UOMO E DONNA
Psicologia dell'umana convivenza


La minoranza del No ha vinto, ma solo con un trucco.

E resta minoranza: sediziosa

di Pino Nicotri de L'Espresso

Dunque al referendum ha vinto il fronte astensionista e il Sì ha perso. E perso malamente: non solo non si è raggiunto il quorum, ma la percentuale dei votanti si è fermata al 25,9 per cento. Ha sicuramente ragione il lettore che nel blog precedente ha fato notare che già Mao usava dire che è da imbecilli sollevare un masso pesante se non si ha la forza si spostarlo, perché il masso rischia di cadere sui piedi di chi l’ha incautamente sollevato. In questo caso non tanto sul centrosinistra che ha promosso il referendum quanto sull’intera Italia laica. Ma a ben guardare se la sconfitta del fronte del Sì è certa, la vittoria del fronte astensionista è un puro e semplice inganno. E lo dimostro.

Il governo sulla recente legge che riguarda il trattamento di fine rapporto di lavoro, cioè quel Tfr che si usa anche più familiarmente chiamare ‘liquidazione’, ha disposto il principio del silenzio-assenso, e cioè che chi non si oppone esplicitamente all’uso del Tfr disposto dalla legge viene conteggiato come favorevole. Qualche tempo fa per porre rimedio alla lentezza disastrosa delle pubblica amministrazione nel rispondere ai cittadini si è varato, generalizzandolo, proprio il principio del silenzio-assenso. Vale a dire: se la pubblica amministrazione non risponde entro un certo tempo, la mancata risposta viene interpretata come un sì a quanto richiestole. Faccio notare che il principio del silenzio-assenso è invocato a gran voce dai nostri patiti del ‘partito americano’ quando qualcuno fa notare che non è per nulla democratico, o almeno rassicurante, che il presidente degli Stati Uniti, la massima potenza economico-militare e quindi politica del pianeta, venga eletto a volte da nemmeno metà dei cittadini aventi diritto al voto. ‘La loro astensione dal voto è una evidente loro adesione di fondo al sistema politico americano e quindi, quale che sia, al presidente che viene comunque scelto anche se non da loro’, hanno sempre argomentato i nostri maestri di ‘pensiero occidentale’.

Bene. Ma tutto ciò significa che secondo la normativa vigente per la pubblica amministrazione, secondo il comportamento del governo per esempio in tema di Tfr e secondo i nostri massimi politologi di centrodestra, gli astenuti al referendum andrebbero contati come altrettanti Sì! Il quale quindi, secondo i tre comportamenti detti, avrebbe in realtà stravinto il referendum. Ovvio che non è così, il Sì il referendum in realtà lo ha perso. Ma il mio ragionamento mostra quanto c’è di disonesto nel modo di ragionare e di procedere nel fronte del No. E la disonestà non è mai una bella cosa, alla lunga è un boomerang anche se nel frattempo produce danni enormi anche e soprattutto agli onesti.

E’ noto e accertato che in Italia c’è sempre un 30% circa di elettori che non vanno mai a votare. Di questi, che non sono ascrivibili automaticamente al fronte del No, si può legittimamente dire che per loro va bene qualunque risultato delle urne, perché – come dicono i nostri filo americani – ‘aderiscono alle scelte sia pure se fatte da altri’. E questo 30% sarebbe legittimo iscriverlo quindi tra gli aderenti – sia pure passivi – al Sì o al No a secondo di quale avesse prevalso nelle urne. Ma nelle urne ha prevalso di sicuro il Sì, perché in pratica solo loro sono andati a votare! Come per il caso del Tfr e della pubblica amministrazione, nulla vieterebbe per esempio di varare una legge che in base al principio del silenzio-assenso conteggi tra i favorevoli a quanto man mano proposto dai referendari anche gli assenteisti delle urne. Il mio ragionamento quindi, per quanto volutamente provocatorio, non è del tutto peregrino. Si presta a meditazioni opportune, specie nel frangente attuale. La prima meditazione è che non è affatto vero che abbia vinto il No: ad avere vinto è il fronte dell’astensionismo, niente affatto omogeneo, utilizzato con cinismo e mancanza di onestà dalla minoranza sediziosa del No.

