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L'EUROPA E LE GUERRE NEL SETTECENTO
QUADRO GENERALE DELLA POLITICA DEL SETTECENTO
- Preoccupazione principale dell'intera Europa è quella di mantenere un equilibrio geo-politico internazionale,
che può essere soggetto a
periodici aggiustamenti. Si dà per scontata la divisione del
continente europeo tra cattolici e protestanti, in modo tale che i
fattori religiosi o ideologici non definiscono più gli schieramenti
politico-militari. L'Europa del Settecento è composta da Stati
capitalisti (Gran Bretagna, Francia, Olanda...) che tendono a
imporre agli Stati feudali (Spagna, Italia, Polonia, Russia,
Austria...) alcune fondamentali regole borghesi di comportamento
(nel diritto, nell'organizzazione sociale, nella diplomazia, nel
modo di fare la guerra, nell'economia). È un'Europa plurale, che non vuole
assolutamente una monarchia universale e tanto meno le interessa
combattere contro un "infedele" per motivi religiosi. È un'Europa
molto attenta alla diplomazia, favorevole al cosmopolitismo
(l'individuo cittadino del mondo).
- In genere le guerre in Europa non vengono combattute per annientare l'avversario, ma
solo per logorarlo, secondo un piano razionale che tenga conto del
rapporto tra costi (umani e materiali) e benefici: gli eserciti
infatti sono molto costosi e si cerca di risparmiare le
popolazioni civili, già sfiancate dalle guerre distruttive dei
secoli precedenti. I vantaggi da conseguire sono di tre tipi:
commerciali (sugli oceani e nei mari Mediterraneo, Baltico e Nero);
territoriali e dinastici. Si passa quindi facilmente dall'azione
militare, che in genere dura pochi anni, a quella diplomatica.
- Vi sono almeno una quindicina di guerre, suddivise in: a)
commerciali sugli oceani e per le colonie (Gran Bretagna, Francia,
Olanda e Spagna); b) commerciali per il mar Baltico (tra Svezia,
Danimarca, Polonia e Russia) e per il mar Nero (tra Russia e Impero
ottomano); c) per la successione dinastica sui troni di Spagna, Polonia e
Austria; d) di conquista territoriale (p.es. l'Austria nei Balcani, Austria-Russia-Prussia per la spartizione della Polonia, ecc.). Gli
attori principali delle guerre sono Gran Bretagna, Francia, Austria,
Russia e Prussia. In questo secolo si assiste al tramonto definitivo
della Spagna come grande potenza, nonostante le colonie d'oltremare
restino legate alla madrepatria (tuttavia la concessione
dell'attracco di un vascello inglese, una volta l'anno, in uno dei
porti spagnoli dell'America meridionale, notoriamente chiusi a tutti
i Paesi non appartenenti alla Spagna, per poter liberamente
commerciare, segna l'inizio dello scardinamento delle misure
protezionistiche adottate dalla Spagna per favorire le proprie navi
nel trasporto delle merci da e verso l'Europa). Si assiste anche al
fallimento delle mire espansionistiche ed egemoniche della Francia
di Luigi XIV, anche se col terremoto della rivoluzione del 1789 e
con l'avventura napoleonica molte cose cambieranno in Europa.
- Gli eserciti regolari e permanenti sono composti da soldati
professionali di lunga ferma, molto disciplinati, composti, nei
bassi ranghi, da contadini disoccupati, da malviventi e sbandati.
Continuano a esserci contingenti mercenari provenienti da
Svizzera, Scozia, Irlanda ecc.
- Tutte le potenze europee più avanzate condividono l'impostazione
mercantilistica dell'economia (favorire l'export, ridurre l'import,
tratta dei negri, colonialismo che fa dell'Europa un centro e il
resto del mondo una periferia).
- La guerra dei Sette anni (1756-63) viene detta la prima guerra mondiale
perché coinvolse le principali potenze europee dell'epoca e venne combattuta su tre continenti (Europa
e, per motivi coloniali, Asia e America). È
totalmente indipendente da questioni dinastiche. Vede nettamente la
Prussia in ascesa in Europa, ma solo grazie al fatto che in Russia
andò al potere lo zar Pietro III, che era filo-prussiano. Vede anche
l'Inghilterra dominare nettamente a livello coloniale sugli oceani e
soprattutto in America e in India ai danni
della Francia.(1)
- Con lo zar Pietro I il Grande e il trasferimento della capitale
da Mosca a San Pietroburgo la Russia si occidentalizza,
sostituendosi alla Svezia nell'egemonia del Baltico, occupando una parte
della Polonia nel dominio in Europa e limitando il potere
ottomano sul mar Nero.
