Ulisse

Home
Su


Frutto di una civiltà secolare basata sul confronto politico dei partiti della polis, sulle guerre di conquista, sulla superiorità della lingua e dell'arte greche... quell'astuzia raffinata (in greco mêtis) che nell'Iliade aveva caratterizzato, in primis, il personaggio di Ulisse, nell'Odissea prevale decisamente sulla forza bruta di tutti i protagonisti e anche su tutte le altre loro caratteristiche umane.

Il carattere dimesso, riservato, da eminenza grigia, da consumato diplomatico che spesso Ulisse mostra nell'Odissea è mera finzione, pura tattica finalizzata in realtà proprio al primato dell'individuo moderno, avventuriero, capace di sottomettere facilmente il più debole, il meno dotato intellettualmente, il più ingenuo, seppure qui la sopraffazione non possa avvenire in maniera sistematica, in quanto l'eroe acheo della grande epopea militare ora è soltanto un navigatore in cerca della via del ritorno. L'Ulisse dell'Odissea è più un singolo sradicato che membro di un collettivo politico-istituzionale, il che lo obbliga a un largo impiego di parole ambigue, ingannatrici, con cui potersi difendere.

Il suo relativismo etico si è accentuato proprio a causa dell'isolamento. Non esistono più ideali comuni (patriottici o bellici) per cui valga la pena combattere, e per i quali, peraltro, neppure nell'Iliade si sentiva particolarmente attratto, se è vero che la sua partecipazione alla grande impresa contro i troiani fu in un certo senso forzata dagli eventi.

L'unico valore che sembra sussistere è strettamente privato: quello di ritornare a casa, tra i propri cari, dove poter esercitare il dominio su Itaca. Quei parenti e quei congiunti che in realtà non saranno sufficienti a trattenerlo, proprio perché ciò che più conta nella sua vita non è la pace, il senso della giustizia, ma la fuga dalla realtà, l'avventura fine a se stessa, il rifiuto delle responsabilità morali, le pulsioni del proprio io.

L'Ulisse dell'Odissea è freddo, calcolatore, si toglie sì i panni dello spietato militare, ma solo per indossare quelli dell'avventuriero, dell'esploratore perennemente insoddisfatto, in attesa di diventare (ma questa sarà una caratteristica della moderna civiltà borghese) un vero e proprio uomo d'affari.

Se non si comprende bene questa metamorfosi, risulta poi difficile chiedersi quanta parte abbia avuto nell'Odissea il pregiudizio nei confronti delle società pre-greche o pre-elleniche o pre-schiavistiche o, se vogliamo classificarle con una parola generica, "barbare".

Non solo infatti si assiste qui al trionfo di un'astuzia che di "umano" conserva assai poco, ma anche al trionfo di un'ideologia (classista) che dà dell'identità altrui (che è nemica per definizione) una rappresentazione del tutto falsata, strumentale all'uso prevaricatore e persino vendicativo della stessa astuzia.

L'odio di Ulisse nei confronti p.es. di Polifemo è dettato dal pretesto dell'ospitalità negata. Ulisse non si chiede se l'atteggiamento guardingo, sospettoso di Polifemo possa essere la conseguenza di un passato rapporto conflittuale tra due società tra loro irriducibili: comunitaria e classista.

Proprio il drammatico diverbio col ciclope, che è l'incipit di tutto il secondo poema, sembra andare ben al di là dei due protagonisti, rappresentando, in maniera per così dire figurata, la lotta tra una civiltà ormai scomparsa, che sopravvive solo a se stessa, e una che vuole imporsi a tutti i costi, come se si assistesse alla descrizione paradigmatica della diffusione colonialistica della civiltà europea, i cui esordi vanno cercati - come noto - nelle civiltà minoica e micenea.

La descrizione sub-umana di Polifemo è tutta funzionale alla legittimazione di una civiltà che in nome dell'astuzia (mêtis), dell'intelligenza acculturata, del linguaggio forbito, della scienza e della tecnica... si ritiene superiore ad ogni altra e quindi autorizzata a imporsi, a diffondersi con ogni mezzo.


Home ] Su ] Immagini ] Ricerca nel sito ]

Inviare a Galarico un messaggio contenente domande su questo ipertesto.
Aggiornamento: 21 giugno 2005 - Homolaicus - Il mito di Ulisse