La disonestà e il cinismo di fondo del fronte del No li si misura perfettamente ponendo mente alle cifre a alla prassi del silenzio-assenso da me indicate. La scelta dell’astensionismo è stata fatta di colpo da un Ruini spaventato per i sondaggi che davano il No appena al 14%. Come ha già fatto notare Eugenio Scalfari, il No quindi NON avrebbe vinto neppure con le cannonate. Neppure con i ‘miracoli’ garantiti da un Wojtyla ancora esibito e declamato in continuazione con la scusa della sua santificazione (ma non era già santo in quanto ‘santo padre’? Ah, l’abuso dell’altrui ingenuità...). L’unico modo per imporre alla maggioranza del popolo italiano la volontà della sparuta minoranza del No era sabotare il referendum giocando sul quorum e utilizzando quel 30% di desaparecidos del senso civico. Come è stato appunto fatto. Ciò non toglie che il No era e resta una sparuta minoranza. Che ha prudentemente – e impudentemente – evitato di contarsi onde nascondere la propria inconsistenza e che si sta sempre più rivelando sediziosa della laicità dello Stato e quindi – di fatto – delle regole della democrazia.

Insomma, siamo ai metodi piuttosto fascisti della ‘maggioranza silenziosa’ di una volta. Ve la ricordate? Ma che la Chiesa usi in modo così clamoroso e grossolano la strategia a suo tempo varata dalla estrema destra è cosa che se non sorprende ripugna, e non vedo come i cattolici possano essere contenti. E infatti, oltre alla gerarchia ecclesiastica e ai vari vertici degli apparati contigui, le grida di giubilo per la morte del referendum si alzano non già dal popolo dei credenti, ma dalla ciurmaglia dei ‘miscredenti filoclericali’, gli opportunisti alla Giuliano Ferrara e le esagitate alla Oriana Fallaci. Da tutti coloro cioè che, dichiaratamente di destra o almeno ultra filoamericani e ultra filoccidentali intesi come anti-’altri’ e perfino come anti Europa unita – non vedono l’ora di uno scontro fisico col ‘nemico’ quale che sia: rosso-’comunista’, verde-islamico o giallo-cinese, tutto fa brodo per menare le mani ed eccitarsi al sangue. Per loro la Chiesa è solo uno strumento, un’arma, una clava da sferrare sulla testa del nemico per fracassargliela ‘preventivamente’. La natura belluina e violenta che c’è in tutti noi meglio rifulge in chi anziché esprimere al meglio la propria umanità - ricorrendo magari a una bella fecondazione eterologa o all’adozione di bambini per vivere la condizione di padre o madre - preferisce abbruttirsi nell’incitamento e nell’eccitazione per lo scontro soprattutto fisico.

Un’ultima annotazione sui due pesi e le due misure di lorsignori. L’astensione è stata più massiccia al Sud, la partecipazione al voto e quindi lo spirito civico sono stati maggiori al Nord. Che l’Italia fosse divisa si sapeva. Ma almeno parte del centro destra volesse fare di questo tipo di Sud la base del proprio potere, anziché battersi per una migliore unificazione – finalmente! - dell’Italia, è cosa che denota la scarsa serietà di quello schieramento politico: non era e non è la Lega Nord che da tempo urla proprio contro il Sud? E non era il suo leader maximo Umberto Bossi quello che gridava anche contro ‘i vescovoni’? Ma questi sono uomini politici o ubriaconi? O mercanti tali da far parere virtuosa anche ‘Roma ladrona’? La Chiesa è criticata da tempo e da più parti per la sua scarsa azione, nel Sud, contro la cultura e il mondo delle cosche. Adesso sarà ancor più criticabile, visto che del Sud Ruini ha fatto il fulcro del suo molto poco limpido e molto poco invidiabile successo.

Chi ha promosso così frettolosamente questo referendum è stato gravemente imprudente. L’usuale dilettantismo della sinistra autolesionista e presuntuosa. Ma chi, pur essendo decisamente in minoranza, ha giocato sul fallimento della consultazione popolare ‘impadronendosi’ del fisiologico 30% di assenteisti è stato invece tra il cinico e il disonesto. Ai disonesti ho sempre preferito i dilettanti e gli imprudenti. Li preferisco ancora.

http://blog.espressonline.it/weblog/stories.php?topic=04/11/16/5181603

09 giugno 2005 - contatto

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Uomo-Donna
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Aggiornamento: 14/12/2018