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QUALE INTEGRAZIONE

- Noi afro-americani siamo ben disposti verso tutte le
persone di buona volontà. Non siamo contrari ad associazioni composte da gente di diversa
origine etnica ed estrazione sociale.
- Abbiamo avuto molte esperienze che ci permettono di
vedere ì limiti e gli aspetti negativi di situazioni in cui gli esseri umani vengono
divisi uno dall'altro in base alle cosiddette caratteristiche "razziali".
- Noi non abbiamo creato l'ambiente pieno di
pregiudizi in cui viviamo e dobbiamo guardare in faccia la realtà. C'è una società
"razziale", in cui non esiste alcuna uguaglianza per i neri e perciò noi che
non siamo bianchi siamo costretti ad affrontare problemi ereditati da secoli di
ineguaglianza e a sopportare situazioni il più razionalmente possibile.
- Per garantirci la sopravvivenza è assolutamente
necessario conservare la qualità etnica della nostra unità. Diciamo questo perché le
nostre esperienze, a cui si aggiunge la riprova della storia, mostrano che la cultura
africana e quella afro-americana non possono essere riconosciute né adeguatamente
espresse, né hanno la garanzia di sopravvivere se noi restiamo le vittime divise e
impotenti di una società oppressiva.
- Sappiamo benissimo che la mescolanza etnica può
essere un vantaggio per tutti quando c'è l'uguaglianza e quando c'è la giustizia.
Comunque dobbiamo denunciare tutti coloro che con le loro regole o azioni rinnegano la
giustizia in tutti i rapporti con gli altri, indipendentemente dal fatto che i soprusi
provengano dal potere, dal privilegio di classe o di "razza". Dobbiamo unirci
per difenderci dal sopruso o dallo sfruttamento.
- Riteniamo che il termine "integrazione"
sia falso e ingannevole perché contiene implicitamente dei significati che gli
afro-americani non possono accettare. Tale terminologia è stata applicata ad alcuni
progetti che sembrano "accettabili" per certe classi, il che implicitamente
equivale a stabilire criteri di superiorità o d'inferiorità invece di riconoscere la
vera fonte dell'ineguaglianza che sta alla base di tutto il problema.
- Abbiamo notato che l'uso dei termine "integrazione" fu designato e promosso da coloro che vogliono
continuare, sia pure in forma apparentemente meno dura, la discriminazione etnica e che
intendono mantenere il controllo socioeconomico di tutti i rapporti umani servendosi di
immagini, classificazioni, percentuali e regolamenti fondati sul colore, l'origine
nazionale, le caratteristiche "razziali".
- Un'analisi critica delle recenti esperienze rivela
che l'"integrazione" descrive in realtà il
processo mediante il quale una società bianca è e rimane in condizione di servirsi o non
servirsi quando e come vuole del talento dei non bianchi.
- Questa ragnatela di potere continua a costruire una
società in cui i contributi migliori degli afroamericani, e in realtà di tutti i non
bianchi, vengono assorbiti senza che se ne parli o sfruttati a tutto beneficio di pochi
privilegiati, mentre le masse, sia bianche che di colore, vivono in condizioni ingiuste e
oppressive.
- Siamo consapevoli del fatto che, a causa
dell'oppressione, della discriminazione e del conseguente scoraggiamento, disperazione e
rassegnazione, molti di noi non hanno sufficienti capacità tecniche e sono impreparati a
svolgere lavori di un certo livello.
- Ma proprio là dove non siamo preparati e non
abbiamo delle specializzazioni, è necessario che ci aiutiamo l'uno con l'altro e ci
organizziamo in modo da migliorare le nostre condizioni come gruppo.
- È allora che le nostre richieste di piene
opportunità per gli afro-americani potranno esser fatte su urna base di uguaglianza, in
assoluto contrasto con il calcolato gradualismo e le elemosine dell'"integrazione".
- Perciò dobbiamo respingere questo termine che è
sulla bocca di tutti coloro che intendono condurci sulla strada sbagliata.
(Dal Programma fondamentale dell'Organizzazione per
l'unità afro-americana)
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