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DALLA PACE DI AUGUSTA (1555) ALLA PACE DEI PIRENEI (1659)
Con la pace di Augusta (1555) l'imperatore del Sacro romano-germanico impero, Carlo V, decise di rinunciare alla sua idea di restaurare l'unità politica e religiosa dell'Impero. Accettò quindi la pace sia coi protestanti tedeschi che coi francesi. Coi protestanti: accettò la loro libertà religiosa, anche se impose due principi restrittivi: 1) cuius regio eius religio, secondo cui i sudditi di uno Stato avrebbero dovuto conformarsi alla religione del loro principe o, in caso contrario, emigrare; 2) reservatum ecclesiasticum, secondo cui i beni ecclesiastici secolarizzati prima del 1552 non sarebbero più stati rivendicati dalla chiesa cattolica, mentre se qualche prelato cattolico si fosse convertito al luteranesimo dopo tale anno avrebbe dovuto rinunciare a tutti i benefici e possessi goduti in virtù della propria carica e restituirli alla chiesa cattolica. Coi francesi: Carlo V, subito dopo la Pace d'Augusta, abdicò dividendo il regno d'Asburgo in due parti: una la diede al fratello Ferdinando I (già re di Boemia-Ungheria, che ereditò i domini austriaci e la corona imperiale); l'altra la diede al figlio Filippo II (che ebbe Spagna, Paesi Bassi, Italia e colonie americane). Questa divisione geopolitica tuttavia non servì a nulla, poiché Filippo II, dopo aver realizzato, in politica interna, un assolutismo centralizzato e militarizzato, ostile sia ad ogni autonomia cittadina e regionale (cioè ad ogni attività borghese), sia ad ogni religione che non fosse quella cattolica della chiesa romana; dopo aver, in politica estera, conquistato il Portogallo, represso i calvinisti nei Paesi Bassi (anche se poi, nel 1648, con l'aiuto della borghesia, i calvinisti riusciranno a ottenere l'indipendenza dell'Olanda dalla Spagna, mentre il Belgio non vi riuscirà e resterà cattolico); dopo inoltre aver tentato di ricondurre l'Inghilterra in seno alla chiesa romana (in questo caso senza conseguire alcun successo, anzi, perdendo l'egemonia navale a vantaggio degli inglesi)- dopo tutto ciò volle scatenare un'altra guerra contro la Francia, approfittando della crisi socioeconomica e dinastica di questo paese, profondamente diviso tra cattolici e ugonotti (calvinisti), i primi rappresentati dal partito dei Guisa (appoggiato dalla Spagna), i secondi rappresentati dal partito dei Borboni (sostenuto dall'Inghilterra). La guerra, in un primo momento, si concluse favorevolmente alla Spagna (pace di Cateau-Cambresis 1559), ma in seguito, a motivo del fatto che il re Borbone Enrico IV si convertì al cattolicesimo, riconoscendo completa libertà di culto agli ugonotti, si rivelerà catastrofica per la Spagna, in quanto la Francia la obbligherà a due umilianti sconfitte: la prima si concluderà con la pace di Westfalia (1648), che segna il declino degli Asburgo d'Austria, e la seconda si concluderà con la pace dei Pirenei (1659), che segna il declino degli Asburgo di Spagna. Declino determinato anche dal fatto che le immense ricchezze provenienti dalle colonie americane, vennero sperperate dal governo spagnolo per acquistare presso altri paesi i beni di consumo ch'esso non voleva produrre in proprio. Le stesse colonie, costrette a commerciare con una madrepatria del tutto parassitaria, andarono ben presto in rovina. Alla Pace di Westfalia si arrivò dopo una guerra durata trent'anni (1618-48), causata dal fatto che né i cattolici né i protestanti avevano intenzione di accettare le due clausole restrittive della Pace di Augusta. Il luteranesimo in Germania era ancora una forza in via di espansione, per cui i principi feudali si sentivano più autorizzati a chiedere di spostare in avanti l'anno-limite delle secolarizzazioni (1552) dei beni cattolici. A ciò si opponeva la vigorosa offensiva antiprotestante della controriforma cattolica, sviluppatasi nelle province centromeridionali dell'impero asburgico. Infine, i gruppi calvinisti reclamavano parità di condizioni giuridiche rispetto ai luterani. Allorché quindi l'imperatore Ferdinando I, dopo aver ottenuto la corona di Boemia (1617), decide di demolire le chiese protestanti ivi presenti o di chiuderle forzatamente, questo fu considerato come un buon motivo per scatenare una guerra tra Boemia e Impero (Austria). Ferdinando, che intanto è riuscito a garantirsi anche la corona di Ungheria, non chiede di meglio, avendo egli intenzione di stabilire la supremazia imperiale dall'area baltica al confine renano. Dopo la sconfitta della Boemia, insorse la Danimarca, ma inutilmente. Questa volta l'Impero riuscì anche a imporre ai protestanti di restituire tutti i benefici ecclesiastici occupati dopo la Pace di Augusta (Editto di restituzione) e cercò altresì di riaffermare su tutti i principi (cattolici e protestanti) della Germania il suo potere, allargando infine i propri confini sul Mar Baltico. Ciò determinò l'entrata in guerra della Svezia, che però subì una netta sconfitta. Fu a questo punto che la Francia dichiarò contemporaneamente guerra alla Spagna e all'Austria. Dopo 10 anni di guerra la Francia impose all'Impero le seguenti condizioni per realizzare la pace di Westfalia (1648): 1) Non-obbligo, da parte dei sudditi, di professare la religione dei loro principi qualora questi decidano di abbracciare un nuovo credo; 2) divieto ai principi di confiscare i beni dei dissidenti costretti a emigrare; 3) estensione del riconoscimento giuridico anche alla confessione calvinista, cioè ogni sovrano deve rispettare nel proprio Stato le minoranze religiose; 4) i beni ecclesiastici, in possesso dei protestanti fino al 1624, non devono essere restituiti alla chiesa cattolica (revoca dell'Editto di restituzione); 5) la Francia si annette l'Alsazia (esclusa Strasburgo), diventando una potenza di primissimo piano in Europa, mentre la Svezia si annette alcune città e territori del Baltico. I Paesi Bassi e la Svizzera diventano indipendenti; 6) l'Impero ottiene soltanto che i 350 principi e sovrani al suo interno, pur potendo stringere alleanze tra loro o con potenze straniere, non devono farlo contro gli interessi dell'Impero. La Casa d'Austria dovrà rinunciare per sempre al tentativo d'imporre alla Germania un potere monarchico accentrato ed ereditario. La Spagna non riconosce questa pace, ma la Francia, alleata con l'Inghilterra, la sconfigge militarmente obbligandola alla pace dei Pirenei (1659). Inoltre la Francia, per assicurarsi eventuali diritti sul trono spagnolo, promuove una politica matrimoniale che determinerà in seguito la guerra di devoluzione e di successione spagnola (che porterà un ramo dei Borboni francesi sul trono spagnolo). |