- Gli Ottomani a partire dal 1697, con la sconfitta subita a
Vienna da parte degli austriaci (che si prendono l'Ungheria), iniziano lentamente a ritirarsi dai
Balcani, anche se le potenze europee, per timore che la Russia
s'affacci sui Balcani preferiscono avere un impero ottomano
indebolito. Comunque gli Ottomani fino al 1878 non faranno più
guerre contro i paesi europei.
- La Polonia scompare come regno dalle carte geografiche sino alla
fine della prima guerra mondiale, ripartita tra Russia, Prussia e
Austria. Era un'area debole come l'Italia (quest'ultima dominata da
Austriaci e Borboni).
- Quando ottengono la Sardegna in cambio della Sicilia i duchi di
Savoia diventano la prima dinastia reale d'Italia (regno di
Sardegna).
- Con la guerra di successione spagnola la Spagna passa dagli
Asburgo ai Borbone (di origine francese) e un loro ramo (che
diventerà autonomo dalla Spagna) acquisisce il meridione italiano
sino all'unificazione nazionale.
- Della Prussia si dice che non è uno Stato con un esercito, ma
un esercito con uno Stato. Il solo Federico II combatte 16 grandi
battaglie, perdendone solo tre; e quando invade la Slesia e la
Sassonia lo fa senza preavviso. Aveva un esercito di 195.000
soldati, quando la Francia, con una popolazione tripla, ne aveva 180
mila. La superiorità tattica dei prussiani li fece diventare la
potenza militare più forte. Il ducato di Prussia in origine aveva
per capitale Königsberg (oggi Kaliningrad), sul Baltico, al confine con la Polonia, da
cui dipendeva maniera feudale. Fu la Prussia che cercò di
congiungersi territorialmente col Brandeburgo (capitale Berlino) per
formare un unico Stato. Federico I, elettore del Brandeburgo
(della famiglia Hohenzollern), diventò primo re di Prussia nel 1701,
ma sarà solo con la prima spartizione della Polonia, nel 1772, che
si stabilirà una continuità territoriale tra Prussia e Brandeburgo.
I sovrani prussiani convinsero la nobiltà terriera (junker) ad
accettare l'idea della centralizzazione dello Stato, riducendo i
privilegi feudali e le autonomie periferiche, in cambio di grandi
poteri alla nobiltà nell'amministrazione statale e nell'esercito. La
Prussia si era liberata dalla dipendenza feudale polacca già durante
la prima guerra del Nord (1654-60) per l'egemonia del Baltico, vinta
dagli svedesi. Poi, con la seconda guerra del Nord (1720-21), vinta
dalla Russia contro la Svezia, la Prussia cominciò a occupare vasti
territori della Polonia, facendo di Stettino il suo porto
principale. Per popolarsi aprì le frontiere ai calvinisti espulsi
da Francia e Austria.
- La legge salica, elaborata alla fine del V secolo dei
Franchi Salii, abitanti delle Fiandre, e ripresa da Filippo V in
Francia (1293-1322) che se ne servì per usurpare il trono
legittimamente assegnato a Giovanna II di Navarra, sua nipote, era
quasi diventata una legge europea. Ma durante il Settecento (dopo essere
stata messa in discussione in Inghilterra), verrà progressivamente
superata in tutti gli Stati, permettendo anche alle donne di
accedere ai troni regali. Essi riconobbero la Prammatica sanzione
voluta da Carlo VI, imperatore d'Asburgo, a favore della figlia
Maria Teresa.

