa a tale sviluppo, si formasse una gestione democratica ed egualitaria dell'attività agricola.

Vedi anche www.homolaicus.com/storia/spagna/decadenza.htm e Dalla Pace di Westfalia (1648) ai Trattati di Utrecht (1713) e di Rastadt (1714)


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 02/10/2014