QUALE INTEGRAZIONE

Malcolm X

  • Noi afro-americani siamo ben disposti verso tutte le persone di buona volontà. Non siamo contrari ad associazioni composte da gente di diversa origine etnica ed estrazione sociale.
  • Abbiamo avuto molte esperienze che ci permettono di vedere ì limiti e gli aspetti negativi di situazioni in cui gli esseri umani vengono divisi uno dall'altro in base alle cosiddette caratteristiche "razziali".
  • Noi non abbiamo creato l'ambiente pieno di pregiudizi in cui viviamo e dobbiamo guardare in faccia la realtà. C'è una società "razziale", in cui non esiste alcuna uguaglianza per i neri e perciò noi che non siamo bianchi siamo costretti ad affrontare problemi ereditati da secoli di ineguaglianza e a sopportare situazioni il più razionalmente possibile.
  • Per garantirci la sopravvivenza è assolutamente necessario conservare la qualità etnica della nostra unità. Diciamo questo perché le nostre esperienze, a cui si aggiunge la riprova della storia, mostrano che la cultura africana e quella afro-americana non possono essere riconosciute né adeguatamente espresse, né hanno la garanzia di sopravvivere se noi restiamo le vittime divise e impotenti di una società oppressiva.
  • Sappiamo benissimo che la mescolanza etnica può essere un vantaggio per tutti quando c'è l'uguaglianza e quando c'è la giustizia. Comunque dobbiamo denunciare tutti coloro che con le loro regole o azioni rinnegano la giustizia in tutti i rapporti con gli altri, indipendentemente dal fatto che i soprusi provengano dal potere, dal privilegio di classe o di "razza". Dobbiamo unirci per difenderci dal sopruso o dallo sfruttamento.
  • Riteniamo che il termine "integrazione" sia falso e ingannevole perché contiene implicitamente dei significati che gli afro-americani non possono accettare. Tale terminologia è stata applicata ad alcuni progetti che sembrano "accettabili" per certe classi, il che implicitamente equivale a stabilire criteri di superiorità o d'inferiorità invece di riconoscere la vera fonte dell'ineguaglianza che sta alla base di tutto il problema.
  • Abbiamo notato che l'uso dei termine "integrazione" fu designato e promosso da coloro che vogliono continuare, sia pure in forma apparentemente meno dura, la discriminazione etnica e che intendono mantenere il controllo socioeconomico di tutti i rapporti umani servendosi di immagini, classificazioni, percentuali e regolamenti fondati sul colore, l'origine nazionale, le caratteristiche "razziali".
  • Un'analisi critica delle recenti esperienze rivela che l'"integrazione" descrive in realtà il processo mediante il quale una società bianca è e rimane in condizione di servirsi o non servirsi quando e come vuole del talento dei non bianchi.
  • Questa ragnatela di potere continua a costruire una società in cui i contributi migliori degli afroamericani, e in realtà di tutti i non bianchi, vengono assorbiti senza che se ne parli o sfruttati a tutto beneficio di pochi privilegiati, mentre le masse, sia bianche che di colore, vivono in condizioni ingiuste e oppressive.
  • Siamo consapevoli del fatto che, a causa dell'oppressione, della discriminazione e del conseguente scoraggiamento, disperazione e rassegnazione, molti di noi non hanno sufficienti capacità tecniche e sono impreparati a svolgere lavori di un certo livello.
  • Ma proprio là dove non siamo preparati e non abbiamo delle specializzazioni, è necessario che ci aiutiamo l'uno con l'altro e ci organizziamo in modo da migliorare le nostre condizioni come gruppo.
  • È allora che le nostre richieste di piene opportunità per gli afro-americani potranno esser fatte su urna base di uguaglianza, in assoluto contrasto con il calcolato gradualismo e le elemosine dell'"integrazione".
  • Perciò dobbiamo respingere questo termine che è sulla bocca di tutti coloro che intendono condurci sulla strada sbagliata.

(Dal Programma fondamentale dell'Organizzazione per l'unità afro-americana)


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 26/04/2015