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I prussiani erano impermeabili al cattolicesimo e continuavano ad opporsi ai
tentativi colonialistici del duca polacco Konrad Mazowiecki (1228-32), cioè di Mazovia
o Masovia (Mazowsze). Il duca aveva tentato la via pacifica per convertire i
prussiani, affidandone l'evangelizzazione ad un prelato originario di Freyenwald,
che oltre il tedesco parlava perfettamente il polacco e la lingua prussiana, il
monaco cistercense Christian. Costui, nel 1214, dopo essere riuscito a
convertire alcuni notabili della Pogesamia, sul corso inferiore della Vistola,
presso l'odierna Elbing, venne nominato da papa Innocenzo III primo vescovo di
Prussia. Ma i risultati nel complesso erano stati scarsi.
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Lo stesso monaco Christian, vedendo che
la maggior parte dei prussiani rimaneva ostile al cristianesimo, si convinse a
fondare, d'accordo con Konrad, un ordine militare (Ordine dei Cavalieri di Dobrin o Dobrzin) che passasse a metodi più
bellicosi, soprattutto nel territorio di Chelmo, che il duca aveva donato al
vescovo. Ma i Prussiani, nonostante queste misure, riuscirono nel 1225 a
sconfiggere pesantemente i Cavalieri a Strassburg (Brodnica) sul fiume Drweca,
un affluente della Vistola.
Sicché nel corso dell'inverno 1226 una delegazione, guidata dal vescovo di
Prussia Christian e dai rappresentanti del duca di Mazovia, decise d'incontrarsi in Italia
col Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Hermann von Salza (1209-39) per chiedergli un aiuto
militare contro
l'accanita resistenza dei prussiani orientali e dei lituani, che occupavano la
costa baltica, dalle foci della Vistola fino alla regione del Njemen, e che per
questa ragione isolavano i territori di recente cristianizzazione più settentrionali della Livonia,
Lettonia ed Estonia. Ai teutonici veniva promesso un territorio di circa 3000
kmq, situato nella bassa valle della Vistola con capitale Kulm (Chelmno), il Kulmerland,
oltre a tutti quelli eventualmente sottratti ai pagani.
Da notare che già papa Onorio III, prima nel 1216 e poi nel 1221, aveva confermato ed esteso i privilegi
dell'Ordine Teutonico, assicurando l'esenzione totale dalle decime, nonché la facoltà di costruire
chiese e oratori sui propri possedimenti, e di essere giudicato e eventualmente
scomunicato solo dalla S. Sede.
Il Gran Maestro tuttavia, ancora scottato dalla brutta esperienza
ungherese (1),
non fu precipitoso, e trascorsero alcuni anni prima che l'Ordine si decidesse ad
intervenire nel Baltico. Hermann ottenne assicurazioni sia da parte
dell'Imperatore Federico II, che considerava quei territori come naturale appendice
dell'Impero, che da papa Onorio III, che lo spronò ad intervenire, accettando
l'offerta del duca polacco.
Il trattato definitivo tra il Gran Maestro e il duca di Mazovia fu siglato a
Kuschwitz il 30 giugno 1230 e nel marzo 1231, con il trattato di Rubenicht, si
giunse ad un accordo anche con il vescovo Christian di Prussia, che rinunciò ad
ogni pretesa sui possedimenti del Kulmerland e cedette un terzo della Prussia
all'Ordine.
A partire dal 1230 intanto cominciarono a giungere in Prussia i primi
cavalieri, guidati da Hermann Balk, che venne nominato Landmeister di Prussia.
Balk era accompagnato da 5 cavalieri e un centinaio di uomini d'arme, che furono
ben presto raggiunti da altri rinforzi provenienti dalla Germania del nord. Essi
si sistemarono nel piccolo insediamento di Vogelsang, sulla riva sinistra della
Vistola, in un fortino di legno. Balk fece inoltre costruire una seconda
piazzaforte a Nessau, pochi chilometri a Sud. Nella primavera del 1231 Balk con
le sue truppe, un migliaio di uomini circa, passò la Vistola e cominciò ad
attaccare sistematicamente i Prussiani.
