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la trama
L'esordio è una dichiarazione d'intenti: cantare le storie del tempo presente riguardanti il principe Igor di Kiev, altro discendente di Oleg, che vuole spingersi fino al Don e al mar Nero, riconquistando terre che furono dei suoi avi, ora cadute in mano dei Cumani o Polovcy, per riprendere i grandi commerci con Bisanzio e l'Oriente. Le bande mongole dei Cumani si erano insediate tra il Volga a est, la costa bagnata dal mare d'Azov a sud, la Sula (affluente del Dniepr) a Nord. Qui vengono definite "pagane" non in contrapposizione a "cristiani", ma in quanto "stranieri" e quindi nemici dei "figli di Russia". La riconquista nasce da esigenze dinastiche, territoriali, economiche, priva di quegli elementi religiosi che hanno tanta importanza p.es. nei poemi dedicati al Cid Campeador. E questo nonostante che l'autore sia cristiano. Tuttavia il principe evita di considerare il triste presagio che accompagna la sua partenza: l'eclisse di sole, che viene descritta non come fenomeno in sé ma per gli effetti di oscuramento che provoca sulla schiera in partenza. Esempio, questo, di procedimento artistico usato altre volte nel poema, e che rappresenta l'intervento delle forze della natura nelle vicende del protagonista. Gli elementi della natura possono essere ostili o favorevoli, mai indifferenti. Il principe Igor unisce la sua schiera a quella del fratello Vsevolod di Kursk, ma altri segni di malaugurio accompagnano la loro avanzata: tempesta della notte, sinistri ululati di belve. Inizialmente i Cumani fuggono scomposti verso il Don, coi loro carri che gridano nella notte come cigni sbandati. Ma poi decidono, il 3 maggio 1185, di affrontare l'avversario, che nel corso della notte sembra avere la meglio. Tuttavia, il giorno seguente i Cumani passano all'offensiva e accerchiano le schiere russe. Dell'imminenza della sconfitta il poeta rende quasi l'incubo, accennando agli albori sanguigni dell'alba, alle nuvole nere, ai fulmini azzurri. Appena catturato, Igor, viene pianto dalla sposa Jaroslavna, che immagina di poter volare come il cuculo sino al Don. Nel suo lamento la donna, che non ha eguali, per intensità, nella Canzone di Rolando o nel Cantare del Cid, si rivolge ai vari elementi della natura, mettendone in luce la potenza benefica: cerca aiuto, complicità. Igor è prigioniero ma con la complicità di Vlur - un cumano che tradisce i suoi - tenta la fuga, pur non essendo molto convinto di questa soluzione. Tutti gli elementi della natura lo favoriscono. Successivamente tra i due popoli interverrà un accordo suggellato da un matrimonio politico tra il figlio di Igor e la figlia di uno dei capi cumani. L'accordo doveva servire anche per fronteggiare l'arrivo della potenza mongola sempre più minacciosa. Russi e cumani furono sconfitti presso il fiume Kalka (a nord del mar d'Azov) nel 1223, ma l'armata tartara non volle infierire e invertì la marcia. Quindici anni più tardi i generali di Gengis Khan avrebbero marciato su Kiev e imposto una dura dominazione per due secoli. |