- In assenza di testi scritti e di
tradizione orale, la datazione di quest'opera, unica nel suo genere, ha sollevato numerose
polemiche. Dopo laboriose ricerche sembra che si possa farla risalire alla seconda metà
del XVI sec.: lo indicano dettagli significativi come i vestiti, le acconciature dei
capelli e gli strumenti musicali:
- una mandòla, l'antenata del mandolino, attesta p. es. l'influenza del
Rinascimento italiano in Francia;
- un curioso décolleté che mostra i seni nudi (detto
"alla veneziana") apparve alla corte di Carlo IX sin dal 1561;

- il colletto plissettato, la cui moda si diffuse in Francia al
ritorno di Francesco I dalle guerre in Italia;
- le mutande femminili, ricalcate sul modello dei calzoni
maschili e dotate di bretelle (invenzione rivoluzionaria d'origine veneziana), introdotte
in Francia da Caterina dei Medici;
- il nastrino di velluto nero della vedovanza, pendente sulla
fronte: una moda introdotta dalla stessa Caterina dopo la morte del marito Enrico Il
(avvenuta nel 1559) per distinguersi dalla sua rivale Diana di Poitiers, precettrice e in
seguito amante del defunto re, che portava con troppa ostentazione il lutto.

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