Balk, dopo i primi successi, iniziò la costruzione di un nuovo forte, sulla
riva destra della Vistola, cui diede il nome di Torun, in omaggio alla fortezza
palestinese di Toron posseduta dall'Ordine. Toron divenne la prima grande
città fortificata costruita dall'Ordine in Prussia, cui affluirono molti coloni
provenienti dalla Germania del nord e dalla Boemia, mentre i prussiani cercavano
con frequenti attacchi d'impedire l'insediamento stabile dell'Ordine.
A partire dal 1232 Balk cominciò il rastrellamento sistematico del
Kulmerland: in pratica si impadronì di tutta questa terra falsificando gli
accordi scritti, che non prevedevano un'assoluta autonomia dallo Stato polacco.
Rifondò la città di Kulm (Chelmno) con la tipologia classica delle
città-fortezze dell'Ordine: una pianta a scacchiera dominata da un terrapieno
sormontato da un castello. Ai coloni che abitarono queste due città, fu imposto
un servizio militare permanente.
Successivamente l'Ordine fondò il castello di Marienwerder (Kwidzyn) a nord
di Kulm, che divenne a partire dal 1254 e fino al 1526 la sede dei vescovi di
Pomerelia. A legalizzare lo Stato Teutonico furono l'imperatore tedesco Federico
II (nel 1226) e il papa Gregorio IX. Con il tempo l'Ordine si rivoltò contro i polacchi e
cominciò ad incorporare estese aree di territorio polacco, invadendo nel 1308 Gdansk (Danziga) e massacrando i suoi abitanti.
Una nuova crociata contro i prussiani fu bandita nel 1233. La campagna si tenne nell'inverno
che, a quelle latitudini, faceva gelare fiumi e laghi,
e rassodava il terreno, divenendo il luogo adatto per le incursioni della
cavalleria dell'Ordine.
Nel 1237 fu costruito il castello di Elbing (Elblag) che distrutto nel 1239
dai prussiani venne ricostruito poco più a nord, dove l'Elbing si getta nel lago di
Drausen.
Al momento della morte di Von Salza, nel 1239 i teutonici controllavano
ormai tutto il Kulmerland, la Pomesania e la Pogesania. Cercarono anche di
avventurarsi, dal 1295 al 1378, con l'aiuto dei feudatari svedesi
(2), verso Novgorod e Pskov, ma le milizie russe, capeggiate da A. Nevskij, principe di
Novgorod, ebbero la meglio, per quanto i normanni, di religione pagana,
provenienti dai paesi scandinavi, riuscissero a insediarsi per un certo tempo a Novgorod,
finendo poi coll'essere assorbiti velocemente dalle popolazioni locali, più avanzate
sul piano culturale.
Il metodo, proseguito dai Gran Maestri successori di Von Salza, era sempre
lo stesso. Dopo aver sconfitto i pagani, si chiedeva la loro sottomissione e la
conversione, poi era subito edificata nel territorio conquistato una fortezza,
attorno alla quale si sviluppava in seguito una città, ove affluivano i coloni
tedeschi che si mescolavano con la popolazione locale. Nacquero così, tra gli
altri, i castelli di Kreuzburg (Città della croce), Heilsberg (Monte santo).
Nel 1241 i teutonici parteciparono massicciamente alla battaglia di Liegnitz (Legnice)
nella Slesia, ove, assieme alle truppe del duca di Slesia, Enrico il Pio
(1238-41) e del
duca di Polonia, Boleslao (1243-79), si tentò di contrastare il passo ai mongoli
dell'Orda d'oro. Le truppe cristiane furono fatte a pezzi, ma anche i mongoli
subirono gravi perdite e così decisero di interrompere la marcia verso
occidente, e dopo aver devastato l'Ungheria ritornarono verso est.
I prussiani, intanto, approfittando dell'assenza della maggior parte dei
cavalieri, impegnati contro i mongoli, si ribellarono, istigati dal duca
cattolico della Pomerelia (Pomerania Orientale) Swantopolk (1235-66). Gran parte delle
fortezze dell'Ordine cadde nelle mani dei ribelli. Il papa Innocenzo IV
(1243-1254) lanciò allora la
crociata, ma si continuò a combattere fino al 24 novembre 1248, quando il duca,
principale sostenitore dei rivoltosi, s'impegnò a rinunciare a qualsiasi
alleanza con i prussiani.