Periodi |
Guerre |
Cause |
Trattati di pace |
Effetti |
1700-1721 |
Guerra del Nord Svezia contro Polonia,
Danimarca, Russia e Prussia |
La guerra del Nord (preceduta, per lo stesso
motivo, da quella del 1655–61) scoppia perché la
Svezia, dopo la guerra dei Trent'anni (1618-48) aveva ottenuto
l'egemonia del Baltico. A questo egemonia s'erano opposti, nel
Settecento,
Polonia, Danimarca e Russia. In un primo tempo hanno la meglio
gli svedesi, ma poi subiscono una sconfitta decisiva da parte dei russi a Poltava nel 1709,
dalla quale non si riprenderanno più. |
Stoccolma, Frederiksborg,
Nystadt
1719-21 |
La Svezia
perde i suoi territori tedeschi e l'egemonia commerciale del
Baltico. La Danimarca occupa i
ducati di Schleswig-Holstein (alleati della Svezia). La Russia acquisisce Livonia
(Lettonia), Estonia, Ingria e Carelia (verso l'odierna
Finlandia). Durante la guerra gli svedesi avevano posto sul
trono polacco un sovrano amico, Stanislao Leszczyński, che
però alla fine della guerra fu deposto, sicché il precedente
sovrano Augusto II rientrò in carica. Tuttavia la morte di
Augusto II nel 1733 apre le porte alla guerra di successione
polacca tra i sostenitori del figlio Augusto III e quelli di Leszczyński, tornato ad avanzare rivendicazioni sul trono
polacco grazie all'appoggio dei suoi nuovi alleati francesi. La
guerra rappresenterà il colpo di grazia per la Confederazione
polacco-lituana, avviata verso una progressiva spartizione a
vantaggio di Austria, Russia e Prussia. |
1702-1714 |
Guerra di successione spagnola Francia,
Spagna, Baviera, Colonia, Ducato di Mantova contro
Austria, Gran Bretagna, Province Unite (Olanda), Prussia,
Portogallo, Ducato di Savoia, Brandeburgo |
Alla morte di Carlo II d'Asburgo (1700),
regnante in Spagna e privo di figli, s'erano imposti soltanto
due possibili eredi al trono: Filippo V di Borbone, nipote del
re francese Luigi XIV (designato dallo stesso Carlo II), e il
cognato Leopoldo I, sovrano d'Austria e imperatore del Sacro
romano-germanico impero. L'arciduca Carlo VI d'Asburgo,
secondogenito dell'imperatore Leopoldo, viene proclamato re di
Spagna al posto di Filippo V. Ma quando nel 1711 Carlo VI
diventa imperatore, l'alleanza antifrancese, temendo che gli
Asburgo, già regnanti in Austria, Boemia e Ungheria e in
possesso della corona imperiale, diventassero con la Spagna e
tutti i suoi possedimenti la più potente dinastia al mondo,
appoggiò Filippo V. |
Utrecht e Rastadt
1713-14 |
Spagna e colonie spagnole a Filippo V Borbone
d'Angiò (la sua corona deve però restare separata da quella
francese). Paesi Bassi spagnoli (Belgio e Lussemburgo), Ducato
di Milano, Stato dei Presìdii (in Toscana) e Regno di Napoli e
Sardegna all'Austria, che mantiene il Ducato di Mantova. La Gran
Bretagna ottiene: Rocca di Gibilterra, Minorca (Baleari), il
monopolio del commercio degli schiavi africani verso l'America e
l'autorizzazione a un vascello inglese di attraccare una volta
l'anno in uno dei porti dell'America meridionale. La Sicilia,
Casale e tutto il Monferrato, parte della Lomellina e la
Valsesia vanno al duca Vittorio Amedeo II di Savoia. La Francia
cede all'Inghilterra i territori nordamericani di Terranova, l'Acadia
e la Baia di Hudson, inoltre s'impegna a riconoscere quale
legittimo re d'Inghilterra Guglielmo d'Orange e mai nessuno
Stuart. La regione della Gheldria viene ceduta alla Prussia. |
1717-1720 |
Guerra della quadruplice alleanza Spagna
contro Inghilterra, Francia, Austria e Olanda |
Predominio sul mare Mediterraneo. La Spagna
entra in Sardegna e in Sicilia con una flotta militare, perché
non si rassegna ad aver perso il Mezzogiorno. |
Aja 1720 |
Conferma i Trattati di Utrecht e Rastadt.
