IL VINO E LA ROMAGNA
dai greci ad oggi


ENOTIPIA

Classificazione DEI VINI

Tipologia europea

  • I vini da tavola generici e gli ITG vengono definiti dalla normativa europea come Vini da tavola, mentre i vini DOC e DOCG, vengono definiti con la sigla VQPRD, cioè Vini di qualità prodotti in una regione determinata (Reg. 338/79).
  • I vini VSQPRD sono i vini spumanti, mentre i vini VLQPRD sono i vini liquorosi e i vini VFQPRD quelli frizzanti, tutti e tre di qualità e prodotti in regioni determinate. Queste definizioni europee sono aggiuntive e non sostitutive di quelle italiane.

Tipologie di vini nazionali

Alla base della piramide dei vini italiani ci sono i Vini da tavola generici, senza pregi particolari, perché non invecchiati o perché a bassa gradazione alcolica o perché frutto di un taglio di uve o vini provenienti da diverse zone geografiche o da più di un'annata. Essi sono destinati al consumo locale (in genere vengono venduti sfusi), hanno soltanto un riferimento al colore (bianco, rosso, rosato), oltre al nome e al marchio dell'azienda imbottigliatrice.

Al secondo livello ci sono i vini a Indicazione geografica tipica (ITG), caratterizzati appunto dall'indicazione della zona geografica da cui provengono (p.es. Romagna), dall'indicazione del vitigno specifico (p.es. Sangiovese) e dell'annata di raccolta. Attualmente sono 116.

Al terzo livello ci sono i vini, attualmente 284, a Denominazione d'origine controllata (DOC), che vengono prodotti in un'area ben determinata, avendo proprietà enologiche, chimiche, organolettiche fissate a priori nei regolamenti di produzione statali (Disciplinari). P.es. vanno fissate le tipologie di vino producibili, i quantitativi di uva per ettaro, le varietà di uve utilizzabili, la resa di trasformazione da uva in vino, la durata dell'eventuale invecchiamento. Presso ogni Camera di Commercio esistono apposite commissioni preposte ad accertare il rispetto dei requisiti richiesti. 

Nelle etichette dei vini DOC è possibile indicare anche una sottozona geografica, la numerazione della bottiglia e un'indicazione particolare quale Riserva (per i vini di alta qualità e invecchiati), Classico (quando un determinato vino è prodotto in una zona particolare, più antica e di maggior pregio rispetto a quella più vasta), Superiore (per i vini che hanno una gradazione alcolica e caratteristiche di finezza superiore rispetto agli stessi vini DOC).

Al quarto e ultimo livello vi sono i vini a Denominazione d'origine controllata e garantita (DOCG), muniti di un contrassegno di Stato. Attualmente sono 21 (in Romagna solo l'Albana). Sono così pochi perché devono essere di particolare pregio, devono essere stati classificati tra i vini DOC per almeno un quinquennio e devono aver superato due esami di tipo chimico e organolettico. La capacità massima delle bottiglie in commercio non può superare i 5 litri.

Se dunque oggi in Italia esistono circa 300 vini DOC e DOCG, è anche vero, poiché all'interno di ogni denominazione sono previsti diversi tipi di vino, che si arriva a un totale di circa 3.000 tipologie dotate di caratteristiche differenti.

Le denominazioni di origine sono state disciplinate dal D.P.R. n. 930 del 12 luglio 1963 e rivedute dalla L. n. 164 del 10 febbraio 1992: queste leggi pretendono la delimitazione geografica del territorio di produzione, la identificazione dei vitigni interessati, la specificazione delle tecniche colturali e di vinificazione delle uve, la definizione dei principali parametri chimici ed organolettici del vino.

Tali elementi, vincolanti ai fini produttivi, vengono codificati nei Disciplinari di produzione, cui devono attenersi i viticoltori interessati, regolarmente iscritti in un Albo dei vigneti, depositato presso le Camere di Commercio.

I Vini particolari

I vini speciali o di lusso sono quelli destinati ad uso diverso da quello di semplice accompagnamento al pasto. Sono i seguenti:

  • i vini liquorosi (ottenuti da un vino base proveniente da uve di speciali vitigni di cui al D.M. 8-9-1965, con gradazione alcolica naturale non inferiore ai 12°; questo vino base viene addizionato a mistella, acquavite di vino, alcool, mosto concentrato, in modo da raggiungere i 16°), 
  • spumanti (ricchi di anidride carbonica, formatasi naturalmente durante la vinificazione o addizionata dopo),
  • aromatizzati (costituiti in prevalenza da vino addizionato ad alcool, saccarosio e altre sostanze che danno al prodotto particolari odori e sapori: vini chinati, aperitivi, marsala ecc.),
  • mistelle (il prodotto del mosto di gradazione alcolica complessiva naturale non inferiore a 12° mescolato con acquavite o alcool porta il vino a una gradazione tra i 16° e i 22°).

Nati più recentemente, i vini novelli costituiscono un gruppo di prodotti che vengono immessi in commercio già a novembre, di colore brillante, freschi, poco alcolici, particolarmente ricchi in aroma grazie soprattutto al sistema di vinificazione (con macerazione carbonica) adottato per la loro produzione.

2011: "Vini Romagna"

Il Ministero delle Politiche agricole ha finalmente creato una denominazione di origine controllata (il famoso "doc") che unifica tutti i vini della Romagna. E' una vittoria dei viticoltori romagnoli, riuniti nel Consorzio Vini di Romagna. Fino ad oggi infatti i vini pregiati romagnoli, come ad es. l'Albana, possedevano una denominazione protetta, ma il loro nome non era connesso al territorio. C'è voluto così tanto tempo perché la Romagna non viene riconosciuta come "regione".

D'ora in poi, recita sempre il decreto, i vini pregiati di Romagna saranno denominati come segue: Romagna Albana; Romagna Sangiovese; Romagna Trebbiano; Romagna Pagadebit; Romagna Cagnina.

(Gazzetta Ufficiale n. 235 dell'8 ottobre 2011)


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia della Romagna
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Aggiornamento: 05/02/2012