Il 7 febbraio 1249 fu stilato il trattato di Christburg, che riguardava la
condizione delle popolazioni sottomesse, a patto che si fossero convertite.
L'Ordine riconosceva ai sudditi prussiani la libertà personale, il diritto di
acquistare, vendere e lasciare in eredità agli eredi diretti le proprietà; il
diritto di stare in giudizio, di contrarre matrimonio, di entrare a far parte
del clero e dell'Ordine Teutonico, a patto d'essere d'antica nobiltà. Dovevano
rinunciare tassativamente alle usanze pagane e ad osservare la disciplina
ecclesiastica in materia di festività e di battesimo. Dovevano pagare le decime
all'Ordine, e prestare determinati servizi di natura militare. In più, a loro
spese, le popolazioni s'impegnavano a costruire, entro tre anni, 13 chiese in
Pomesania, 6 in Warmia e 3 in Natangia. I convertiti erano sottoposti al diritto
di Magdeburgo o a quello polacco; se non erano battezzati, dovevano farlo al più
presto, pena la perdita dei beni e l'espulsione.
In Prussia il servaggio fu durissimo e tutte le rivolte furono ferocemente
represse, tanto che la situazione si stabilizzò solo verso gli anni '80 del XIII
sec., dopo aver conquistato anche la Curlandia. Viceversa, i contatti
dell'Ordine col Levante s'interruppero definitivamente nel 1291, con la caduta
di San Giovanni d'Acri.
Nel complesso si erano create le premesse per una forte emigrazione tedesca
dalla Westfalia e dalla Renania verso i territori abitati da tribù baltiche
(prussiani, lituani, lettoni) e ugrofinniche (estoni, finlandesi, livoni). Il
Baltico stava per vedere la sostituzione dei mercanti slavi e vichinghi da parte
di quelli tedeschi, che si apprestavano a controllare la via commerciale che
collegava la Fiandra alla Russia di Novgorod e che raccoglieva le merci
provenienti dall'Asia centrale, da Bisanzio, dal Medio oriente (spezie,
gioielli, stoffe, seta, armi, miele e sale)
Dalla conquista del Baltico nascerà un grande principato territoriale, molto
organizzato sul piano commerciale, le cui città costiere formeranno la
cosiddetta "Lega Anseatica" (Hansa).
(1) Nel 1211 il re d'Ungheria Andrea II (1205-1235), che aveva partecipato alla
quinta crociata anti-islamica e aveva avuto modo di apprezzare le capacita politico-militari
dell'Ordine Teutonico, decise di invitare quest'ultimo a colonizzare una regione
della Transilvania (Burza) detta in tedesco Burzenland, territorio di confine popolato
dai Cumani, abitanti di religione pagana, attorno al corso del basso Danubio.
In base al decreto reale l'Ordine riceveva in proprietà libera e perpetua un
territorio di circa 1500 Kmq, con una totale autonomia politica, giudiziaria ed
economica (facoltà di aprire liberi mercati, facoltà di riscuotere tasse dai
coloni, di sfruttare le eventuali miniere per una metà, di battere moneta in
proprio, esenzione dalle tasse, ecc.); a ciò si aggiungeva anche un'ampia
autonomia in campo ecclesiastico: facoltà di riscuotere le decime sui coloni
tedeschi, di scegliere i preti delle proprie chiese ecc.
Nel 1221 tuttavia, Bela, il figlio del re, cambiò idea e ordinò all'Ordine
di lasciare l'Ungheria, restituendo immediatamente non solo il Burza ma anche la
regione della Transilvania, che i Teutonici avevano occupato nella speranza di
poter fondare un loro Stato indipendente: era già stata fondata la città di
Kronstadt (oggi Brasov). (torna
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(2) Gli svedesi entrarono in scena nel corso del sec. XII,
allorché i feudatari tedeschi, appoggiati dal papa Innocenzo II (1130-1143), chiesero loro
aiuto per conquistare le terre prussiane, a sud del Baltico. Successivamente,
col concorso degli svedesi si cercò anche d'imporre il cattolicesimo latino alle
tribù finniche, le quali lottarono per circa due secoli. (torna
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