Filippo V ottiene che il figlio Carlo, avuto dalla consorte
Elisabetta Farnese, subentri ai Farnese come duca di Parma e
Piacenza e ai Medici in Toscana. La Sicilia viene assegnata
all'Austria, anziché rimanere a Vittorio Amedeo II di Savoia, al
quale, in cambio, viene data la Sardegna (il Ducato di Savoia
diventa Regno di Sardegna sino all'unità d'Italia e il duca
diventa re). Gli Asburgo rinunciano a qualsiasi pretesa sul
regno di Spagna. |
1733-1738 |
Guerra di successione polacca Francia, Spagna
e Savoia contro Austria, Russia e Prussia |
Alla morte del re Augusto II (1733), siccome la
monarchia aveva carattere elettivo, si presentano come candidati
il figlio del re Federico Augusto III di Sassonia, appoggiato da
Austria e Russia, e il suocero del re francese Luigi XV,
Stanislao I Leszczyński, appoggiato da Francia, Spagna e Savoia
(quest'ultimi speravano di togliere la Lombardia agli Asburgo). |
Vienna 1738 |
Federico Augusto III diventa re di Polonia. Il
Ducato di Lorena (e di Bar) va a Stanislao I Leszczyński.
Il Granducato di Toscana va a Francesco Stefano di Lorena, per
compensare l'assegnazione della Lorena a Leszczyński. Alla
morte di Leszczyński la Lorena passerà alla Francia come
semplice provincia. Viene riconosciuta Maria Teresa d'Austria alla
successione al padre imperatore Carlo VI nell'eredità degli
Stati asburgici, non del titolo imperiale (Prammatica sanzione
del 1713 in antitesi alla legge salica che non prevedeva
la successione per via femminile). Il titolo imperiale viene
assegnato al marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di
Lorena, che prende il nome di Francesco I dal 1745 al 1765. L'Austria ottiene anche i Ducati di Parma e
Piacenza. Regno di Napoli, Sicilia e Stato dei Presidii vanno ai
Borbone (che li avevano occupati nel 1734-35, facendoli però
diventare autonomi, con Don Carlos di Borbone, dalla Spagna).
Novara e Tortona a Carlo Emanuele III di Savoia. La situazione
italiana resterà immutata sino all'unificazione. |
1740-1748 |
Guerra di successione austriaca Francia,
Spagna e Prussia contro Austria, Gran Bretagna, Olanda,
Savoia e Russia |
Nel 1740 muore, privo di figli maschi, Carlo VI
d'Asburgo e sale al trono d'Austria la figlia primogenita Maria
Teresa, sposa di Francesco Stefano di Lorena. L'ascesa al trono di Maria
Teresa provoca l'insorgere di numerosi dissensi tra le case
regnanti in Europa, a motivo della legge salica in vigore
sia per il trono dell'Austria che per il titolo d'imperatore del
Sacro romano-germanico impero, che prevedeva solo una
successione maschile. Il primo Stato ad approfittarne è la
Prussia di Federico II, che occupa la Slesia, appartenente
all'Austria, senza neppure una preliminare dichiarazione di
guerra. La Dieta di Francoforte elegge il Duca di Baviera, Carlo
Alberto di Wittelsbach, nuovo imperatore del Sacro romano impero
con il nome di Carlo VII. Ma Maria Teresa, dopo aver occupato la
Baviera, propone e ottiene che il marito, Francesco Stefano di Lorena,
diventi imperatore in cambio della restituzione della Baviera. |
Aquisgrana 1748 |
La Slesia passa dall'Austria alla Prussia, in
cambio del riconoscimento della Prammatica sanzione
favorevole a Maria Teresa. Il Ducato di Parma-Piacenza va a
Filippo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese. Il Ducato di
Modena rientra nel possesso di Francesco III d'Este e, quindi,
sotto l'influenza asburgica. La Spagna rinuncia alla
rivendicazione di Gibilterra e conferma all'Inghilterra la
cessione del monopolio del commercio degli schiavi. Carlo
Emanuele III di Savoia ottiene l'alto Novarese, Vigevano,
Voghera e Bobbio. Viene riconosciuto il titolo imperiale a Francesco
Stefano
di Lorena. La Francia restituisce
all'Austria i Paesi Bassi spagnoli, nonché la Savoia e Nizza al
re di
Sardegna, occupati durante la guerra. L'Austria cede a Filippo
di Borbone, secondogenito di Elisabetta Farnese e di Filippo V,
il Ducato di Parma e Piacenza a compensazione della cessione
della Toscana a Francesco Stefano di Lorena. L'Inghilterra restituisce
alla Francia l'isola di Cap Breton in America, in cambio di
