Morte e monumenti tombali

UN MESSAGGIO D'IMMORTALITA'

 

La persistenza tematica, quale memoria dotta incentrata su complesse reminiscenze poetiche, verte su alcune costanti significative: anzitutto il rifiuto rispetto a un concetto della morte quale cessazione d'ogni legame con la vita, cui si oppone invece la speranza d'una "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" tra il vivo e l'estinto.

 

Napoleone Bonaparte, di Jean-Antoine Gros

Ricorrente è inoltre l'excursus riguardante le tradizioni devozionali degli antichi greci e romani, in merito all'uso, ad esempio, di porre i monumenti tombali lungo le vie principali, contrapposto alla trascuratezza nei confronti dei culti funerari, vigente negli ultimi decenni del '700. Un dato che assume oltretutto particolare intenzione polemica sul piano politico, se posto in relazione con l'editto di Saint-Cloud emanato da Napoleone Bonaparte, che vietava la sepoltura dei cadaveri in ambito cittadino e discriminava le iscrizioni.

 

In particolare nei testi della letteratura francese e italiana esiste un altro tema a carattere persuasivo: la contemplazione delle tombe dei grandi uomini costituisce infatti un incentivo per risvegliare le facoltà personali a servizio della patria e della collettività. Dai sepolcri perviene dunque un messaggio di immortalità.

Perciò si attenua il sentimento malinconico caratterizzante la poesia preromantica inglese, perché l'autocompiacimento nella prefigurazione della propria distruzione, quasi ossessiva tematica lugubre rispecchiata anche da paesaggi solitamente notturni, cede piuttosto il campo ad una ricerca non per la morte, bensì per la vita, nell'intendimento di scoprire una individuale predestinazione.

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