L'OTTOCENTO ITALIANO ED EUROPEO
DAL CONGRESSO DI VIENNA
ALLA VIGILIA DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE


IL GOVERNO DEPRETIS

Depretis fu presidente del consiglio dal 1876 al 1887 con due brevi interruzioni. Il cambiamento che l'avvento della Sinistra al potere faceva prevedere all'interno della politica dello Stato italiano in realtà non avvenne. Depretis introdusse una nuova pratica parlamentare detta del “trasformismo” con la quale al governo partecipavano di volta in volta anche esponenti di altri partiti politici. In tal modo caddero le rigide barriere che fino ad allora avevano contrapposto la Destra storica e la Sinistra, e si venne a creare un sistema politico aperto alla partecipazione di tutte le componenti della classe dirigente italiana, anche della piccola e media borghesia.

A ciò va aggiunto il fatto che Depretis introdusse le pratiche del favoritismo e della concessione di poteri locali a vari singoli destinatari che così vennero convinti (a volte con la corruzione) ad entrare nella maggioranza. Attraverso questa pratica si portò a compimento la coalizione tra la borghesia dell'Italia settentrionale e la borghesia agraria del Meridione.

Le riforme che il governo introdusse nel Paese furono ben lontane dal costituire quei mutamenti sostanziali da molti auspicati: nel 1882 una nuova legge elettorale portava a due milioni gli elettori. Restando esclusi i nullatenenti e gli analfabeti, questa riforma mantenne l'emarginazione delle masse meridionali che continuarono ad essere escluse dai diritti politici.

La seconda legge di rilievo fu la legge Coppino del 1877 che rendeva obbligatoria e gratuita l'istruzione per altri due anni rispetto alla precedente legge Casati che ne prevedeva solo due. Tale legge restò però inoperante, specie nelle regioni più povere.

Nel 1879 il governo abolì l'odiata tassa sul macinato che era stata, come sappiamo, motivo di malumore e di rivolta per le popolazioni meridionali; ma, non essendo mutato il sistema di prelievo fiscale dello Stato, l'abolizione di questa tassa non alleggerì le condizioni di vita dei poveri. Durante la gestione politica di Depretis la politica economica dello Stato subì una svolta; cominciò infatti l'intervento a difesa delle industrie nazionali con l'applicazione di tariffe e dogane sulle merci straniere e con le sovvenzioni statali ad alcune industrie nazionali.

Per quanto riguarda la politica estera, occorre ricordare che il 20 maggio 1882 veniva stipulata a Vienna la Triplice Alleanza tra Austria, Germania e Italia. Era, da parte italiana, una decisione imposta dalla necessità di uscire dall'isolamento internazionale determinato dalla crisi dei rapporti con la Francia conseguenti alla “delusione” di Villafranca, alla difesa francese dello Stato Pontificio dalle legittime rivendicazioni italiane e, poi, alla conquista della Tunisia (1881) compiuta contro le mire coloniali e gli interessi italiani. Invece l'aiuto fornito dalla Prussia bismarckiana nel 1866, che portò all'annessione del Veneto (Terza guerra d'indipendenza) aveva avvicinato l'Italia agli Stati Centrali, che riscuotevano anche la simpatia della monarchia sabauda e dei circoli ad essa vicini per il modello conservatore dell'ordine sociale e politico da essi rappresentato.

Per questi e per altri motivi finì per affermarsi l'abilità politica di Bismarck che portò alla Triplice Alleanza, rinnovata nel 1887 e nel 1891, malgrado il dominio austriaco su Trento e Trieste

Sarà proprio la questione relativa a questi territori a rendere inoperante l'alleanza nel 1915, quando, durante la prima guerra mondiale, l'Italia prenderà le armi contro l'Austria, la nemica tradizionale in tutte le lotte risorgimentali.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 02/04/2014