Madras in India. |
1756-1763 |
Guerra dei Sette anni Austria, Francia,
Russia, Sassonia, Polonia e Svezia contro Prussia e Gran
Bretagna |
Con gli accordi di Aquisgrana (1748) avevano ottenuto
dei vantaggi la Prussia, i Savoia e i Borbone. Tuttavia Maria
Teresa d'Asburgo non aveva mai accettato la perdita della Slesia
a favore della Prussia. Inoltre era di molto aumentata la
rivalità coloniale tra la Francia e l'Inghilterra, poiché la
Francia, nella prima metà del Settecento, si era aperta
importanti sbocchi commerciali con la Turchia, nel bacino del
Mediterraneo e nella stessa America spagnola, a danno dei
concorrenti inglesi, i quali, dopo la guerra di successione
spagnola, sembravano aver ottenuto l'egemonia del commercio in
Sudamerica. Inoltre i francesi avevano una posizione di primo
piano nel traffico delle merci coloniali delle Antille. Anche
l'India veniva invasa dai manufatti francesi, in competizione
con quelli inglesi e olandesi. Due secolari nemici
si trovano alleati: la Francia e gli
Asburgo, con l'obiettivo di occupare il regno di
Prussia. La Gran Bretagna è impegnata a garantire la
sicurezza dell'Hannover, terra d'origine del proprio re Giorgio II
(1727-60). La Prussia prese l'iniziativa contro l'Austria e nel 1756
occupò la Sassonia, tradizionale alleato francese, senza
dichiarazione di guerra. |
Hubertusburg 1763 Parigi 1763 |
Re Giorgio II riesce a estromettere
completamente la Francia dall'America settentrionale,
sottraendole interamente il Canada (la Louisiana alla Spagna). La Francia deve cedere anche
alcune isole delle Antille caraibiche, tra cui Guadalupa e
Martinica, nonché il Senegal e il Senegambia in Africa
occidentale. Sul continente asiatico gli inglesi conquistano
Calcutta, il Bengala e la regione del Bihar, la città di
Pondichery e l'intera regione del Deccan. Dalla Spagna
l'Inghilterra ottiene la Florida. La Prussia riuscì soltanto a
salvare se stessa e la Slesia. L'Austria si deve orientare verso
la Baviera e i Balcani. L'alleanza tra la Francia e l'Austria
viene rafforzata col matrimonio, celebrato nel 1770, tra
l'arciduchessa Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, con il
Delfino di Francia, che sarebbe diventato re col nome di Luigi
XVI. |
1772, 1793, 1795 |
Triplice spartizione della Polonia |
La Confederazione Polacco-Lituana era dominata
dalla nobiltà feudale che non voleva uno Stato centralizzato. La
monarchia era elettiva e ogni volta che moriva un sovrano, gli
Stati limitrofi (Austria, Russia e Prussia) cercavano d'imporre
il proprio candidato. Inoltre il Brandeburgo chiedeva una
porzione di terra a nordovest per poter unire la Prussia
orientale a quella occidentale. |
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Il Regno di Polonia, spartito tra Russia,
Prussia e Austria, scompare dalle carte geografiche sino alla
fine della prima guerra mondiale, quando le potenze vincitrici,
per circoscrivere il territorio della Germania, ripristinano lo
Stato polacco, che taglierà la Germania dalla Prussia orientale
(corridoio di Danzica). |
1683-1699 |
Papa Innocenzo XI, Impero Asburgico, Repubblica
di Venezia, Confederazione Polacco-Lituana, Moscovia contro
Impero ottomano |
I turchi assediano Vienna, ma la reazione degli
avversari per loro è letale. |
Carlowitz 1699 |
L'Impero ottomano rinuncia in favore degli
Asburgo a Ungheria, Transilvania, Croazia, Slavonia. Venezia
ottiene Morea, Dalmazia, Santa Maura, Egina. La Polonia ottiene
Podolia e Kamenec. La Russia ottiene il porto di Azov. L'Austria
diventa la potenza dominante nell'Europa sud-orientale. |
1710-1711 |
Russia
contro Impero ottomano |
Durante la Guerra del nord (1700-21) il re
svedese Carlo XII, rifugiatosi dai turchi perché inseguito dai
russi, persuade il sultano ottomano Ahmed III a dichiarare
guerra alla Russia, che si conclude con la vittoria ottomana
alla battaglia del Prut (1710-11). |
Prut 1711 |
La Russia deve restituire ai turchi la fortezza
di Azov e impegnarsi a non interferire più nelle vicende interne
della Polonia. A Carlo XII è assicurato il rientro in Svezia.
L'Impero Ottomano resta però sulla difensiva, non avendo alcuna
intenzione di portare avanti ulteriori aggressioni all'Europa. |
1714-1718 |
Austria e Venezia contro Ottomani |
Prima Venezia, poi l'Austria attaccano l'impero
ottomano nei Balcani per sottrargli dei territori. |
Passarowitz 1718 |
L'Impero Ottomano cede all'Austria il Banato,
la Serbia settentrionale (compresa Belgrado), una striscia di
territorio bosniaco a sud della Sava e la Valacchia Minore (Oltenia).
Questi ultimi due territori sarebbero poi ritornati ai Turchi
con il trattato di Belgrado (1739). Venezia cede ai Turchi
l'isola di Creta e rinuncia alla Morea, ma può conservare le
Isole Ionie ed estendere i propri domini in Dalmazia. La pace
segna l'inizio del declino di Venezia e consacra la presenza
turca in Grecia. |
1735-1739 |
Russia e Austria contro Impero ottomano |
L'Austria, per espandersi nei Balcani, e la
Russia, per occupare il mar Nero, attaccano gli Ottomani. |
Belgrado 1739 |
L'Austria perde gran parte dei territori
strappati ai turchi con la pace di Passarowitz, conservando solo
il Banato, mentre la Piccola Valacchia (oggi Romania), il nord
della Serbia con Belgrado e una striscia di confine con il nord
della Bosnia tornano all'Impero ottomano. Cessione del porto di
Azov alla Russia, ma i turchi riducono i diritti dei
commercianti russi nel Mar Nero, a vantaggio di quelli francesi.
Dopo questa guerra l'Impero Ottomano può fruire di un periodo di
pace, in quanto Austria e Russia sono impegnate a fronteggiare
l'ascesa della Prussia. Inoltre l'Austria preferisce avere a che
fare nei Balcani con l'Impero ottomano debole che non con la
Russia forte. |
Nota(1) La fine della guerra
dei Sette anni provocò, indirettamente, notevoli effetti sul piano
internazionale. Il primo fu la rivoluzione americana, la cui causa
scatenante fu l'imposizione delle tasse, da parte di una monarchia
inglese in difficoltà finanziarie proprio a causa di quella guerra, a
dei coloni che non le avevano mai pagate, essendo sfruttati in altra
maniera. Il secondo effetto fu la rivoluzione francese, la cui
monarchia, anche in forza di quella guerra, peraltro perduta, era ancora
più in difficoltà economiche rispetto a quella inglese: essa infatti,
per evitare la bancarotta, si vide costretta a imporre le tasse anche al
clero e alla nobiltà, che, fino ad allora, non le avevano mai pagate. In
America fu la borghesia a ribellarsi alla monarchia inglese; in Francia
fu la nobiltà, laica ed ecclesiastica, a ribellarsi alla propria
monarchia. Ma, mentre negli Stati Uniti la borghesia, una volta vinta la
battaglia con la madrepatria, non ebbe più rivali di sorta, in quanto
riuscì non solo a reprimere le istanze più radicali della rivoluzione,
ma anche le innumerevoli tribù indigene, obbligando altresì i piantatori
del sud a rinunciare allo schiavismo, a favore di uno sviluppo impetuoso
del capitalismo industriale, che aveva bisogno di manodopera
giuridicamente libera; viceversa in Francia la nobiltà refrattaria al
pagamento delle tasse scatenò una terribile contestazione da parte della
borghesia, che, alleandosi coi contadini, spazzò via non solo la
monarchia, ma anche la stessa nobiltà, almeno sino al Congresso di
Vienna del 1815. Da notare che entrambe le rivoluzioni stimolarono
enormemente la decisione della borghesia latino-americana di liberarsi
del giogo coloniale imposto dai paesi iberici. Si può quindi dire che a
partire dalla fine del Settecento si assiste all'affermazione politica
della classe borghese, dopo che, per almeno due-tre secoli, aveva
cercato di emanciparsi sul piano economico. L'unica differenza, tra le
varie borghesie mondiali, è che la scena internazionale sarà dominata
soltanto da quelle europee e nord-americane, cui presto si andrà ad
aggiungere in Asia quella nipponica. |